La cagna - Film (1931)

La cagna
Locandina La cagna - Film (1931)
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Titolo originale: La Chienne
Anno: 1931
Genere: drammatico (bianco e nero)

Cast completo di La cagna

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Tutti i commenti e le recensioni di La cagna

TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/12/07 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 12/12/07 23:42 - 9586 commenti

I gusti di Cotola

Splendido film in cui Renoir mescola abilmente il genere drammatico con quello noir. La prostituta Lulù, infatti, non è altro che uno dei primi e riuscitissimi esempi di femme fatale. Notevoli e funzionali alla trama, oltre che alla visione del regista, gli inserti ironici. Staordinaria, come al solito, la prova attoriale di Michel Simon, così come pure quella di Janie Marèze che è perfetta nell'incarnare una desiderabilissima dark lady a cui nessun uomo saprebbe sfuggire.

Homesick 26/03/10 17:51 - 5737 commenti

I gusti di Homesick

Fin dai primi secondi, con i burattini di un teatrino che introducono i personaggi del film, è chiara la volontà di Renoir di girare un’opera epocale: l’instabilità della morale borghese e delle sue opprimenti istituzioni – in primis matrimonio e leggi - , il ruolo perturbatore della donna mendace e materialista, i rapporti di potere tra gli individui e la minuta e realistica descrizione degli ambienti non sfuggiranno ai registi dei decenni a venire, non ultimo il primo Fassbinder. Eccelso Simon nell’illustrare, tra amarezza e ironia, la parabola discendente dell’umile Legrand.

Capannelle 27/05/13 08:36 - 4586 commenti

I gusti di Capannelle

Celebre film ripreso da Fritz Lang nel 1945 con La strada scarlatta. Versione, quella di Lang, che ho preferito; ma va detto che l'opera di Renoir, per essere del 1931, ha indubbi meriti: uno stile di ripresa moderno e ficcante, due interpreti maschili in gran forma, specie lo spaccone (Dedè) interpretato da Flamant.

Pigro 19/06/13 08:26 - 10167 commenti

I gusti di Pigro

Il feuilleton diventa poesia che si nutre di un realismo cronachistico per penetrare nei recessi imperscrutabili dei sentimenti. Introdotta dai burattini, la storia dell’impiegato innamorato, raggirato da una vamp e dal suo amante, attraversa la commedia, sfora nel boccacesco (col ritorno del marito creduto morto), approda alla tragedia e ricade nell’amara descrizione delle meschinerie umane. Renoir sperimenta uno stile raffinato e pittorico di movimenti di macchina e di sguardo interiore, sostenuto dall’interpretazione del grandissimo Simon.

Giùan 12/05/14 12:59 - 4964 commenti

I gusti di Giùan

È il 1931 e Il piccolo teatro di Jean Renoir è gia grande cinema: i suoi fili perfettamente oliati, i suoi dinoccolati attori burattini conchiusi nel loro destino e nei loro tipi da marionetta, le sue scenografie popolari ormai significanti oltrechè significative. La cagna diverte e terrorizza, incanta per la modernità dei suoi scarti narrativi (il compendio "naturalistico" ancor prima che realistico del registro comico e drammatico) e sbigottisce per il suo determinismo disincantato eppure spietato. Straordinari il curvo Simon e l'impettito Flamant.

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