Il potere del cane - Film (2021)

Il potere del cane
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Titolo originale: The Power of the Dog
Anno: 2021
Genere: drammatico (colore)
Note: Jane Campion ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Venezia.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/21 DAL BENEMERITO PAULASTER
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Paulaster 5/10/21 10:06 - 4391 commenti

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La vita del ranch diviene il fulcro per descrivere le psicologie dei personaggi, anche se molto viene girato trattenendosi. La nevrosi di Cumberbatch (bravo), i suoi intimi trascorsi, l'iniziale bullismo col figlio della Dunst, vengono esplorati senza lasciare che deflagrino, e il film stenta a decollare. La regia è ispirata, esce dai soliti stereotipi del genere western e si evita il classico effetto polveroso della fotografia. La coppia Dunst/Plemons ha però empatia pari a zero: sembrano tra loro due estranei.
MEMORABILE: Il banjo che copre il suono del piano; La rivista nascosta.

T. hermill 22/11/21 00:45 - 17 commenti

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Phil e George Burbank sono due fratelli dai caratteri completamente opposti che gestiscono un ranch nel Montana: il loro già precario equilibrio verrà definitivamente sconvolto dal matrimonio di George con la vedova alcolista Rose, la quale si porta appresso anche l'efebico figlio adolescente. Dare meno di tre pallini a Jane Campion sarebbe una cattiveria, eppure il film scorre con fatica: meglio evitare di concentrarsi troppo sulla trama per abbandonarsi alla bellezza delle immagini. Peccato per Kirsten Dunst, totalmente fuori parte.

Daniela 13/12/21 21:46 - 12626 commenti

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1925, Montana. In una fattoria isolata, il precario equilibrio tra due fratelli dal carattere molto diverso si spezza quando il mite George sposa una vedova con un figlio adolescente... Film impegnativo a partire dal titolo, mutuato da un verso della bibbia, ma appagante, in cui la tensione deriva dall'incertezza circa gli esiti dalla guerra subdola contro la fragile cognata condotta dal protervo Phil, le cui esibizioni di maschia rudezza mal celano pulsioni inconfessabili, mentre l'epilogo sorprende per astuzia e crudeltà. Belle le prove degli interpreti, maestosa la messa in scena.

Galbo 4/12/21 18:57 - 12380 commenti

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Ambientato nel Montana americano durante gli anni '20, un Western che ricorda nelle atmosfere e in uno dei temi principali uno dei film migliori di Ang Lee. La Campion realizza una pellicola rarefatta, dal ritmo lento, più concentrata sull'introspezione psicologica che sulla storia. Riuscito visivamente, e fotografato in maniera magnifica, trova un limite nell'essere eccessivamente criptico e un pò contorto. Perfetti Cumberbatch e Plemons, meno centrata l'interpretazione di Kirsten Dunst. Non male ma inferiore alle aspettative. 

Xamini 9/12/21 13:13 - 1247 commenti

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Un dramma che a un'occhiata superficiale parte raccontando una vicenda non particolarmente avvincente in modo lento. La sua forza sta invece in un genere di dettaglio che richiede attenzione, in tutto un sommerso di non detto, rivelato parzialmente da gesti. La Campion è maestra nel renderne il peso attraverso la sensualità di un movimento, l'indagine di un particolare, la cattura di un istante. È a questo livello che si trova la narrazione, è qui che la bravura di Cumberbatch, la disperazione della Dunst, lo sguardo affilato di Smit-McPhee rimescolano le carte per costruire l'esito.
MEMORABILE: La corda; Il coniglio; L'esibizione al pianoforte; Il fiore di carta.

Thedude94 11/12/21 01:27 - 1089 commenti

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Mettere in scena in maniera precisa, con una regia comunque buona, una storia del genere non basta a Jane Campion per realizzare un grande film, perché sembra mancare per tutta la durata di cuore e passione. Le prove degli attori protagonisti sono più centrate sulla fisicità che sull'emotività, e questo non è che sia proprio un male; ma per identificarsi in certi personaggi purtroppo non basta quanto fatto. Va bene la fotografia, le scenografie western, ma la sceneggiatura presenta diversi dialoghi spezzati da un montaggio troppo secco, che fa perdere il ritmo e allunga il brodo.

Lou 15/12/21 23:19 - 1119 commenti

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Il disagio di Rose e del figlio Peter, adolescente effeminato, che nel ranch del marito di lei George devono sopportare le prepotenze del rude e spietato Phil, ricordano il capolavoro della Campion Lezioni di piano, ma qui la regista neozelandese non riesce a ripetersi, se non per la cura formale e le suggestive ambientazioni. La storia è lenta e contorta, e si arriva stremati e annoiati al decisivo finale.

Reeves 18/12/21 11:24 - 2174 commenti

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Come molto spesso le capita, Jane Campion propone una storia densa di contenuti "alti" raccontati con una cura formale che può colpire l'occhio ma che è fredda, cerebrale, senza passione. E un quasi western senza passione è davvero un ossimoro. A questo si aggiunge una recitazione decisamente manierata fino a risultare alla fine irritante. E' come un dolce con troppo zucchero.

Kinodrop 19/12/21 18:43 - 2922 commenti

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Anni '20: nel Montana, due fratelli diversissimi tra loro possiedono un grande ranch vivendo contrasti più o meno forti, che si accentuano quando uno di loro si sposa con una vedova che porta con sé il figlio dal carattere antitetico a quell'ambiente rude e ostile. Un'indagine psicologica che contrappone Phil (Cumberbatch), rustico e astioso per un pregresso non detto, al nuovo arrivato, per arrivare a una conclusione drammatica ma non imprevedibile, rivelatrice della sensibilità e delicatezza della Campion. Suggestive la cura fotografica e le musiche di Greenwood. Cast appropriato.
MEMORABILE: I fiori di carta; La cena col Governatore; Banjo vs pianoforte; L'ombra di Bronco Henry; La corda.

Pigro 28/12/21 10:21 - 9636 commenti

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Lo strano titolo dai Salmi invita a una storia dove il senso biblico di colpe e vendette passa attraverso un’ostica narrazione fatta di lievi nuances, dove il non detto conta più del detto. Storia di virilismo da cowboy che impatta contro l’omosessualità latente e repressa in un arcaico mondo macho e rude soccombe a una moderna maschilità gentile o delicata. Uno sconquasso fatto di bradisismi, in cui i due fratelli allevatori, la donna in caduta verso l’acolismo e il figlio efebico giocano una silenziosa e violenta partita da tragedia classica.

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Jdelarge 30/12/21 20:43 - 1000 commenti

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Jane Campion realizza un film che riesce a mantenere alto il livello di suspense grazie all'enigmaticità dei personaggi coinvolti. I temi trattati sono molti, ma tutti affrontati con il giusto rigore. Dall'omosessualità più o meno repressa alla difficoltà dei rapporti familiari, con una fantastica e metaforica montagna come sfondo che osserva le vicende umane. Tutto il cast in grande forma. Il finale risulta un po' sbrigativo rispetto all'andamento generale del film.

Enzus79 13/01/22 21:20 - 2874 commenti

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Tratto dall'omonimo romanzo. Negli spazi deserti del Montana si svolge questa sorta di western moderno in cui la vita di due fratelli viene "stravolta" dall'arrivo di una donna e di suo figlio. Film che non si fa apprezzare certamente per i ritmi (bassi) ma per la storia, con personaggi ben delineati e soprattutto ben interpretati e anche dalle scene di forte intensità emotiva. Regia della Campion più che efficace. Discreta la colonna sonora di Greenwood dei Radiohead.

Bubobubo 29/03/22 23:30 - 1847 commenti

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La presenza di Kodi Smit-McPhee come coprotagonista maschile denuncia da subito, come in passato, il carattere atipico del western di Campion, sorretto dal fitto reticolo di giustapposizioni polifoniche e contrapposizioni dialettiche che le psicologie dei personaggi (figure metaforiche chiamate a significare Altro) intessono fra di loro. Odissea dunque di tormenti, di rimossi, di rimpianti, di ostilità speculari per paura di riconoscere la propria figura in quella della nemesi: intelligente e inaspettato il twist noir del finale. Unica grande pecca, il nessun coinvolgimento emotivo.
MEMORABILE: Rose (Dunst) scivola nella spirale dell'alcol; Il dono truffaldino delle pelli che Peter (Smit-McPhee) fa a Phil (Cumberbatch).

Capannelle 5/04/22 00:04 - 4399 commenti

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Quasi un buon film, per il tratteggio abile dei personaggi e per certe libertà che la Campion si prende nel maneggiare gli stilemi del western classico, trasferendo i rapporti di forza tra uomini su un terreno nuovo in cui prevale il non detto e il rude mondo mandriano deve fare spazio a valori più moderni. Nonostante l'apporto degli attori e una efficace fotografia la vicenda denuncia però qualche compassatezza e forzatura di troppo, che richiedono una certa concentrazione per assaporare appieno i passaggi del film.

Cotola 12/05/22 19:56 - 9012 commenti

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Film che rientra prepotentemente nel novero dei film di regia. Parliamo di una regia classica, nel senso meritorio di sobria e invisibile. Ma alla fine ci si accorge che tanto invisibile poi non è, vista la scelta - vincente - della Campion di raccontare una storia classica attraverso una sceneggiatura che punta moltissimo su sottintesi e non detti che solo alla fine troveranno la loro piena e beffardamente crudele spiegazione. E in un cinema ipertrofico ed usa e getta come quello di oggi ci vuole coraggio a fare un film così, che entra sotto pelle sempre più col passare del tempo.

Giùan 18/02/23 10:44 - 4540 commenti

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Inquieto, a tratti respingente, proprio come i landscape del Montana e i suoi singoli protagonisti e personaggi, il film della Campion ha il merito di non esplicitare mai fino in fondo le sue tensioni prevalenti, lasciando che le pulsioni omoerotiche tra Cumberbach/Mcphee come le latenze misogine e opprimenti che sabotano il rapporto Dunst/Plemons, detonino ambiguamente soffuse eppur esplosive. Restano certo alcuni aspetti "estetizzanti", nel flusso narrativo forse ancor più che nello stile visivo, che impediscono di esplorare più a fondo la seduzione del cane che è in ognuno di noi.
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  • Discussione Capannelle • 29/11/21 19:16
    Scrivano - 3487 interventi
    Che titolo bizzarro, per non dire brutto. Hanno fatto bene a manetenerlo come l'originale?
  • Discussione Rebis • 29/11/21 19:47
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Assolutamente sì, perché è la metafora che nutre il film, ovvero il potere di chi sta al guinzaglio. A me il film è piaciuto molto e non trovo che il titolo sia brutto, anzi! 
  • Discussione Pigro • 24/12/21 10:19
    Consigliere - 1659 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Assolutamente sì, perché è la metafora che nutre il film, ovvero il potere di chi sta al guinzaglio. A me il film è piaciuto molto e non trovo che il titolo sia brutto, anzi! 
    Interessante questa interpretazione! In realtà, la citazione è biblica: "Salva l'anima dalla spada, salva il cuore dal potere del cane", che indicherebbe semmai altro, considerando che nei tempi biblici il cane non è l'animale che sta al guinzaglio, ma una bestia sporca e infida. Il salmo è quello del "Mio Dio perché mi hai abbandonato?" e si riferisce all'uomo umile in balia dei potenti, prima insidiato dai tori, poi dai leoni e dai cani malvagi, e quindi - appunto - alla fine viene invocato Dio affinché ci liberi dalla spada e dal potere (i re nemici che che rendono schiavi gli ebrei) rappresentato dai cani e, a seguire nel versetto dopo, nuovamente dai leoni. Cioè: il mondo sarà dei mansueti e non dei potenti (come i cani). Visto che il salmo è esplicitamente citato nel film, nella sequenza finale, credo che SPOILER!!!!!!!!!!!!!! si riferisca al fatto che il mansueto protagonista si è liberato del potere del cane arrogante... ovviamente con una buona dose di sarcasmo visto il 'come' è avvenuta la liberazione, che rende il mansueto ben poco pio, come i Salmi vorrebbero.
    Ad ogni modo, mi sembra un titolo troppo cervellotico. Non ci fosse stato il riferimento dichiaratissimo alla Bibbia, a mo' di "adesso ve lo spiego" (che però non è certo una spiegazione facile), avrei accettato un'interpretazione più immediata (e molto bella) come la tua, ma con l'esatta citazione dei Salmi concordo nel dire che il titolo è francamente troppo (e lo dice uno che ama i titoli intellettual-sfiziosi...).
  • Discussione Didda23 • 24/12/21 10:46
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    La qualità di questo tipo di interventi, rende ancora di più il Davinotti un sito prezioso. Grazie di cuore, Pigro.
  • Discussione Daniela • 12/01/22 22:08
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Golden Globe 2022: miglior film drammatico, miglior regista e miglior attore non protagonista (Kodi Smit-McPhee). 
  • Curiosità Zender • 28/03/22 10:37
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Jane Campion premiata agli Oscar 2022 come miglior regista.