La difesa esemplare della fortezza di Deutschkreutz - Corto (1967)

La difesa esemplare della fortezza di Deutschkreutz
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Titolo originale: Die beispiellose Verteidigung der Festung Deutschkreuz
Anno: 1967
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/05/11 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 4/05/11 09:15 - 3855 commenti

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Difficile commentare questo corto di Herzog, anche perché non ne ho capito bene il senso. Assistiamo all'ingresso di quattro giovanotti in un forte, qui trovano divise e armi rimaste dopo la guerra e incominciano ad inscenare, sempre più convinti, la vita militare. Tutto questo senza nessun dialogo, sostituito da una voce off che parla di cose che poco o nulla hanno a che fare con quanto stiamo vedendo. Probabilmente si vuol far capire l'insensatezza della guerra, ma se è così il messaggio (per me) è molto ermetico.

Rebis 6/05/11 08:36 - 2398 commenti

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Quattro sconosciuti esplorano un rudere anticamente adibito a manicomio. Rinvenute le armi e le divise dell'esercito russo abbandonate dopo la Seconda Guerra Mondiale, inizino a giocare ai soldati... L'assenza di un nemico contro cui combattere è la presenza che infesta questo luogo abbandonato dalla società civile (tra i suoi ospiti figurò nientemeno che la Bathory) dove l'attesa e il gioco sostanziano la vanità del tempo. Immerso in una rarefatta alienazione, pregno d'implicazioni filosofiche, il terzo cortometraggio di Herzog è una decifra dell'insensato eroismo bellico.

Pigro 18/05/11 11:45 - 9862 commenti

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Quattro tipi trovano divise militari in un castello/manicomio abbandonato, le indossano e si trasformano in soldati. Insomma, l'abito fa il monaco (pardon, il soldato) e così svela l'assurdità dell'uniforme e di ciò che comporta. Satira antimilitarista, dunque, ma con ironia teutonica: se le immagini ci propongono per un quarto d'ora immagini dei quattro che giocano alla guerra come un filmino vacanze, il sonoro propone la voce di qualcuno (un matto?) che delira sulla guerra stessa. Il tutto con molta velleità intellettuale e poco costrutto.

Lucius 23/03/12 21:11 - 3019 commenti

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Una location inestimabile al centro del corto di Herzog riesce con la sua storica imponenza non solo a far da cornice alla storia ma ad impreziosire il valore dell'opera. Un gruppo di uomini riesce a penetrare in una fortezza abbandonata, rinviene uniformi militari, le indossa. Il tempo sembra fermarsi e al contempo si ripropone nei fasti della suo antico ingranaggio. Quante vite possiamo vivere?

Mickes2 16/02/14 01:04 - 1672 commenti

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L’attacco come miglior difesa. In guerra tutto è concesso. La voce fuori campo – esclusiva, delirante - accompagna un gruppo scalcinato di ragazzi all’interno di un’ex fortezza/manicomio. Il tempo che scorre innocuo e il nulla fuori costringono all’azione, ludica, pazza o eroica (ma è la stessa cosa?) che sia. Un corto concettoso, di raggelante ironia sulla follia e l’inutilità della guerra, immerso in un b/n sgranato e costruito, tra esagerazioni e linguaggio dei corpi, come un film muto. Discreto.

B. Legnani 10/04/15 14:42 - 5598 commenti

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Intrigante corto (circa un quarto d'ora), opera giovanile di Herzog, che lascia inizialmente perplessi, ma che negli ultimi cinque minuti, con rigore teutonico, scandisce con la voce fuori campo (che da buffonesca si fa serissima) princìpi militareschi che colpiscono, tipo "meglio perdere una guerra che non farla". Opera strana, bizzarra, ma decisamente non priva di un certo fascino.

Raremirko 1/04/15 23:26 - 578 commenti

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Discreto e suggestivo corto con vago messaggio morale antimilitarista e strana voce che commenta le scene; originale per location e spunto, non risulta pesante e si lascia seguire senza problemi. Rivisto da poco, mi ha riconfermato le già positive impressioni avute la prima volta; vale la visione ma il vero Herzog sta comunque da altre parti.
MEMORABILE: Il dialogo che rimanda alla contessa Bathory, riguardo a una tecnica che permette di conservare la pelle con il sangue.

Pinhead80 10/08/24 13:11 - 5068 commenti

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Quattro ragazzi riescono a penetrare una sorta di fortezza/manicomio ormai disabitata. Qui troveranno delle divise militari e cominceranno a inscenare una difesa del luogo che fa dell'ipotetico attacco la migliore arma contro il nemico. La voce fuori campo sembra quella di un folle che vaneggia pronunciando frasi legate all'importanza di combattere la guerra (anche a costo di perderla), piuttosto che non farla. Se il messaggio del regista voleva essere antimilitarista allora è difficile comprenderlo appieno. Nonostante l'opera sia a tratti ostica raggiunge la sufficienza.

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