Sulla carta un intreccio improbabile ma interessante tra film di denuncia (le morti per uranio impoverito) e di genere (l'ospedale preso in ostaggio dal colonnello congedato dall'esercito). Ma la realizzazione, al di là di qualche efficace parvenza di action e delle musiche di Donaggio, ondeggia tra dialoghi scolastici (rigorosamente all'amatriciana) e scene madre miserevoli (in questo mattatrice è la figlia del vicequestore). Tra gli attori ricordo Lionello (nonostante il suo personaggio perda consistenza) e Burruano.
Il buon Fragasso riparte con un film denuncia (soldati italiani ammalati per l'uranio impoverito) in cui si trovano sconsiderate rapine (...una) con inseguimento (in autobus) e super sparatoria (citazione anni '70); inverosimile l'eroina protagonista, bulli tra le forze dell'ordine e drammi familiari. Gli attori sono in parte, soprattutto Tognazzi. Per l'affetto che ho per il regista non posso non dare un buon punteggio: mi sono divertita come con tutti i sui "coraggiosi" film.
MEMORABILE: L'inseguimento e la sparatoria tra la folla. Il finale.
Fa un po' tristezza leggere di certi critici che definiscono "fracassona" questa pellicola... In realtà è cinema d'azione e anche ben fatto (la scena iniziale dell'autobus è davvero notevole); come non fa piacere sapere che un film del genere (coraggioso in tempi di commedie e panettoni) non abbia nemmeno raggiunto i centomila euro d'incasso. La sceneggiatura non manca di difetti e gli attori sono un po' abbandonati a se stessi nella seconda parte, Lionello ha la "faccia giusta" ma il personaggio si spegne. Peccato.
MEMORABILE: Tognazzi è un militare granitico e sofferto, il sottoposto al suo fianco è il figlio del mitico Maurizio Merli.
Il tema è di un'attualità tragica e nebulosa, alcune scene sono ben realizzate, omaggi ai film di genere anni 70, il cast è pomposo ma costretto a recitare in maniera pedestre con dialoghi veramente scadenti. Nel complesso la vicenda appare inverosimile e più adatta ad una fiction televisiva, viste le location ed il finale. Peccato perché la materia merita un approfondimento.
Pensare che un film così riuscito abbia incassato 98 mila euro mi fa arrabbiare: Fragasso è riuscito a creare uno spettacolo sia ricco di tensione (e quindi più che godibile) sia carico di una forte denuncia sociale, quasi mai affrontata dal cinema italiano recente. Bravissimi Tognazzi e Lionello nei rispettivi personaggi, simili come personalità, ma altrettanto bravi gli attori di contorno tra cui spicca Burruano. Bellissimo il finale, un film da riscoprire.
Il film meritava un'altra mano, un'altra forma espressiva, altri attori; al di là della nobiltà di intenti e dell'importanza dell'argomento trattato. Non si possono dirigere solo le scariche di adrenalina e lasciare gli attori liberi senza alcun controllo nella recitazione. Non si può scrivere una sceneggiatura così declamatoria, così brutale, senza un minimo di introduzione all'argomento che non sia invettiva. Non si può ridurre a barzelletta tanta ambizione.
Non è certo il realismo il punto di forza di questa pellicola, che ha però il pregio di trattare un argomento scottante (la cosiddetta sindrome dei Balcani) e non troppo dibattuto. Certo, la sceneggiatura ha i suoi limiti, ma Fragasso, oltre a una buona dose di coraggio, conferma di possedere senso del ritmo e un'invidiabile padronanza nel dirigere le sequenze d'azione. Lionello si perde un po' nel finale, bravo Tognazzi, discrete Bobulova e Burioni, simpatico Burruano, mentre alla Murgia si è concesso troppo spazio.
MEMORABILE: La sparatoria iniziale e il successivo inseguimento in autobus.
Spacconata del poliedrico Claudio Fragrasso, che dimostra di saperci fare con l'azione e la tensione (più che con i suoi innumerevoli horror sgangherati). Film di denuncia sociale che, seppur con evidenti ingenuità e scopiazzature ad altre pellicole statunitensi, riesce a coinvolgere e a tenere sveglio lo spettatore. Buoni anche i comprimari e discreto il budget.
Discreto regista di film d'azione, Claudio Fragasso tenta la carta del cinema di denuncia raccontando una vicenda (dalle basi dolorosamente reali) che parla della guerra nei balcani e di uranio impoverito. Questo genere non è però nelle sue corde e il film non possiede il rigore necessario e collocandosi più dalle parti della fiction televisiva, di livello non eccelso, con scene stucchevoli e dialoghi improponibili. Qua e là ritorna la vena action dell'autore ma il risultato è davvero modesto, nonostante l'impegno di un buon gruppo di attori.
Un soggetto più che interessante che Fragasso cerca di valorizzare al meglio, essendo stato il primo a volerlo portare sul grande schermo a tutti i costi, come ha raccontato la moglie (autrice del soggetto). Purtroppo il risultato non è così eccelso; certo, il mestiere non manca e anche la tensione, ma il cinema di genere non è più quello di un tempo e neanche gli attori sembrano convinti, in particolare Tognazzi. Peccato.
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