L'homme au sac - Corto (1908)

Un divertente personaggio si aggira per le strade con un sacco magico combinando guai a destra e a manca facendo sparire chiunque non gli vada a genio. Arrestato più volte, cercherà prima di fuggire e poi di scagionarsi mostrando la sua abilità. Divertente cortometraggio di Victorin-Hippolyte Jasset che in quattro minuti mette in scena una storia semplice ma intrigante, che fa del suo punto di forza l'utilizzo dei trucchi di magia. Il protagonista sa il fatto suo e utilizza con destrezza lo strumento oggetto di mistero. La cosa migliore del corto sono i vari tentativi di fuga.

L'uomo col sacco, figura atta a spaventare i bambini disubbidienti, con la minaccia di essere rapiti, è il protagonista, tutto sommato bonario, di questo interessante corto di Jasset. La presente declinazione francese del soggetto cattura (nel sacco, ça va sans dire) coloro che gli danno noia e - cosa sorprendente - riesce anche a inghiottire il proprietario, favorendone così la fuga dal carcere. Finale liberatorio, in entrambi i sensi. Gli effetti di sparizione e riapparizione sono resi bene, ma ciò che più conta è il tono scanzonato che pervade i quattro minuti del cortometraggio.

Discreto corto, pervaso da uno spirito "gioioso" che riesce a catturare lo spettatore per tutti i (pochi) minuti di proiezione. Discreti, ma sostanzialmente sempre uguali, gli effetti di sparizione e ri-apparizione; gli interpreti sembrano divertirsi mentre girano il filmato. Un piccolo lavoro che, pur non facendo certo gridare al miracolo, consente di passare qualche istante in completo relax. La storia è presto narrata: il personaggio del titolo riesce a far scomparire, dentro al suo sacco, non solo chi non gli garba, ma anche se stesso.

La storia ha il sapore di una fiaba: c’era un uomo con un sacco magico, nel quale faceva scomparire uomini e animali... Insomma, dall’atmosfera da incantesimo antico alle inevitabili situazioni bizzarre che possono risultare, complice la magia del cinematografo, che qui traspone i trucchi meliesiani en plein air. Il racconto è buffo, molto strutturato e fa leva non solo sulla stranezza ma anche sulla caratterizzazione dei personaggi, dall’enigmatico e sornione protagonista ai caricaturali poliziotti. Vivace e perfino divertente.