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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Jerry Zucker era evidentemente il meno umoristicamente dotato, nel famoso trio ZAZ dell'AEREO PIU’ PAZZO DEL MONDO. Lo si arguisce facilmente constatando la scelta di puntare come regista su commedie mielose come GHOST e al fallimento ottenuto con il ritorno al demenziale di RAT RACE. Come produttore sceglie qui di finanziare una commedia sentimentale strampalata e quasi mai divertente chiamando a dirigerla quel P.J. Hogan che invece già aveva ben figurato con Rupert Everett nel brillante e riuscito IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICO...Leggi tutto. Pur disponendo di un cast strepitoso (oltre a Rupert e alla protagonista Kathy Bates non si possono non citare, in parti minori, Dan Aykroyd e Jonathan Pryce versione stagionato singer rubacuori) il film è davvero frustrante; una commedia senile strabordante di buoni sentimenti che mette in scena una Kathy Bates massaia repressa incapace di muoverci a compassione: mollata dal marito (Aykroyd, l'unico in grado di essere simpatico a dispetto di un personaggio negativo) partirà da Chicago per l'Inghilterra con la volontà di presenziare al funerale del suo cantante favorito da poco ucciso nel di lei quartiere. Troverà lì a sorpresa l'amante gay di lui (Everett) col quale coltiverà un rapporto di complicità e amicizia. E’ imbarazzante la poca sapienza con cui si inseriscono, in un plot insulso, personaggi forzatamente fuori dagli schemi (la nana, il lavavetri) con la speranza di creare un divertimento arguto alla fratelli Coen e ottenendo al contrario un insieme di cattivo gusto raro. L’incontestabile bravura della Bates non basta a salvare il film dalla noia, prigioniero com’è di gag avvilenti alternate a pedanti dialoghi da commedia finto-sofisticata.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Non male, dopotutto:
Pigro - Mediocre, ma con un suo perché:
Galbo, Marcolino1 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., Daniela - Gravemente insufficiente!:
Festo!
Diretta dall'australiano P.J. Hogan, Insieme per caso è una commedia dalla ottime potenzialità in gran parte sprecate. La storia della casalinga americana non particolarmente affascinante che stringe amicizia con il compagno di una rockstar defunta si prestava sulla carta ad ottime trovare brillanti. Purtroppo la sceneggiatura non è stata adeguatamente calibrata e restano solo poche gag buone disperse in un contesto assai scontato che la brava coppia di protagonisti pur impegnandosi molto non riesce a mitigare.
Sulla carta i personaggi - bizzarri e divertenti - ci sarebbero pure, interpretati da un cast di gran pregio: Bates casalinga inquieta, Aykroyd marito fetente, Price fantasma canterino rubacuori, Everett gay elegante e fascinoso. Il risultato purtroppo invece non è solo deludente rispetto alle ragionevoli aspettative, ma risulta tanto loffio da suscitare insofferenza. In particolare, l'epilogo con la trasmissione televisiva è uno dei più brutti ed imbarazzanti che mi è capitato di vedere ultimamente. Voto basso per lo spreco di talenti.
Non ho parole. La mia recensione dovrebbe finire qui, ma sarò più dettagliato. Gli attori, peraltro bravi, né ci credono né riescono a risollevare questo disastro. La sceneggiatura è semplicemente indecente e si traduce in due ore di noia. Julie Andrews in versione Rocky a tirare cazzotti mette tristezza. L'idea del regista era quello di creare un film sulla diversità, ma ne viene invece fuori un prodotto banale, quasi uno spot-pro-gay (senza scene che però facciano riflettere sul tema). "Film" è un eufemismo...
MEMORABILE: Kathy Bates che alla fine canta "Can't Smile Without You"; Non solo il significato della canzone è bello, ma la canta pure bene. Poi, il nulla...
Un cantante gay (ucciso), una fan innamorata, il fidanzato di lui: se poi al terzetto si aggiunge una “nana” scatenata (travolgente Meredith Eaton), ce n’è abbastanza per una commedia divertente e strampalata, che si giostra tra caratterizzazioni riuscite (con attori azzeccati) e un plot strambo ma funzionale al più puro divertissement, senza rinunciare ad affondi quasi demenziali. Il film scioglie le briglie della composizione ben fatta per abbandonarsi a trovate che tuttavia riescono sempre a lasciare il segno. Non male.
La svolta particolare da "thrilling-musical" che viene presa a un certo punto del film era un potenziale per sviluppi decisamente più prosperi, unito al rimando puntuale verso un celebre film di Nicolas Roeg, con una sorta di semi-spoileraggio latente. Troviamo anche una critica alle ipocrisie di facciata con un pizzico di humor nero (il funerale). Sfortunatamente la percentuale più alta del film ripete il solito romanticismo mieloso e retorico con un banale leit-motif del "prendiamoci per mano tutti insieme".
MEMORABILE: L'incontro rocambolesco con il serial killer.
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