La gang dei doberman - Film (1972)

La gang dei doberman
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Doberman Gang
Anno: 1972
Genere: gangster/noir (colore)
Note: Aka "La gang dei dobermann".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il capoccia indiscusso (Mabe) di una sparuta gang di fuorilegge, dopo un colpo evidentemente finito male a causa della poca professionalità dei suoi uomini capisce che tutto potrebbe andar meglio con soci più efficienti che non si distraggano nei momenti chiave e, dopo aver osservato una notte come tre dobermann riescano a far arrestare dei ladri d'auto in un grosso parcheggio circondandoli, si convince di avere in mano l'idea giusto per realizzare una grande rapina in banca: dall'esercito si fa consegnare sei dobermann e un addestratore di cani lupo e insieme a loro, alla ragazza e pure ai vecchi complici organizza il colpo. A effettuarlo dovranno essere i cani, preventivamente istruiti. Ognuno con...Leggi tutto un ruolo ben preciso e la missione di ripartire con in bocca le sacche col denaro. Nell'ampia galleria di film in cui i cani hanno un ruolo preminente, quello di Chudnow s'inserisce sfruttando poco il lato divertente dell'idea. Qualche traccia d'ironia c'è (quando in scena un cane di razza diversa regolarmente, durante l'addestramento, sfigura di fronte ai meravigliosi ed efficientissimi dobermann) e le musiche di matrice country sembrerebbero voler suggerire un accostamento alla commedia; in realtà la sceneggiatura sceglie altre vie puntando alla descrizione dei rapporti tra i membri della gang (in special modo tra il militare e il boss) e a un poco stimolante ibrido tra film per ragazzi e caper movie, diretto blandamente e basato essenzialmente sull'unica idea - originale, per carità - di far realizzare il colpo ai dobermann. L'attesa è quindi tutta per il momento in cui dalla teoria si dovrà passare alla pratica, ma anche in quello non c'è nulla in grado di rendere memorabile l'operazione. Debole il comparto attoriale; tanto che il regista a volte sembra puntare più sui cani e sulla loro eleganza nei movimenti (con tanto di ralenti nella corsa). Si respira comunque la felice aria libera dei Settanta, anche per via delle ambientazioni in campagna dove la gang progetta il colpo; ma persino nel genere, a dire il vero, si trova di meglio. Il finale con sorpresa non ha la forza sufficiente per poter gridare al colpo di scena e conferma la fiacca linea di conduzione usata fin lì.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/16 DAL DAVINOTTI
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Daniela 4/07/17 13:03 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Scoraggiato dall'inettitudine dei suoi compari umani, il capo di una scalcinata gang pensa di ingaggiare sei doberman per la sua prossima rapina in banca... L'idea sarebbe pure simpatica ma la realizzazione è da cani, sia in senso metaforico che letterale, dato che sono proprio le bestiole a fornire le prove attoriali più convincenti. Il finale vorrebbe essere beffardo ma risulta fiacco come tutto il resto né vale a rendere il film meno noioso la pimpante colonna sonora di Alan Silvestri che anzi risulta spesso incongrua. Solo per appassionati cinofili o cinefili di modestissime pretese.

Pessoa 2/10/22 21:45 - 2476 commenti

I gusti di Pessoa

Film incerto sulla strada da prendere che affida una storia brillante, destinata prevalentemente aun pubblico di ragazzini, all'interpretazione di una muta di inquietanti doberman che dimostrano all'uopo di essere in grado di fare molto male con tanto di scene splatter. La poca accuratezza nel target si riflette un po' in tutta l'operazione e alla fine, manco a dirlo, a fare la figura migliore sono proprio le splendide bestiole, addestrate alla grande, mentre lo script si perde in derive obsolete e maldestre. Solo per gli appassionati del genere, meglio se non troppo giovani.
MEMORABILE: La bravura dell'addestratore; L'innegabile bellezza dei protagonisti canini.

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  • Musiche Daniela • 4/07/17 13:18
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Si tratta del film d'esordio per Alan Silvestri, compositore e direttore d'orchestra di colonne sonore cinematografiche destinato, dopo una lunga gavetta con produzioni minori, a diventare il compositore di fiducia di Robert Zemeckis, con cui ha collaborato in quasi tutti i film da lui diretti.

    Molti altri i titoli di rilievo: Fandango, Predator, Pronti a morire, Spy, solo per citarne alcuni.
    Ultima modifica: 6/07/17 16:15 da Daniela
  • Curiosità Zender • 14/03/18 14:25
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: