Kate - Film (2021)

Dopo i recenti Gunpowder milkshake e Jolt, un altro revenge-movie con un'antieroina che prende in egual misura da Léon e dai soliti Kill Bill e John Wick; tutto già ampiamente visto altrove, ma il mestiere del regista è innegabile e l'ambientazione giapponese veramente ben resa e fotografata, al punto da diventare un elemento fondamentale alla riuscita del film, tra dialoghi in lingua, vicoli e locali illuminati dai neon e ost con artisti locali. Ottimo il cast, sia anglofono che nipponico e girate con gusto le scene action, dalla violenza sopra alla media; davvero un buon film.

Addestrata sin dall'infanzia a diventare una spietata killer professionista, Kate ha un ripensamento di fronte all'ennesimo bersaglio, un uomo che ha accanto la giovane figlia; da qui un'irreversibile catena di azioni e reazioni che ribalteranno certezze e regole. Ennesimo revenge-movie ambientato a Tokyo, colorato, ipercinetico e ben orchestrato, ma le cui derivazioni sono talmente evidenti da sfiorare l'effetto "cover", a partire dagli exploit dell'eroina ammazzatutti fino all'intreccio (poco chiaro) di malavitosi autoctoni e importati. Prevedibilissimo ma non annoia.

Scoperto di essere stata avvelenata con il plutonio, una killer professionista decide di utilizzare le 24 ore di vita che le restano per scoprire chi è stato... Ecco l'ennesima donna bella e letale che spara, guida e mena meglio di qualsiasi uomo del circondario ma possiede pure un istinto materno pronto a risvegliarsi quando capita l'occasione. Se il coundown è mal gestito e incide poco, l'ambientazione giapponese dovrebbe rendere tutto più stiloso ma il film è talmente derivativo e prevedibile da suscitare irritazione per lo spreco dei talenti di Winstead e Harrelson.  

Una killer ha ventiquattro ore di tempo per vendicarsi dopo essere stata avvelenata. Sorta di action notturno con una storia che ha poco di originale e perdipiù è discretamente prevedibile. Però intrattiene, grazie alle ottime scene di combattimento e a una regia efficace. Mary Elizabeth Winstead sorprendente: molto empatica, al contrario di Harrelson. Discutibile la colonna sonora.

Buono. E non in quanto abbia qualche effetto speciale in più degli altri, ma perché finalmente un po' di psicologia entra in un film d'azione, se vogliamo anche un fumettone, che si avvale di un'attrice di rara bellezza ed espressività, intensa nell'interpretazione della sofferenza. Adrenalinico quanto basta, lascerà forse con la bocca asciutta gli amanti del genere ma non chi vi lamenta l'assenza di una logica, seppur elementare.