Le retour d'Ulysse - Corto (1909)

I registi si cimentano con Omero, ricostruendo per il grande schermo il ritorno a casa di Ulisse. La storia è, ovviamente, risaputa ma comunque sempre interessante. La sua resa però viene appesantita da un uso eccessivo di didascalie esplicative e da una recitazione molto enfatica. Comunque il prodotto è ben realizzato e quindi può essere considerato soddisfacente. Un appunto: le scritte iniziali ci dicono che Ulisse manca da vent'anni, ma le successive immagini ci mostrano il figlio Telemaco come un bimbetto sui dieci anni...

Jules Demaître de l'Academie Française adatta i versi di Omero sul ritorno di Ulisse, ne toglie (per forza di cose) alcune parti (peccato per la soppressione di Argo, ma forse all'epoca sarebbe stata impresa ardua far recitare un cane): ne esce una rappresentazione in cinque parti, interpretata dagli attori della stessa Accademia, che soffre di una certa staticità di ripresa, non mancando però di un certo vigore plastico. I due registi sono i medesimi de L'assassinat du duc de Guise, dell'anno precedente.

La tela di Penelope, i Proci e l’arco di Ulisse: manca solo il cane Argo, ma i fondamentali del finale dell’Odissea ci sono tutti, in una sintesi asciutta, direi liofilizzata, ma efficace. Con la scenografia curata e abbondante è agevole calarsi in una mitologia peplum dove contano più le ambientazioni delle azioni, che pure ci sono, realizzate con tutto il dinamismo necessario in movimenti vorticosi di braccia o corpi, armi e scudi. Le didascalie di derivazione omerica impediscono un minimo di godimento.