Dopo la morte del figlio in guerra, una coppia tedesca inizia una strenua resistenza contro il regime nazista. A confutare la teoria della totale adesione alle ideologie hitleriane del popolo tedesco, un film tratto da una storia vera che mostra .un episodio poco noto della seconda guerra mondiale. In maniera sobria ma drammaticamente potente si contrappongono fanatismo, ideologia alla ricerca della verità e all'amore filiale. Efficace ricostruzione ambientale ed eccellente interpretazione dei due protagonisti. Da vedere.
Non si discutono le prove degli attori, l'eccellente fotografia e una buona cura dei dettagli che non lo rendono banale. Però la storia scorre su un binario troppo dritto, tanto che il primo momento di gran cinema arriva dopo 70 minuti, quando Persbrandt riassume la malvagità e l'arroganza del potere. Meritevole anche la scena del processo e alcuni fermi immagine sui due protagonisti che rendono bene la loro afflizione. Ma il tutto appare troppo malinconico.
Alla notizia delle morte del loro unico figlio in Francia, una coppia berlinese inizia una campagna silenziosa contro il regime nazista, disseminando per la città cartoline con messaggi che invitano alla rivolta... Dal romanzo di Fallada, a sua volta ispirato alla vicenda dei coniugi Hampel, un film didattico nel senso migliore del termine, che tutto punta sulla forza di una storia di protesta civile, straordinaria per l'ordinarietà di questi eroi loro malgrado, mentre la prova intensa degli interpreti garantisce il coinvolgimento emotivo e la commozione nell'epilogo.
Un episodio minore ma di grande impatto emotivo, verificatosi durante gli ultimi anni della dittatura nazista. Una pellicola delicata ma forte per le motivazioni di due genitori che hanno perduto il loro unico figlio in guerra. Una protesta senza troppo clamore ma che s'insinua malefica tra le maglie dittatoriali generando non poche problematiche. Ottimi i due protagonisti.
Classica operazione anti-nazismo, che si rinnova a cadenze fisse partendo da un episodio storico realmente accaduto. Sulla confezione nulla da dire: ottima fotografia, buoni cast e regia. Peccato che il tutto risulti sempre molto algido e distaccato (come del resto la Thompson e Gleeson). E questo fa sì che non si riesca mai, nemmeno per un attimo, a entrare in empatia con i personaggi. Suscita addirittura più pena il personaggio interpretato da Bruhl, integerrimo funzionario di polizia.
Berlino, anni della guerra; una coppia perde l'unico figlio in battaglia e inizia una solitaria e forse velleitaria attività di propaganda antinazista. Tratto da un celebre libro (e da una storia vera), il film è soprattutto fatto di due grandi interpretazioni. Thompson e Gleason sono strepitosi nell'incarnare due persone comuni schiantate dalla vita e ciononostante pronte a fare l'unica cosa giusta. L'atmosfera cupa dei tempi è ben restituita, mentre non sembrano fortissimi i personaggi secondari. Bello, utile, giusto.
Buon film che ricostruisce una pagina non molto nota della storia tedesca. Il regista, Vincent Perez, sceglie un giusto approccio freddo e distaccato per mostrarci la tenacia dei due protagonisti nel cercare di frenare la macchina propagandistica nazista. Ottima la resa interpretativa di Gleeson e della Thompson, ben coadiuvati dal resto del cast. Molto interessante la scelta di non mostrarci i due coniugi come una coppia di eroi, ma come persone che decidono di fare l'unica cosa che ritengono giusta per arginare un orrore che si diffonde.
MEMORABILE: Anna in prigione chiede una carezza a un vicino andato a confortarla "Chiuderò gli occhi e penserò che sia Otto a farmela".
Antinazismo sentimentale: è quello dei genitori del soldato morto in guerra, che si trasformano in ingenue macchine di propaganda contro Hitler. Un film che si sofferma delicatamente nel dolore privato delle persone e nella devastazione morale di una nazione, unendo l’ottima narratività e certi sbalzi funzionali di ritmo tra tenue intimità e il classico incalzare del thriller, risucchiando lo spettatore in questa forma casalinga e utopicamente eroica di resistenza che ci interroga sulla responsabilità morale di ogni cittadino nel suo Paese.
Durante il nazismo coniugi anziani perdono l’unico figlio in guerra. La loro forma di ribellione alla tragedia personale e di un popolo consiste nello scrivere a mano biglietti contro il regime da lasciare in luoghi pubblici perché la gente li legga. Presto vengono braccati da astuto funzionario della Gestapo. Parte sottotono e poi cresce lentamente fino all’angoscia questo film che ricrea più l’atmosfera di paura e oppressione sulla gente comune che non l’esaltazione collettiva in cui la Germania visse il suo delirio. Perfetta la giusta empatia dei due straordinari protagonisti.
MEMORABILE: La corsa nella foresta del figlio soldato.
Film dimesso come dimessi sono i suoi protagonisti, ma che riesce a essere avvincente perché ci si appassiona alla vicenda di queste due persone normali e alla loro piccola lotta di resistenza contro un regime onnipotente e spietato. Commovente (straziante il suicidio della vecchietta ebrea sola, rimane impresso più di tante scene di orrore) ma non lacrimoso. Gleeson (uno dei più grandi attori degli ultimi trent'anni) e la rediviva Thompson gareggiano in bravura e forse Gleeson vince ai punti. Bella ambientazione berlinese e finale quasi poetico. Simile al film sulla Rosa Bianca.
MEMORABILE: La morte del figlio soldato; Le pudiche effusioni amorose dei due coniugi; "Cosa voglio? Una penna e una cartolina!".
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Daniela ebbe a dire: Galbo ebbe a dire: Metterei nelle note "Tratto dal romanzo Ognuno muore solo di Hans Fallada"
Capperi, allora lo metto in visione. Ho letto il romanzo tantissimo tempo fa, ma mi ricordo che allora mi piacque molto..
anche il film merita...
DiscussioneDaniela • 14/11/17 10:03 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Il romanzo di Hans Fallada da cui è tratto il film è ispirato ad una vicenda reale, quella dei coniugi Hempel: Elise Lemme e Otto Hampel iniziarono a scrivere lettere contro il regime nazista nel 1942, dopo la morte del fratello di Elise al fronte.