Vittorio non c'è più, ma non si può non considerarlo onnipresente nell'ultima fatica del fratello a lui dedicata. E per illustrare l'eterno legame che i vivi sentono con i morti, quale modo migliore di un film che i due sognavano di fare da tempo? Un film su un poeta le cui ultime volontà non sono state rispettate fino a quasi trent'anni dalla morte e sul contenuto del suo ultimo scritto; ambedue le parti sono ammantate di mistero, com'è giusto che sia in quanto sia la morte che le decisioni prese dall'uomo sono insondabili. Vale la pena perdersi in un testamento di tale maestria.
MEMORABILE: In cerca della cassa; Il fraintendimento sul contenuto della bara; Tumulazione e spargimento; Il chiodo nel fazzoletto.
Paolo Taviani omaggia il fratello Vittorio con una pellicola evocativa dedicata al grande Luigi Pirandello, le cui ceneri subirono un triste iter burocratico salvo giungere nel dopoguerra nella sua dislocazione prevista; successivamente, una narrazione di un ultimo racconto del poeta mostra una potenza incredibile soprattutto nel tormentato e commovente finale. Grandi musiche del maestro Piovani e soprattutto cinema vero come i fratelli Taviani seppero fare in passato.
L'omaggio di Paolo Taviani da un lato al fratello Vittorio, scomparso dopo aver fatto coppia fissa con lui per tutta la vita, dall'altro a Luigi Pirandello, autore sempre sorprendente e capace di prestarsi alle letture più diverse. Un film commovente che si avvale inoltre di una splendida interpretazione da parte di Fabrizio Ferracane, uno dei migliori attori del cinema italiano contemporaneo.
Due episodi per Pirandello: l’odissea vera delle sue ceneri e l’ultimo racconto del ragazzino che uccide una bambina con un chiodo. Un film sul lutto, sulla mancanza e soprattutto sull’ineluttabilita della morte e dunque malinconico, dal ritmo quasi onirico o trasognato, a tratti umoristico, sempre nostalgico scrutando tempi andati, dalla guerra alle migrazioni negli Usa. Interessante il taglio impressionistico più che narrativo, suggestivo e convincente nel secondo pezzo, ma dispersivo nel primo dove la cura visiva ha la meglio sul resto.
Il primo episodio (che vale due terzi di proiezione) viaggia su livelli decisamente alti: nel suo bianco e nero riuscito e con un Ferracane validissimo protagonista riesce a suggellare un non facile equilibrio tra dramma e farsa e a raccontare la società italiana del tempo, offrendo più di una sequenza memorabile. L'episodio a colori, pur se caratterizzato da una sua forza espressiva, convince meno oltre a risultare poco in tono con il complesso del film. Un'appendice che forse non sembrava necessaria ma che non incide sul valore tecnico e narrativo dell'opera.
MEMORABILE: L'aereo si svuota; "Stiamo giocando col morto"; La tedesca che si offre al suo ragazzo; I dilemmi del vescovo.
Film in due episodi: nel primo le ceneri di Pirandello subiscono un'odissea prima della sepoltura; nel secondo è trasposto il racconto "Il chiodo". Di pregio formale il primo sia per la parte estetica che per la sostanza; le sfaccettature italiane, sia politiche che umane, ne fanno un microfilm come un vecchio classico. L'appendice finale invece non incide. Ferracane sa essere intenso nella sua lotta per il dovere; piccola nota per Bigagli.
MEMORABILE: La cassa per la partita a carte; Le ceneri nella bara da bambino; Nel cimitero all'aperto.
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