Lubo - Film (2023)

Quando Lubo Moser viene privato delle persone che più ama da parte di un'organizzazione che si occupa di eugenetica, organizza la sua vendetta. Interessante film dalle implicazioni inaspettate al quale qualche taglio qui e là in effetti avrebbe giovato al ritmo, purtroppo non sempre regolare: buona la ricostruzione dell'epoca (gli Anni Trenta), bella la fotografia, ben scelto il cast (sebbene tutto o quasi poggi sulle spalle del bravissimo Franz Rogowski, che dà corpo a un protagonista il cui sguardo mite nasconde risvolti inquietanti). Davvero buono e meritevole di visione.

Film veramente double face. Non è facile stare incollati allo schermo perché tempi e dialoghi sono dilatatati, specie nella prima parte che si svolge principalmente di notte. La bravura di Rogowski, la mano del regista e una costante ricerca di location significative e di contestualizzazione storica sono tutti elementi che permettono di compensare quella lentezza di fondo lunga ahinoi 160 minuti o l'aprire e chiudere le sottotrame in modo talvolta farraginoso lasciando irrisolte questioni e ambiguità del protagonista, oltre che degli altri personaggi. Sufficienza di stima.

L'odissea di uno zingaro svizzero a cui le autorità tolgono i tre figli piccoli e contribuiscono al decesso della consorte. Una lunga pellicola che abbraccia tre spazi temporali in cui si osservano le peregrinazioni del protagonista, un intenso Rogowski. Buona la denuncia finale ma soprattutto interessanti le vicissitudini ambientate in luoghi suggestivi con mano attenta dal regista. Da vedere.