Road movie americano del 1972, rozzo ma efficace con finale posticcio e qualche buco di sceneggiatura (la madre che sa che la figlia è con i due ragazzi...). Una ragazza e due ragazzi sono braccati dalla polizia e cercano in tutti modi di scappare e di raggiungere il Brasile.
Ciofeca nello "stile" a metà fra grindhouse e post-Easy rider così caratteristico di certa serie B americana dei primi anni '70, sporco e grossolano, piatto e trucido, figlio a suo modo dei Meyer e dei Lewis ma senza la loro estrosa follia. A dirla tutta, una palla. Mesta apparizione di una sciupatissima Gloria Grahame.
A tratti molto crudo, a tratti grottesco e quasi inattendibile. Reazionarie più che mai le istituzioni a stelle e striscie contro un biker che ha la sola colpa di essere al mondo e di aver lo spirito libero: in Easy rider il concetto di caccia alle streghe è solo sfiorato, qui pervade tutto il film... Al di là di quello di una visione ne è degno, perché è discretamente pulp, senza però aspettarsi grosse emozioni... arriveranno in un paio di decenni...
MEMORABILE: Lo sceriffo zoppo col sigaro; la madre della ragazza, quando ricicla lo spinello.
Ruvido, non orrido: gli attori se la cavano, alcune sequenze sono ben girate ma lascia il tempo che trova. Tecnicamente ha delle cadute rovinose nel pressappochismo; il suo vero punto debole è la monotonia dell'insieme, che accoppiata alla seriosità lo rende poco divertente. Sui titoli di coda una voce ci ricorda di aver assistito a "una storia cominciata per scherzo e finita tragicamente" e ci avverte che "il delitto non paga" (tanto per marcare definitivamente il territorio d'exploitation).
Noioso road movie dalla sceneggiatura tiratissima: terzetto di hippie ribelli, improvvisati criminali, fuggono dalla polizia. A metà strada dal precedente Easy rider di cui non possiede il fascino, e il successivo Zozza Mary pazzo Gary di cui non ha la spettacolarità; tenta in maniera vana di virare sul truce, con effetti speciali pessimi e scene d'azione sconclusionate. Banale e fiacco anche il finale, unito alla morale della voce fuori campo a sensibilizzare i giovani sul crimine, che fa apparire il film ancora più obsoleto.
MEMORABILE: La mamma di Julio, brontola con la figlia perché si fa uno spinello, ma poi glielo sequestra e se lo fuma lei...
Sulla falsariga di Easy rider, Gangster story e di tutti i loro epigoni 70s del filone sui bikers e di quello sulle fughe disperate in auto di giovani hippie, ne rappresenta un esempio piuttosto grezzo; il low-budget è evidente, script e montaggio risultano a tratti pasticciati e il messaggio di fondo risulta abbastanza ipocrita e puramente exploitation. Restano qualche scena violenta riuscita, un buon Stockwell (anche se come mezzo indiano proprio non è credibile) e quel fascino consumato delle pellicole grindhouse dell'entroterra Usa, ma rimane al di sotto delle aspettative.
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