Stupendo! Un film (quasi) muto, in b/n, che allude/cita i grandi esordi, da Méliès a (soprattutto) Lang, ma con straordinaria modernità. Una storia teneramente fiabesca e fumettosa (magari alla Eternauta, data la comune origine argentina), in cui nella città con gli abitanti senza voce il cattivo Signor TV vuole annientare tutti. Una continua inventiva geniale, sempre pertinente, dal bimbo senza occhi all’uomo topo. Un'eccellente colonna sonora. E la folgorante idea di inserire le battute mute di ciascuno dentro l’immagine in maniera graficamente dinamica.
Straordinario omaggio al cinema che fu (ambientazione, fotografia, sonoro) realizzato con ottimi effetti visivi e quintali di idee registiche. Certo, detto così suona come l'ennesimo film arty di un regista che si crede genio, ma Nadir ha il grande merito di mettere la regia al servizio di una sceneggiatura che, se è vero che in qualche passaggio poteva essere snellita, vuole comunque dire qualcosa (per conto mio riuscendoci) e non essere mero accessorio. Un film che fa tornare bambini.
Un film girato con una cura mostruosa, che sembra poter essere girato 80 anni fa ma che in realtà fa uso di grafiche dal taglio modernissimo e di un montaggio gustosamente kitsch. La storia è per grandi e piccini ed è raccontata con una delicatezza che poteva avere solo un film muto messo in scena come se fosse un enorme cartone animato che cita Lang, Melies, l'espressionismo e persino Hans Richter, accompagnato da musica armoniosa e sempre sincronizzata al secondo con tutto ciò che si muove sullo schermo; un film meraviglioso, per farla breve.
Schizza il cervello su Urano e si resta ammutoliti nell'assistere a quali inenarrabili prodigi è capace di combinare Sapir: invasato da illustri archimandriti e dai primi pionieri dell'affabulazione visiva (da Dreyer a Lang, da Murnau ai surrealisti, da Méliès a Frank Miller, passando per Orwell e il cinedadaismo), ci delizia con bordate di magia visionaria generate e non create dalla stessa sostanza dell'Ineffabile. Restare umiliati da un sovraccarico di bellezza con la b retoricamente maiuscola è il rischio da accettare se se ne intraprende la Visione. Quando la parola film diventa riduttiva
Un magnate controlla una città senza voce. Si parte col popolo sottomesso (e chiari riferimenti alla dittatura argentina, ma non solo) e il medium di massa che s’impone dall'alto. Stilemi del cinema che si rifanno all'espressionismo tedesco (Lang su tutti) proposti con buona inventiva, specie nell'uso dei suoni e delle scritte al posto dei dialoghi. Musica, che ricalca il periodo del muto, piuttosto pesante nella prima parte, poi diviene più coinvolgente anche per via della trama, che assume connotati favolistici nel raggiungimento dell’antenna del titolo.
MEMORABILE: La voce senza volto; Il playback saltato; Le parole che evaporano.
Piccolo grande gioiello argentino girato come un muto, quindi quasi privo di dialoghi sonori, in uno splendido bianco e nero. A restare nella memoria però non sono solo le immagini, ma una storia pienamente coinvolgente e ricca di trovate estremamente fantasiose e riuscite, tra tutte quella di rendere i dialoghi alla maniera dei fumetti. Gustose e riuscite le citazioni-omaggio a Meliès e Lang. Anche la colonna sonora fa in pieno la sua parte. Piacevolmente "fiabesco" e affabulatorio, con un messaggio che arriva forte e chiaro. Poco conosciuto ma meritevolissimo di recupero.
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A proposito, Rebis: questo è il film di cui parlavamo ieri sera.
Sì, grazie Pigro, lo avevo recuperato dalla tua pagina ;)
DiscussionePol • 14/10/11 19:24 Servizio caffè - 185 interventi
Questo è uno di quei film che consiglio a tutti, c'è dentro una passione per il cinema che mi ha colpito assai e soprattutto riesce ad essere un film "d'autore" senza risultare noioso o masturbatorio. Sono curioso di sapere le vostre impressioni...