L'ordine divino - Film (2017)

L'ordine divino
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/04/19 DAL BENEMERITO ALF62
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Alf62 5/04/19 10:37 - 64 commenti

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Anno 1971, referendum per il voto alle donne nella "civilissima" Svizzera. Nora, modello di una società patriarcale e maschilista, inizia un percorso di consapevolezza che la porterà a diventare paladina dei diritti di genere. La ribellione contro un "ordine divino", che relegava lei e le sue compagne di percorso in ruoli disciplinati, impone la figura femminile come detentrice di diritti inalienabili. Noi "itaker" immigrati ci facciamo un figurone, in barba alle sfilate restauratrici veronesi.

Kinodrop 5/11/20 19:57 - 2921 commenti

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Nora, come tutte le altre donne oppresse da una legislazione maschilista a oltranza, prende gradualmente coscienza dei suoi diritti, aderendo a un movimento di lotta per l'estensione del voto. La regista punta il dito contro una società arretrata (in piena Europa) che ha concesso solo negli anni Novanta un diritto inalienabile facendo leva sui più arcaici pregiudizi di genere, attraverso una commedia che smussa parecchio le angolosità del problema e sottolineando più la solidarietà femminile nell'opporsi ai tanti tabù, sorvolando invece sul difficile iter della conquista.

Daniela 25/04/22 12:38 - 12625 commenti

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Nel 1971, alla vigilia del referendum per concedere il voto alle donne, in un piccolo paese svizzero una casalinga fino ad allora timida e sottomessa acquista consapevolezza dei propri diritti,  riuscendo poi a coinvolgere altre compaesane in azioni di protesta... Altro che paese civilissimo, la Svizzera era tanto inchiodata a una visione ultra-tradizionalista del ruolo femminile da essere uno degli ultimi stati europei a riconoscere il diritto di voto: il film mostra questo passaggio in maniera convenzionale e talvolta poco convincente, ma tuttavia risulta piacevole da seguire.

Pigro 10/01/24 11:11 - 9635 commenti

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L’emancipazione femminista di una donna nel paesino di campagna alla vigilia del tardivo referendum svizzero per il voto alle donne. Bel ritratto individuale che rispecchia una battaglia sociale e che trova nel nome ibseniano della protagonista, Nora, la chiave di volta narrativa, capace di tenere insieme il racconto di un’esperienza e il suo simbolismo. E quindi: un film in cui tutto è molto prevedibile e tutto è molto gustoso al tempo stesso, ben ideato e ben condotto, pedagogico ma non pedante, drammatico con ironia.

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