Il teatro - Corto (1921)

Keaton torna a confrontarsi con l’ambiente già attraversato nel Retroscena diretto da Fatty Arbuckle, ma la sua versione è davvero tutta un’altra cosa: semplicemente geniale. Dallo strepitoso sogno egocentrico che moltiplica l’attore in tutti i personaggi (e dall’altrettanto sorprendente risveglio) alle tante situazioni estrose condotte con un’inventiva da lasciare a bocca aperta e, soprattutto, molto divertenti. Quasi un’antologia tematica keatoniana: il sogno, il doppio, l’animale, la catastrofe, la tecnologia, l’illusione... Travolgente.

Macchinista teatrale vagheggia di esser un one man show, ma intanto deve star dietro alle improvvide necessità dello spettacolo quotidiano. Primo corto di Keaton prodotto "trough" la First National e autentico spartiacque della comicità cinematografica. Si può veder come documentario storico sul vaudeville, gioiello d'avanguardia tecnologica (i trucchi che moltiplican i Buster sullo schermo), ennesima variazione sul potere del sogno contrapposto alle costrizioni della realtà. Capace di sorprender come un Kubrick e farci sorridere come davanti a Mèlies.

Messa in scena di uno spettacolo anticipata dal sogno in cui Keaton mostra il suo estro nel dar vita a ogni personaggio. La comica prosegue con lo show vero e proprio (con buoni movimenti sul palco), in cui Keaton interpreta anche uno scimpanzè (seppur con meno idee). Finale spettacolare con l’allagamento di notevoli dimensioni e classico matrimonio con simpatico dubbio tra le gemelle.