Cristina d'Avena in una sit-com/musical sceneggiata dall'autrice dei testi delle sue canzoni, Alessandra Valeri Manera, e dal regista di quiz Stefano Vicario: la protagonista si divide tra l'università, le scenette di vita famigliare (la zia antipatica, i turbamenti amorosi della sorella minore), il suo gruppo musicale, (con Marco Bellavia al basso) e i suoi maldestri spasimanti. Storie innocue, abbondantemente intrise di rosa. Per i giovanissimi.
MEMORABILE: Le canzoncine del gruppo di Cristina, tra le quali si ricorda quella che faceva: "Una grande città, yeah! Una grande città, yeah yeah!"
Altro telefilm made in Italy, che come il quasi omologo Love me Licia è invecchiato malissimo. Le storie sono semplici come quelle dei cartoon sentimentali più zuccherosi, i buoni sentimenti si sprecano. Rispetto all'altro telefilm interpretato dalla D'Avena qualche anno prima, almeno non è imbarazzante.
MEMORABILE: La mitica sigla:... 'arriva Cristina... '
Considerato il buon esito della precedente fiction Love me Licia, si è voluto imbastire una sit-com un po’ meno trash (e forse per questo meno incisiva) sulla vita di Cristina, una studentessa superimpegnata di fine anni Ottanta. Il prodotto è decisamente più dignitoso rispetto alla precedente Cristina D’Avena-fiction, anche se, tuttavia, non ci risparmia del sano trash involontario e scenette davvero imbarazzanti. Un prodotto destinato ai bambini e ai ragazzini brufolosi del 1988. Naturalmente le ho viste tutte all’epoca...
Dopo la versione live di Kiss me Licia, durata già a sufficienza, la cotonata Cristina canterina s'è ritrovata a interpretare se stessa (si fa per dire) in una nuova sfilza di telefilm che narrano le sue vicende quotidiane, tra casa, amici, studio e lavoro. Insomma: un'ennesima produzione made in Italy di serie b sul calar degli anni '80. Tuttavia più dignitosa delle precedenti saghe in cui era vestita come un uovo di Pasqua e cantava filastrocche tutte uguali. Un simpatico flashback di giovinezza.
MEMORABILE: La sigla, orecchiabile e ben costruita ad immagine e somiglianza della protagonista.
Abbandonato il surrealismo delle serie dedicate a Licia, qui Cristina arriva a interpretare praticamente se stessa. Certo, non mancano i momenti particolarmente assurdi come i balletti improvvisati in aula o nei bar, ma trattandosi di un prodotto per giovanissimi trainato dai contenitori Fininvest dell'epoca, ci possono stare tranquillamente. Cristina è l'archetipo della ragazza ambiziosa e dinamica. Un pezzo di televisione che rimpiango, forse perché rappresenta la mia infanzia, o forse per la sua leggerezza e semplicità. Gradevole.
Spin off di Licia, la serie presenta trame, canzoni, personaggi, trucco e parrucco più seri rispetto alla precedente e qualche attore degno di questo nome (Bertorelli, Fenoglio, Migneco). Tuttavia manca l'elemento fondamentale, ossia l'amore: Cristina non avrà mai una relazione seria, dividendosi tra studio, amici e famiglia (ripescato Valerio Floriani, che dal ruolo del fratello di Mirko è passato a quello del fratello della D'Avena). Senza infamia e senza lode.
Francesco Vicario HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneZender • 1/07/09 17:58 Capo scrivano - 48839 interventi
Mi potresti Markus fare l'elenco delle 4 serie di Licia in ordine di tempo e delle 4 di Cristina sempre in ordine di uscita? Così sistemo intanto le schede.