Vocazione "coatta" di giovane altoborghese, chiusa in convento dalla madre dopo aver ammazzato il di lei amante. Per tradurre cinematograficamente la drammaticità del romanzo epistolare di Piovene, il regista azzecca la forma dell'inchiesta giudiziaria, in grado di rendere il moto delle coscienze dei vari personaggi. Bel film, che riprende i toni foschi di Episcopo mescolandoli con la morbosità che vieppiù caratterizzerà il cinema di Lattuada. Paga il pegno ad una certa staticità, da ascriver anche alla coproduzione. Non convincono la Petit e Belmondo.
MEMORABILE: La fotografia dei paesaggi veneti di Gerardi; I personaggi contorti della madre (Petri) e la serva (Vazzoler).
Un'intrigante Pascale Petit è al centro di questo torbido racconto che narra di un'aspra rivalità sentimentale tra madre e figlia. Lattuada porta sullo schermo un romanzo del bravo Piovene aggiungendo quel pizzico di malizia sulle teenager che spesso lo ha contraddistinto. Notevole Belmondo nella parte di... se stesso, mentre fa specie vedere la paciosa Elsa Vazzoler in un ruolo oltremodo perfido.
Una lettera anonima denuncia che una novizia sta per pronunciare i voti contro la sua volontà. Il vescovo invia un sacerdote in convento per indagare... Dal romanzo epistolare di Piovene, un ritratto acido di un ambiente alto-borghese in cui non si salva nessuno, a cominciare dalla ragazza, una manipolatrice bugiarda ed opportunista, con continuare con la madre egoista, l'amante superficiale, la serva maligna, il sacerdote irrigidito dalla dottrina. Regia attenta ma protagonisti non adeguati: Petit bamboleggiante ed anche Belmondo non convince del tutto. Finale processuale frettoloso.
MEMORABILE: A Belmondo che va a caccia: "Ti auguro una bella strage"
Un giovane bellimbusto viene conteso fra due donne, madre e figlia, che se lo rivaleggeranno fino a un tragico epilogo. Il convento sarà solo un modo per sfuggire a una condanna e a coltivare bugie. La storia c’è (è tratta da un libro di Piovene) e Lattuada sa come fare un film “cattivo”, ma la recitazione degli attori porta in un’altra direzione, con un Girotti irrigidito e una Petri sdilinquita. Finale beffardo.
MEMORABILE: Jean Paul Belmondo specializzato nel ruolo di piacione irresistibile.
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CuriositàDaniela • 19/07/17 11:29 Gran Burattinaio - 5946 interventi
Soggetto liberamente ispirato al romanzo epistolare omonimo di Guido Piovene, pubblicato nel 1941.
Il film ha conservato il titolo del romanzo, anche se in esso in effetti si parla di un'unica lettera, quella anonima che dà il via all'"inchiesta" da parte del sacerdote impersonato da Massimo Girotti.