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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/03/13 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 18/03/13 19:58 - 9009 commenti

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Prima di arrivare agli ultimi 20-30 minuti, il film si mantiene sui binari di una dignitosa sufficienza. Niente di particolare intendiamoci, ma il “grigiore” che la pellicola diffonde intorno a sé può essere almeno in parte dovuto ad una scelta stilistica (ma ciò non vale per una regia comunque senza particolari guizzi) per meglio mostrare le atmosfere pesanti, dimesse e tristi dell’epoca. Poi arriva quell’ultima parte, eccessivamente melodrammatica e (forse) poco verosimile (e per giunta poco sorprendente) a rovinare quel poco di buono che si era visto prima di allora.

Berta61 19/03/13 15:37 - 17 commenti

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Gran bel film con atmosfere rarefatte, ottima fotografia, sceneggiatura credibile e buoni interpreti, a cominciare dalla protagonista Nina Hoss. Accurata ricostruzione d'ambiente, ma qui è la storia personale ad avere ragione su quella collettiva. Si fuma molto e si parla relativamente poco. Giocano un ruolo decisivo gli sguardi, i silenzi, la voce degli elementi naturali, gli unici titolati a esprimersi nell'assenza di speranza prodotta dal regime dell'ex Ddr. Intenso, trattenuto, a suo modo coinvolgente.

Cloack 77 26/03/13 10:00 - 547 commenti

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La scelta di Barbara è un gioco di finzioni: si interpretano ruoli per uno scopo, ma al momento di scoprire le carte e mostrare il gioco, è la vita che chiede il conto a tutti, sia a chi vuole fuggire sia a chi per mestiere adopera crudeltà e intransigenza. Dal punto di vista dello spettacolo, invece, si è di fronte al solito film tedesco, pallido in regia e talmente trattenuto e controllato da risultare a tratti freddo, troppo costruito e un po' pesante. Certo l'immersione nel periodo è totale, ma si fatica non poco.

Capannelle 8/04/13 14:06 - 4398 commenti

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La scelta del regista è di mantenere l'atmosfera e i caratteri grigi e tristi: una visione coerente ma alla lunga stanca. Fa bene Petzold a non esplicitare maggiormente le scene drammatiche dove avrebbe potuto (dalla ragazzina internata alle perquisizioni della dottoressa) ma non riesce a far decollare la narrazione o dare forza ai personaggi.

Galbo 11/11/13 05:49 - 12380 commenti

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Dramma che si svolge nella Germania dell'est pre riunificazione, ha proprio nell'ambientazione il suo elemento migliore. Siamo tuttavia ben lontani dal film che potrebbe essergli accostato, il capolavoro Le vite degli altri (peraltro di argomento diverso). Il regista non riesce a creare la tensione necessaria alla storia, e la vicenda prosegue senza troppi sussulti tranne, che nella parte finale. Buona la scelta del cast.

Lythops 27/03/14 11:31 - 1019 commenti

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Se è vero che al film nuoce l'accostamento a Le vite degli altri, lo è altrettanto il fatto che persegue scopi diversi e guarda al fenomeno Stasi come a qualcosa di inevitabile, con personaggi che cercano di sopravvivere a esso quasi assuefacendosi. Il film racconta la vicenda in modo distaccato, asettico come la recitazione di tutti in un contesto in cui sentimenti anche forti come l'amore o la pietà paiono vissuti quasi come un dovere, senza trasporto. Il risultato è un film che non decolla mai, statico, alla fine del quale poco resta.

Nando 11/05/14 11:55 - 3810 commenti

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Il plumbeo e soffocante regime tedesco in una pellicola lievemente lenta e rarefatta che si avvale di una buona regia. Ben realizzato il clima nonostante si speri sempre in qualche situazione che possa sbloccare la narrazione sempre troppo lineare. Purtroppo anche il finale non appare così sconvolgente come poteva far pensare. Appropriato il cast.

Myvincent 27/02/17 07:58 - 3726 commenti

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Si fa un po' fatica a capire cosa succede alla dottoressa Barbara, confinata in un paesino anonimo a lavorare in un ospedale di provincia che fa quello che può. Poi il racconto dischiude le sue verità e Barbara saprà scegliere tra i sussulti di Eros e gli obblighi di Ippocrate. Una scelta che il muro fra Est e Ovest della Germania rende pressoché insormontabile, ma che il regista descrive senza ricorrere necessariamente ai toni grigi e smunti del colore.

Thedude94 31/05/22 00:11 - 1089 commenti

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Più no che sì questo film diretto da Petzold, il quale mette in scena la storia di un medico in esilio in un paese lontano dalla città che non si capisce bene né il perché stia lì né il perché compia determinate azioni. La colpa non è di certo della Hoss, che si impegna: è piuttosto la sceneggiatura a essere priva di mordente e di interesse. La regia di Petzold non è male, anche grazie comunque a una fotografia molto buona, con colori al neon che vanno dal blu al rosso. Ma più di questo non si riesce ad apprezzare, per un film povero di storia e coinvolgimento.

Jaspers 4/12/23 02:07 - 150 commenti

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Non particolarmente memorabile, ma nemmeno disprezzabile questo primo capitolo della "trilogia dell'amore in tempi di sistemi oppressivi", ambientato nella Germania anni '80. Petzold dirige al solito con classe, la ricostruzione del periodo è decorosa e Nina Hoss si riconferma una delle migliori attrici contemporanee (buoni comunque anche i comprimari). A non convincere appieno sono il ritmo, giustamente lento ma con qualche "eccedenza", soprattutto nelle scene ospedaliere, la parsimonia nel mostrare la tirannia della Stasi e un finale la cui "lietezza" risulta non necessaria.
MEMORABILE: Barbara perquisita; Stella si presenta tumefatta alla porta.

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