Grottesco melodramma crepuscolare travestito da film erotico (o viceversa) girato con due lire da Gaburro sotto pseudonimo e circolante anche in versione con inserti hard, com'era d'uso ai tempi. Basata su mezza paginetta di sceneggiatura, risibile negli snodi narrativi e psicologici, la storiella si dipana con una lentezza e ripetitività esasperante. Ad aggravare la situazione, la presenza di due protagonisti, la Petrelli e Di Mejo, di desolante insignificanza. L'androgina maitresse Paola Montenero sfoggia invece un suo inquietante appeal.
MEMORABILE: Il ridicolo festino erotico conclusivo.
Decadente e ultrapoveristica telenovela a luci (più o meno, a seconda dell'edizione) rosse, il cui stringatissimo soggetto qualcosina avrebbe pure potuto offrire, ma per arrivare al tutt'altro che inaspettato finale chiarificatore occorre scendere a compromessi con la spietata catatonia di montaggio e recitazione (a parte la Montenero, brava attrice anche in tali infimi contesti) e a parentesi erotiche sovente terrificanti (il cliente nazi). Improponibile per la maggioranza dei palati, ma le belle ambientazioni autunnali spingono alla clemenza.
Squallidissimo softcore con brevi inserti hard (in alcune copie) che non si discosta troppo da certi lavori similari di Andrea Bianchi; convince perlomeno la prova dell'algida Montenero di cavalloniana memoria e stupisce (relativamente) la presenza di De Mejo, comunque in tono minore. Aureli è un laido paralitico e il resto è fondamentalmente un porno con qualche accento morboso, tra cui siparietti da eros-swastika e blasfemi. Resta comunque misteriosamente guardabile, in virtù di un ritmo discreto e di una certa atmosfera d'altri tempi, decadente e lasciva.
Sulla carta avrebbe dovuto essere il film della svolta di Gaburro, con altro cast e alt(r)e ambizioni; ne è uscito questo oscuro oggetto cinematografico a metà tra un Avati rancido e un Andrea Bianchi ancora più decadente e sleazy. Sarà la commistione tra (anti)erotico alle ultime cartucce e il primo hard tricolore più tetro e squallido o l'atmosfera crepuscolare/autunnale, ma questo "oggetto strano" ha fascino da vendere. Non per tutti, ma agli amanti del cinema più oscuro e morboso forse piacerà.
MEMORABILE: Il sadico nostalgico nazista; Il clima tetro e decadente che si respira per tutto il film; La presenza di un'ottima e ambigua Paola Montenero.
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