Un film affascinante ed interessante interpretato da una bravissima protagonista, molto amata da Fassbinder che lo stesso ha già usato in altre sue pellicole e che emoziona ad ogni sua battuta. Un melodramma sociale con un forte messaggio politico. Se all'inizio della visione si può avere qualche incertezza, si verrà ampiamente ripagati nel finale. Grande cinema d'autore.
Nell’illustrare l’inane «viaggio verso la felicità di mamma Küster» – la dolente e umile Mira, ipostasi dell’alienazione proletaria – Fassbinder firma la sua opera più spiccatamente politica: non un’opera militante, bensì un melodrammatico pamphlet in difesa dell’individuo abbandonato a se stesso e alle sue sofferenze private, facile preda delle meschine speculazioni dei media, delle manovre interessate di comunisti da salotto vestiti a festa e del fanatismo sovversivo; la liberazione dell’etica e dell’umanità oppresse dall’ideologia e dall’utilitarismo. Sostanziale e polemico.
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Pochi come Fassbinder riescono a fare un film dove la politica si mescola alla perfezione con i moti dell'animo umano. Il viaggio di Mamma Kusters è uno spaccato di vita tragico, impregnato di sofferenza e solitudine. Viene messa in scena la vita spogliata dall'apparenza. La solitudine viene mostrata come unica realtà possibile anche all'interno della coppia. Non si conosce nessuno perché siamo sempre soli in quanto indisposti ad ascoltare l'altro. Un altro grande film targato Fassbinder.
La minor resa rispetto ai capolavori fassbinderiani sta in una ferocia alla quale l'essenzialità dello sguardo registico impedisce quasi consustanzialmente il qualunquismo, ma che pure non riesce quasi mai in questo caso a trovare la misura altrove centratissima del disincanto. Il pessimismo della ragione diventa troppo scopertamente sferzante e a tratti esasperantemente esplicativo, mangiandosi l'anima di questo racconto di sfruttamento politico. Brigitte Mira in versione Mutter Courage è comunque straordinaria e il film da vedere assolutamente!
MEMORABILE: La coppia dei comunisti da salotte (Bohm e Carstensen); I due finali; L'abbandono della casa da parte del figlio e della nuora incinta.
Uno dei film più politici di Fassbinder ma forse è proprio questo a stonare: la facile programmaticità che permea tutto e che c'è dietro ad ogni episodio: la stampa cattiva e manipolatrice, i comunisti borghesi e da salotto, gli anarchici
estremisti. Storia e toni (lucidi, cattivi e spietati) sono quelli tipici del regista tedesco. Ma mentre altrove venivano lanciati chiari messaggi in modo più raffinato e metaforico, qui è un po' tutto troppo spiattellato allo spettatore, quasi a non aver fiducia in lui e nella sua capacità di leggere la realtà.
Un operaio uccide il figlio del suo principale e si suicida, gettando nello sconforto l'anziana moglie che viene abbandonata dai figli egoisti o ignavi, ingannata da un giornalista sciacallo, manipolata da una coppia di comunisti da salotto... Tra i film del regista, uno dei più lucidi e spietati, a cui si può rimproverare solo l'eccessivo didascalismo, anche se in parte mitigato dalla commovente umanità della protagonista decisa a difendere la memoria del marito. Finale tragico quanto paradossale, volutamente destinato a suscitare polemiche all'uscita del film nelle sale.
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HomevideoPinhead80 • 15/07/13 12:13 Controllo di gestione - 358 interventi
Del film ne esistono due versioni. Una presenta un finale raccontato grazie a delle didascalie che spiegano gli ultimi avvenimenti. L'altra presenta un finale alternativo senza didascalie che il regista ha girato per dare un altro significato all'opera.