Quattro marinai italiani in libera uscita a Barcellona, a caccia di ragazze e cacciati dagli ufficiali addetti alla sorveglianza. Commediola piuttosto piatta (tranne le doverose curve di Abbe Lane), con sceneggiatura prevedibile (nonostante l'apparente diversivo della storia di contrabbandieri che incrocia il destino dei militari) e dialoghi scontati. Perfino la grandissima coppia Tognazzi-Vianello naviga a vista. Con un occhio a Un giorno a New York e uno alla rivista italiana, il film fallisce per strabismo e poco divertimento.
Commediola italiana vacanziera il cui modello ispiratore è quello di celebri commedie musicali americane. Modello purtroppo inarrivabile: nonostante una location esotica (per i tempi) come Barcellona, il film non può dirsi riuscito a causa di una storiella banale e una sceneggiatura povera che nemmeno l'estro di attori brillanti (Vianello & Tognazzi) e bellezze esotiche riesce a "rimpolpare". Esiziale.
Decisamente brutto. Mi duole dirlo essendo un grande fan dell'accoppiata Tognazzi-Vianello; a essere onesti i due appaiono poco in questa pellicola, si dà più spazio al non brillante Maurizio Arena. L'unico elemento positivo è la sempre affascinante Abbe Lane. Si salvano i duetti all'inizio e alla fine del film tra i due mattatori della tv italiana anni '50. Da evitare.
Scorribande di quattro marinai italiani a Barcellona. Il film italo-spagnolo di Giorgio Simonelli, sulla scia del successo dell'omonimo brano cantato da Domenico Modugno (sua la colonna sonora), trascina lo spettatore in un'ordinaria messinscena che si rifà a un certo cinema yankee sui marines. Tutto appare assai datato e mediocre (forse già allora), ma la pellicola persuade sotto il profilo della pura evasione celebrale. La coppia Tognazzi/Vianello ripete stancamente il copione del battibecco. Qualche bellezza di contorno.
Traino (o viceversa?) per l'omonima canzone di Domenico Modugno, che risuona sui titoli di testa e di coda: un quartetto di militari indolenti (ma nell'anonimo gruppo l'unico che svetta è l'aitante Arena) combina pasticci in una libera uscita a Barcelona (poco vista) mentre il comandante li segue come un mastino. Una commedia di equivoci e inganni che avrebbe necessitato di una sceneggiatura più brillante e di attori più incisivi (Tognazzi e Vianello si vedono troppo poco). Per i nostalgici dell'epoca resta una visione godibilmente innocua.
MEMORABILE: Le canzoni di Modugno (quella del titolo e "La donna riccia" nella versione cantata da Abbe Lane prima della rissa al tabarin).
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