Tutti insieme…anacronisticamente. La mitologia greca (Ercole e un Ulisse adolescente) e la Bibbia (Sansone, Dalila e i Filistei) coabitano un peplum disadorno e movimentato che a dispetto dell’impostazione parafumettistica non arretra dinanzi ad uccisioni di donne (crocifisse) e persino di bambini (trafitti con dardi e lance). Entrambi in forma e oliati a dovere, Morris e Lloyd si danno un gran daffare con macigni e colonne di cartapesta, mentre una bionda Orfei proietta tutto l’ambiguo fascino di Dalila. Dirige lo specialista Pietro Francisici.
Inizio e fine indimenticabili. Si parte con un terribile mostro marino nel mare di Itaca: tràtassi di innocua foca che sguazza in poche decimetri d'acqua, ripresa in primissimo piano e "doppiata" con feroci versi animaleschi. Conclusione alla "Arrivano i nostri!", con Ercole che poi consiglia Sansone di diffidare di Dalila.... Morris di fronte all'impassibile Lloyd pare Gassmann (anche grazie al doppiaggio di Cigoli). C'è pure qualcosa di carino (come la Orfei che nuota nel Treja e la trionfante cartapesta del pre-finale), ma resta sotto al mediocre: *½
Mitologia in libertà. L'inizio (prima dei titoli) è tra i più ridicoli nella storia del cinema. Poi si procede tra un'assurdità e l'altra; e tra uno sbadiglio e una sghignazzata è davvero un'impresa alla Ercole arrivare sino alla fine. È sopportabile grazie alla presenza di belle attrici, ma questo è troppo poco per salvarlo dal dimenticabile.
Il peggiore peplum che abbia mai visto. Già dalla scena d'inizio in cui si vedon scappare dei naviganti atterriti da una foca si intuisce la qualità del film. Si sarebbe portati a pensare a qualcosa di comico, ma tremendi scenari di cartapesta, attori che recitan male e la mancanza di una valida regia segnano in modo irreparabile il film. Neanche Liana Orfei e la Fulvia Franco riescono a salvarlo. L'unica cosa buona sono i titoli di testa, piuttosto originali.
Saltabeccando disinvoltamente tra l’epico, il mitologico, lo storico e il biblico, il regista Pietro Francisci, colui che rilanciò alla grande in Italia il genere peplum-sandalone, realizza uno di quei film di “rappresentazione fantascientifica del passato” che solo una facoltosa cultura visiva sincretica che attinge alle competenze greche, romane e giudaiche poteva consentire. Libertà d’invenzione e sciatteria produttiva, genialità artigianale e mediocrità registica la fanno da padrone, ma l’eccedenza irreale del film possiede un certo fascino.
MEMORABILE: Nel film sentir parlare di Gaza, territorio nel nostro tempo tristemente legato ad accadimenti bellici, fa una certa impressione.
Ok la povertà di mezzi, ma quando apri un film usando come mostro marino una placida foca doppiandola con dei versi orribili... beh, hai perso in partenza. Anche perché la noia avvolge lo spettatore dal primo all'ultimo momento. È pieno di trovate comiche... peccato che siano involontarie. Mancano invece totalmente quelle in grado di salvare una sceneggiatura davvero insipida. La fotografia è di valore, unica cosa funzionante.
Privato di Mario Bava, che aveva curato la fotografia e gli effetti dei suoi primi Ercole, e pure di Steve Reeves (qui sostituito dai peggiori Kirk Morris e Richard Lloyd, che è in realtà un lottatore iraniano), Francisci sembra aver perso quella vena che sapeva unire l'ironia e l'avventura fantastica dirigendo un film sciatto e senza particolari brividi di piacere. Mezzo punto in più per l'avviso "Stai attento a Dalila" fornito a Sansone...
Il muscoloso Ercole e un imberbe Ulisse, per ora solo fidanzato di Penelope, partono da Itaca per sconfiggere un terribile mostro marino ma naufragano sulle coste della Giudea dove si trovano invischiati nelle sanguinose lotte fra Sansone e i Filistei. Grottesco peplum che frulla senza alcuna logica la mitologia greca e la tradizione biblica e dove imperano incontrastati il ridicolo involontario e la povertà dei mezzi, ben evidenziata dai miseri fondali di cartapesta. I forzuti Morris e Khoshabe sono i due eroi del titolo mentre Liana Orfei è una tanto fascinosa quanto infida Dalila.
MEMORABILE: La povera e innocua foca fatta passare per una belva mostruosa.
Pietro Francisci HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneReeves • 7/05/25 08:47 Contratto a progetto - 801 interventi
Un elemento di continuità con gli altri Ercole di Francisci comunque c'è: Aldo Pini anche qui è il nocchiero della nave di Ercole, come in Le fatiche di Ercole e in Ercole e la regina di Lidia.