Film che ha diviso a suo tempo le opinioni; per alcuni è un piccolo cult sullo stile de La capa gira poiché è girato in un piccolo paesino dell'Abruzzo e per la simpatia dei personaggi (i vari fratelli Antò). La mia opinione è leggermente diversa: la simpatia dei personaggi c'è senza discussioni, ma la storia è proprio povera povera; va bene la prima parte in Abruzzo, ma poi la fuga in Olanda fa scadere il film nel patetico e pone il film su un binario morto; il cast di semi sconosciuti è bravo, ma certo ha i suoi limiti.
Bizzarro semidocumento d'epoca girato anni dopo l'uscita del libro cult generazionale a cui è relativamente fedele, con un simpatico cast di non professionisti (solo Pistilli diventerà un pallino di Milani), ma anche tutti i vizi della commedia giovanilista italiana anni '90, eccezion fatta per l'ambientazione abruzzese che finisce per essere fresca e insolita. Da vedere solo per provare a rivivere certe atmosfere d'epoca, dalla Bologna dei centri sociali all'Amsterdam da stereotipo italiota, fino al culto della tv verità di Raitre.
MEMORABILE: La puntata di Chi l'ha visto col caos che si scatena sotto gli occhi di una impassibile Raffai.
Pellicola divertente, simbolo di un'epoca, la fine degli anni 90, in cui sembrava possibile girare commedie giovanilistiche non banali in grado di fornire anche uno spaccato sociale del nostro paese. Il film è girato solo 15 anni fa, ma pare un'altra epoca, ormai. Comunque simpatica la storia dei punk abruzzesi e molto bravi gli interpreti, con una citazione particolare per Flavio Pistilli e la stella cometa di quegli anni Regina Orioli.
MEMORABILE: Il casino clamoroso durante una puntata di "Chi l'ha visto"!
Gli attori sono perlopiù non professionisti e spesso la cosa si nota, i dialoghi il più delle volte improbabili; nonostante tutto risulta simpatico e piacevole specie per come è messa in scena l'idea del punk di provincia disorientato e solo nella grande città, girato bene e con diverse belle trovate; oggi fa rivivere con nostalgia un periodo italiano interessante.
Per alcuni è un cult-movie generazionale Anni '90, forse perché in definitiva l'ambientazione è di ben nove anni prima rispetto all'anno del girato e tratto dal romanzo della Ballestra, che agli albori trovò anche un certo consenso - persino televisivo/mediatico - come giovane scrittrice dalla penna arguta. Dalla "tristezza" della provincia - siamo a Montesilvano - alla vita da "fuori sede" universitaria a Bologna (cruccio della Ballestra) e poi il sogno a Amsterdam. Un film riuscito in parte, ma che tiene l'attenzione su alcune tematiche esistenziali allora come oggi attuali.
Riccardo Milani HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 17/02/22 09:32 Capo scrivano - 48962 interventi
Un piccolo omaggio a Donatella Raffai (qui nel suo "ruolo" più celebre, per il quale è presente nel film), da poco scomparsa (il 10/2/22). Grazie a Fedemelis per il fotogramma.