Se non sapessi chi e John Hillcoat mi sarei sperticato in lodi di uno degli autori più visionari e promettenti degli ultimi anni
Suo primo film che vedo (
The Road e
Lawless non ancora visionati, mentre
Ghosts of the Civil Dead e
To Have e To Hold inediti nel nostro paese, ahimè), rimasto rapito dalla sua regia ipnotica e ricercata, che scava nei volti bruciati dal sole, miriadi di mosche in ogni dove, homo homini lupus che filosofeggiano e vivono come il colonello Kurtz di
Apocalypse Now, una natura arida, inospitale, cuore di tenebra nell'assolato e infernale deserto australiano, foto d'epoca che aprono e chiudono il film, violenza belluina mai così realistica e brutale e una chiusa poetica e sospesa
Reminiscenze weireiane e milleriane, polvere sangue e sudore, l'utopia di civilizzare un mondo che vive ancora allo stato brado tra giustizie sommarie e sprezzo per la vita altrui. Looser peckinpahniani da tragedia greca
Immerso nella fotografia ipnotica di Benoit Delhomme, sottolineato dallo score penetrante di Nick Cave, abbagliato da una natura herzoghiana e allucinata, con un finale violento e spietato alla
Arancia Meccanica che lascia il segno
Dopo il folgorante inizio nel capanno con sparatoria cruenta (i fasci di luce lasciati dalle pallottole mi hanno ricordato l'assedio de
Il Buio Si Avvicina), Hillcoat si abbandona ad una narrazione sospesa, quasi da incubo, con Guy Pearce alla ricerca del fratello da uccidere per salvare il minore dalla forca
Squarci di grande violenza : la fustigazione di Nick sulla pubblica piazza con ben 100 scudisciate, teste di aborigeni che esplodono letteralmente a colpi di Winchester, facce spatasciate a pedate, sangue e cervella che schizzano sui muri, cadaveri di fuorilegge impiccati e villipesi, corpi mutilati
"
Canta come un usignolo", e poi bang! Cervella sul muro (antologia da tramandare ai posteri)
Intensa, poi, Emily Watson, di un inquietudine e malessere quasi palpabile, che si fa dolore fisico
Si respira grandissimo cinema e se ne sente l'olezzare del sangue e della morte
Bellissimo l'incontro alla tenebrosa locanda tra Guy Pearce e il cacciatore di taglie di John Hurt (che disquisisce su Darwin e odia gli irlandesi)
Lo script potrebbe risultare logoro, ma Hilcoatt compie un lavoro che e gioia per gli occhi e per l'encefalo
Un delitto che il film (da noi) sia uscito staight to video
Per chi se lo fosse perso da recuperare assolutamente