Licia dolce Licia - Serie TV (1987)

Visto l’ottimo risultato in termini di ascolti e di popolarità di Love me Licia, si è voluto perseverare con altri episodi che continuassero la vicenda finto nipponica della protagonista (Cristina D’Avena). Licia, in questa seconda stagione, dopo innumerevoli episodi in cui sostanzialmente ripete il clichè della precedente serie, si conclude con la celebrazione del matrimonio con il suo “ciuffo rosso” Mirko. Deo gratias...

Questa è la seconda delle quattro stagioni prodotte di questa serie, unica nel suo genere (nel bene e nel male...). Gli interpreti (tranne Marrabbio!) sono come al solito poco espressivi, sostenuti da un vivace doppiaggio: forse era una tecnica per rendere l'effetto-cartoon. La trama è ai minimi storici: le peripezie dei due innamorati, contrastati dal simpatico padre di lei. Bene invece i siparietti semi-comici ambientati quasi tutti nel locale di Licia, come i momenti musicali: almeno sono allegri.

Non contenti dello spin-off dal vivo italiano dell'anime Kiss me Licia, intitolato Love me Licia, i produttori di Reteitalia raddoppoiano con questa serie. Le novità, rispetto al serial precedente, sono veramente poche, solo che, anche qui, è difficile apprezzare il look dei Beehive, in special modo quello di "Mirko". Cristina d'Avena, la Licia della serie live, doppiata dalla doppiatrice di Licia nel cartone) e il gatto di Andrea rincgiuso in gabbia. Si ridacchia qua e là, ma è ben poca cosa!

In questa stagione si parteggia più che mai per Mirko, continuamente umiliato da Marrabbio, che tenta persino di sabotarne la laurea! Testi puerili ma belle musiche, trame più intricate e, finalmente, le tanto attese nozze fra i protagonisti (con relativo imprevisto). Si ride, spesso involontariamente, per l'ingenuità di alcune scene e l'eccessiva melassa nei dialoghi tra Mirko e Licia.

A parte qualche ripresa esterna in più, la prosecuzione delle avventure di Licia e Mirko si assesta sulla medesima povertà narrativa: una storia molto schematica e priva di contenuti viene spalmata su trentacinque episodi ricorrendo a flashback che recuperano spezzoni di altre puntate o lunghissime sessioni di prova (praticamente in ogni puntata) in cui ricorrono le stesse cinque o sei canzoni. Le scene al locale con Marrabbio e i due vecchietti, in molti casi probabilmente improvvisate, strappano in più di qualche occasione qualche sorriso. Assai deboli, invece, le scene all'asilo.