Tardo spag con uno dei re del genere, Anthony Steffen; il film, girato con la mano sinistra da Bosch è una poveristica variante dell'andazzo picaresco del Buono il brutto il cattivo. Un pistolero e un messicano sono alla caccia di un malloppo nascosto nella statua di san Firmino. Steffen è il solito imbalsamato pistolero nerovestito, Martin è un peone alla Cuchillo, furbastro e umano. La Alvarado è gran bella donna. Qua e là comunque il film risulta simpatico e meno peso di tanti sottoprodotti simili. Sancho fa un veloce passaggio e se ne va (sottoterra).
Piacevole spaghetti western che diverte con leggerezza e ci regala un Anthony Steffen efficace nel ruolo del duro "Trash". Tutto ruoto intorno ad un tesoro e ai personaggi poco raccomandabili che tentano di raggiungerlo tra cui spicca Fernando Sancho nel ruolo del bandito Firmin Rojas. I frequenti sconfinamenti nel comico sono debitori di Lo chiamavano Trinità, film palesemente richiamato anche nel titolo italiano.
MEMORABILE: Steffen sta rigirandosi un sigaretta spenta tra le labbra, il suo compare gli chiede: "Vuoi accendere?". Risposta: "Non fumo."
Anno di grazia 1972, lo spaghetti western tradizionale lascia il posto al sotto-filone "Western pernacchia"; comunque alcune pellicole (lasciando da parte i vari Trinità) sono abbastanza godibili. "Lo ccredevano uno stinco di santo" è un western molto simpatico, con un Anthony Steffen sempre godibile e un Daniel Martin a mio avviso troppo "clone-cuchillo" ma efficace. Si è visto di meglio ma si è anche visto di peggio (molto di peggio). Più che sufficiente.
Epigono de Il buono, il brutto, il cattivo – la caccia al tesoro e le caratteristiche psicofisiche dei tre personaggi –, alleggerito di gran parte della violenza da dialoghi propendenti al comico. Steffen beneficia del doppiaggio di Nando Gazzolo assumendo un’aria più cupa e dura del solito e Daniel Martin è più affine al Cuchillo di Milian che al Tuco di Wallach, ma il film è portato avanti con la stanchezza di un genere ormai in pieno declino che lo accompagna al dimenticatoio.
MEMORABILE: Il vecchio Carver (Manuel Guitián) che muore dopo aver rivisto l'amica di un tempo.
La caccia a un ricco carico d'oro è il motivo dominante di gran parte dei western spaghetti del periodo e anche questa cooproduzione italo-iberica non fa eccezione. Giocato su toni ironici che stemperano la carica di violenza e la gran quantità di cadaveri, mette al centro dell'azione la strana coppia formata dal Clint Eastwood casereccio Anthony Steffen e da Daniel Martin che invece fa il verso a Tomas Milian, oltre all'onnipresente Fernando Sancho e alla bella Tania Alvarado. Girato con decorosa artigianalità, difetta nel ritmo sonnolento e nella prevedibilità delle situazioni.
MEMORABILE: Il discorso con cui Sancho cerca di convincere i peones a consegnargli la statua del santo.
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