Scanzonata versione, diretta da Richard Lester, delle avventure dei personaggi raccontati da Dumas; segue di un anno il più riuscito I tre moschettieri. In questa puntata protagonista assoluta è Faye Dunaway nel ruolo di Milady, bellissima. Ad una parte decisamente più divertente ne segue una in cui hanno parte preponderante azione ed avventura, parte che però risulta meno interessante. Non siamo davanti ad un prodotto che possa far gridare al miracolo, ma certamente l'ora e mezza di spettacolo scorre a meraviglia.
Seconda parte del film di Richard Lester, che riprende da dove il precedente si era concluso: con d'Artagnan che è diventato moschettiere, dopo aver restituito i puntali di diamanti alla regina Anna. Come nella seconda parte del romanzo di Dumas, anche qui emerge fra tutti la figura di Milady, con le forme di Faye Dunaway che, stavolta, offusca persino la popputa Raquel Welch/Costanza. Emozionante duello finale fra Micheal York e Christopher Lee in chiesa. Oliver Reed è un grande Athos.
MEMORABILE: Athos ai ribelli della Rochelle: "Non esagerate con le cannonate, signori... stiamo facendo colazione!"
Sequel di I tre moschettieri, sempre diretto da Richard Lester, ha per protagonista la perfida Milady, spia di Richelieu, interpretata dalla splendida Faye Dunaway che regala un grande fascino al personaggio ed è l'elemento più riuscito del film. Il resto è la solita sequenza di avventure rocambolesche, stavolta meno riuscito del primo capitolo anche se la confezione rimane molto professionale e lo spettacolo sempre godibile.
Buffonerie in salsa inglese dei quattro moschettieri e dei loro acerrimi nemici in cui Lester si dimostra un regista diligente ma quasi mai innovativo. Punto di forza di questo sequel, è, come nel precedente capitolo, il cast, tra cui emergono uno strepitoso Oliver Reed nei panni di Athos ed un mefistofelico Lee in quelli di Rochefort. Poco altro da dire per un film con qualche buono spunto in un contesto molto vicino alla farsa. Abbastanza sboccati i dialoghi dei moschettieri, di gran mestiere l'opera dei costumisti. Un piacere per gli occhi la Welch.
Migliore della prima parte, perché finalmente il film acquista in serietà e perde parte delle buffonerie mostrate nel primo film (pur rimanendo una traccia di ironia). Inoltre i tre moschettieri hanno finalmente modo di emergere, ridimensionando il ruolo di York/D'Artagnan. In generale un notevole film d'avventura, con bei duelli, un grandissimo cast e una bella colonna sonora. Ottimo tutto lo scontro finale nel convento.
I nodi rimasti in sospeso nella prima parte vengono finalmente al pettine, imponendo un taglio più realistico e drammatico, che trova il suo culmine nel tragico e violento prefinale. La satira e l'ironia non mancano nemmeno stavolta, ma l'insieme è comunque più compatto e meglio definito e l'eccellente cast, se possibile, si esprime su livelli ancora più alti. Note di merito, oltre che per il solito Heston, anche per York, Reed, Lee e, naturalmente, per la Dunaway con il suo micidiale mix di bellezza e perfidia.
MEMORABILE: L'incontro tra Athos e Milady; Il finale.
Film che procede nel solco tracciato dal primo film mantenendosi su standard più che accettabili ma con cambiamenti alle volte interessanti (l'evoluzione del personaggio di Milady, la storia di Athos), altre scadenti (l'imbarbarimento del linguaggio... tanto per ricavare una risata in più). Sempre in forma i quattro protagonisti (York, Reed, Chamberlain e Finlay). Regia sempre attenta senza perdere di spontaneità. Promosso.
Seconda parte del film precedente, spezzato in due per esigenze di produzione, me riprende il cast e lo spirito scanzonato, ma risulta narrativamente meno compatto, a tratti incerto sul tono da adottare. Il personaggio interpretato dalla bellissima Dunaway diventa protagonista ma risulta penalizzato da un "trattamento" fin troppo smitizzante (cfr. le definizioni di "puttanone" o "troia" presenti nella versione doppiata) che finisce per sminuirne il fascino seduttivo e di conseguenza svilire la drammaticità dell'epilogo. Nel resto del cast, i migliori si confermano Reed, Lee e Heston
Quasi tutte le versioni de "I tre moschettieri" si limitano all'intrigo della collana pertanto questa seconda parte del dittico di Lester è una delle poche a rispettare la struttura del romanzo. Pur senza rinunciare a momenti picareschi, con l'evoluzione degli eventi il tono si fa via via più tragico, mentre tutti acquisiscono ormai sempre più confidenza con il proprio ruolo, in particolare la femme fatale Milady della Dunaway (vera protagonista) e l'ubriacone deluso Athos di Reed. Sequel del tutto privo di autonomia, ma necessario e gustoso.
MEMORABILE: Il marchio di infamia del giglio; Il carceriere Felton sedotto e plagiato da Milady; Il flashback di Athos/conte de La Fère.
Lester si cimenta nuovamente con il tema dei moschettieri nell'inevitabile seguito. L'avventura sposa la commedia goliardica e a tratti sboccata e lo fa con un ottimo cast stellare e una valida regia, anche se qua e là si ha la sensazione che manchi qualcosa. Il ritmo c'è, accompagnato da qualche battuta da osteria, da qualche scontato doppio senso (che però strappa sempre un sorriso) nonché da un action cappa e spada molto curata e divertente. Curati i costumi, mentre le musiche sono un sottofondo e niente più. Non un capolavoro ma ideale per una serata scacciapensieri.
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Discussione124c • 3/01/09 12:25 Contatti col mondo - 5193 interventi
Terminato "I tre moschettieri", esce, un anno dopo, "Milady - i quattro moschettieri", con lo stesso cast della pellicola del 1973. Grandiosa Faye Dunaway che non esita a confrontarsi con Lana Turner, che interpretò Milady nel classico del 1948 di George Sidney. Richard Lester dimunisce l'umorismo del primo episodio, per entrare dentro la tragedia che coinvolge d'Artagnan, Athos e Milady, raccontandoci la guerra alla Rochelle dei soldati francesi e le vere notti di prigionia di Milady nella torre di Londra. Due dei personaggi di contorno moriranno, come da libro, Rochefort/Christopher Lee, invece, non farà pace con d'Artagnan, ma, essendo infatuato di Milady, impegnerà il guascone/frescone di Micheal York in un duello selvaggio in chiesa. Aramis e Porthos sono solo di contorno, ma Richard Chamberlain e Frank Finlay sono sempre spassosi. Oliver Reed rivela le origini nobili del suo Athos guerriero, con tocco insospettato di romanticismo, mentre Richelieu/Charloton Heston vorrebbe d'Artagnan fra i suoi.
Curiosità124c • 3/01/09 12:30 Contatti col mondo - 5193 interventi
Cambio di cooperativa di doppiaggio, dalla "c.d." di Ferruccio Amendola, Glauco Onorato e Cesare Barbetti del primo film, alla "c.v.d." di Oreste Lionello (Luigi XIII), Luigi la Monica (d'Artagnan) e Marcello Tusco (Porthos).
Selezionato da Quentin Tarantino per il terzo QT Film Festival(1999) ad Austin in Texas.Il film è stato persentato in "double-bill" con I tre moschettieri nella sezione Epic Adventure Night.La particolarità dell'evento sta nel fatto che tutte le pellicole proposte dal regista vengono direttamente dalla sua collezione privata.