Forse la casa del titolo sarebbe stato opportuno caratterizzarla in altro modo rispetto al romanzo di George Agnew Chamberlain, dal momento che il rosso in un film in bianco e nero non ha alcun modo di distinguersi... Sta al centro di un bosco "maledetto" e si accende soprattutto nei ricordi di Pete Morgan (Robinson), lunatico contadino che vive con la sorella (Anderson) in una fattoria sperduta ai margini dello stesso. Hanno una figlia adottiva, Meg (Roberts), che ha appena fatto assumere il suo amico Nath (McCallister) presso di loro per dare una mano. Tutto sembra andare per il meglio, ma quando una sera Nath decide di tornare al paese dove abita usando come scorciatoia il bosco, Pete comincia a...Leggi tutto lanciare anatemi implorandolo di usare la strada principale: "La passerella è rotta... e poi c'è il pantano... si sentono delle voci che ti rimarranno nelle ossa per tutto il resto della vita!". Ma Nath se ne frega e, superando un cartello che dice "Passaggio a vostro rischio" si ritrova tra sibili, ombre, vento forte e un clima da tregenda che lo porta presto a far retromarcia. E' così che cominciamo a capire come il luogo sia, a quanto pare, stregato o poco meno. La casa rossa vi sorge all'interno chissà dove e va evitata a ogni costo non si capisce bene perché, legata per oscuri motivi al passato di Peter. Delmer Daves, che ha adattato per lo schermo il romanzo di George Agnew Chamberlain e l'ha diretto, cerca in ogni modo di rendere misterioso un luogo che tuttavia fatica a sembrarlo. La casa diventerà protagonista solo nel finale e non riesce a trovare nella pur valida fotografia il fascino evocato dalle frasi apocalittiche di Edward G. Robinson; così come non convince del tutto lui, più spiritato del solito e fin troppo assente, in alcuni frangenti. I toni melodrammatici del film lo ancorano al suo anno d'uscita e lo appesantiscono, impedendo alle diverse anime della storia di emergere a dovere. Si apprezza l'insolita malizia con cui sono tratteggiati i personaggi più giovani, con intrecci amorosi che riservano più d'una sorpresa e colpisce l'innocenza con cui invece è caratterizzata la dolce Meg, poco a suo agio quando si cominciano a tirare in ballo i sentimenti. Bizzarra la figura del ragazzo che sta "a guardia” del bosco con un fucile, ma è chiaro che il perno attorno a cui ruotano i misteri è il Peter Morgan di Robinson. Inizialmente solo un po' strambo, col passare dei minuti mostra una cupezza d'animo insospettata e un amore mai sopito nei confronti di una misteriosa Jenny. Chi è? Che relazione ha l'uomo con la casa rossa? Mescolando un'ultima parte più tipicamente thriller che anticipa qualcosa di PSYCO a un'atmosfera invece più sognante ripresa nell'epilogo e in altri momenti, il film ha saputo conquistare più d'uno, a dispetto di musiche invadenti ed enfatiche che azzerano spesso la tensione (come durante la prima esplorazione nel bosco)... Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Solido dramma psicologico avvolto dal mistero, dove le voci si mischiano al vento e la verità (inconfessabile segreto) è nascosta dentro una casa rossa sperduta in un bosco favolistico e minaccioso. Delmers Daves guarda in faccia la suspense e dirige con competenza un Edward G. Robinson in stato di grazia: tormentato, allucinato e divorato dal passato e dalla colpa. Anche il resto del cast non delude, a cominciare dalla brava Judith Anderson. Pregevole il finale.
MEMORABILE: Robinson che con la faccia stravolta e gli occhi spiritati grida al suo giovane aiutante: "Sei mai scappato urlando?"
Film bizzarro, di difficile collocazione circa il genere (è un noir-fiabesco-thriller-drammatico) e zeppo di spunti intriganti e interessanti. Anche le chiavi e i livelli di lettura si sprecano: da quelli più "materiali" ed evidenti a quelli più "alti" e psicanalitici. Ma ciò che conta davvero, in questa fiaba di formazione con tanto di bosco da attraversare e di "lupo" cattivo da affrontare per diventare adulti e godere le "gioie" della maturità, è il risultato ottimale. Magnifica l'eccellente fotografia, che esalta la prova di un Robinson in forma smagliante.
MEMORABILE: Il volto, a tratti luciferino di Robinson, esaltato dalla fotografia che ne illumina i
lineamenti folli, possessivi e, in alcuni frangenti, smarriti.
Melodrammone inevitabilmente datato, raccontato con toni favolistici che lo rendono un prodotto curioso e intrigante, a dispetto del ritmo non esattamente serrato. Il mistero legato alla casa rossa del titolo diviene via via più chiaro e, pur non giungendo esattamente a sorpresa, il finale colpisce per atmosfera e l'ottima prova di Robinson, vero mattatore della pellicola.
C'è una casa rossa divorata dalla natura dove si cela un mistero terribile che qualcuno vuole proteggere a tutti i costi. Più che un thriller è un film drammatico con screziature mystery, come una fiaba antica con tanto di bosco "nemico" e desiderio ostinato di sconfiggere il male. Mentre Edward G. Robinson gigioneggia con le espressioni facciali, Judith Anderson ricopre un ruolo insolitamente positivo. Se non fosse tirata un po' troppo per lel unghe la storia della casa, sarebbe stato un classico.
Tra fiaba nera, melodramma e thriller psicologico, un film che giocando con pochi e semplici elementi (la misteriosa casa sperduta nel bosco) riesce a trasmettere un'atmosfera sinistra e una tensione palpabile. Magari lo spettatore odierno mangerà la foglia in anticipo, ma Daves gestisce bene ogni componente del racconto, riservando qualche sorpresa anche sul tradizionalmente più datato versante sentimentale. Ottimo Robinson nel suo oscillare tra sinistri ammonimenti e cupa rassegnazione, ma anche il resto del cast (giovani compresi) è all'altezza. Musiche evocative di Miklòs Ròzsa.
Un thriller le cui troppe venature favolistiche sbiadiscono molto gli intenti di una regia che allude al mistero di una "casa rossa" (difficile da individuare nel b/n), nucleo attorno al quale si dipanano i fatti della trama. L'inquietudine che dovrebbe suscitare è limitata a qualche folata di vento e a qualche effetto sonoro soffocato da una musica greve e spesso fuori luogo, e anche l'ambiguità del personaggio principale si percepisce troppo tardi ed è avvolta da sottotrame sentimentali che distolgono dal tragico segreto al quale via via si allude. Robinson ha fatto di meglio.
Delmer Daves HA DIRETTO ANCHE...
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Prezioso recupero da parte della A&R la quale ci consente finalmente di visionare col doppiaggio italiano questo bel film di Delmer Daves. Il video è nient'affatto male, con una scala di grigi corretta, una buona definizione e, più in generale, ben poche imperfezioni. L'audio consta del rarissimo doppiaggio italiano d'epoca e della traccia inglese. Il nostro flusso risente di un fruscio continuo che non intacca affatto la fruizione, sempre puntuale. Per chi mastica doppiaggi d'epoca, elargisco la notizia che trattasi di un bel CDC, con, per portare un'esempio, l'insuperabile Besesti su Robinson. La pellicola ha una durata complessiva pari a 100' 17'' e dispone sia di sottotitoli italiani completi, che di quelli forzati per coprire alcune lacune del doppiaggio nostrano. Il materiale extra consta, oltre al prevedibile trailer e alla galleria fotografica, i sempre sfiziosi titoli di testa alternativi in italiano. Il dvd è un doppio strato da 5.71 gb.