Nel non affollatissimo filone dedicato ai cani assassini, MAN'S BEST FRIEND merita un posto di riguardo: per la gradevolezza della recitazione, per la cura negli effetti speciali, per la sceneggiatura non buttata lì come spesso capita, per come si è riusciti a rendere credibile una storia che prevedibilmente troppo credibile non è: il nostro Max infatti, un poderoso cagnone addestratissimo, ha in sé il dna di altri animali dall'istinto di sopravvivenza sviluppatissimo. Basta solo vedere come si arrampica sugli alberi da perfetto felino, o che velocità in corsa è in grado di raggiungere... Se ne stava in un laboratorio di ricerche genetiche al servizio...Leggi tutto del solito dottore senza troppi scrupoli (Lance Henriksen, sempre perfetto nel ruolo), ma una giornalista arrivata lì di nascosto per filmare le atrocità della vivisezione (Ally Sheedy, con look alla Sigourney Weaver) lo libera lasciando che il bestione combini sfaceli in città. Una trama semplice sviluppata con coerenza, con qualche scivolone nello strascicato finale ma piacevole da seguire persino nel prevedibile scontro tra Henricksen e la polizia, al solito mai in grado di presumere i pericoli connessi alla fuga di un simile killer a quattro zampe. Non si lesinano crudeltà (un gattino ingoiato, un pappagallo spiumato...) a conferma di un film naturalmente poco originale e modesto ma solido come certi B-movie di qualità.
Siamo al cospetto di un cagnone (Max) farcito con il DNA di svariati animali, diventato "leggermente" suscettibile e possessivo nei confronti della padrona. In più, le sue unghie si allungano per salire sugli alberi e urina acido. Può bastare? Eppure, tra un'indagine che ruba preziose inquadrature al peloso e ringhiante protagonista e inutili dialoghi, il film ha i suoi momenti (Max che spia attraverso il buco della serratura, gatto ingoiato vivo, postino vs Max, rottamaio morso alle palle, Max vs automobile in corsa). Insomma, un filmetto al quale un'occhiata glie la si può anche dare.
MEMORABILE: L'amica alla protagonista (una giornalista): "Che ne sai tu dei diritti degli animali? Hai un pappagallo che non ti sopporta".
Variante sul tema degli animali assassini che a mio parere cela una critica robusta nei confronti di un certo fondamentalismo animalista che può fare più danni del solito mad-doctor di turno (questa volta Lance Henriksen). Ally Sheedy fa il suo dovere, ma il protagonista principale è Max!
Horror che gioca sulla figura del cane amorevole e amico di tutti ribaltando questo stereotipo e facendone una belva mutata geneticamente, capace persino di mimetizzarsi. Il film funziona, anche grazie a una bella dose di humor nero (sottolineato anche in colonna sonora) e ai buoni effetti di Yagher, che permettono al cane (bravissimo) di ingoiare anche un gatto intero. Divertente e intelligente, ben diretto da Lafia e con un buon Henriksen in versione mad doctor.
Max, novello Cujo degli anni '90, è il vero protagonista di questo discreto eco-vengeance; sia quando è docile e protettivo con la Sheedy, sia quando si scatena nella sua brutalità, risulta addestrato molto bene e piuttosto credibile. Henriksen timbra il cartellino; la vicenda, pur con qualche scena più violenta, procede nella tradizione poco sanguinosa del periodo storico, evidente anche dalla confezione para-televisiva tipica di prodotti low-cost similari. Si lascia comunque vedere e ha qualche buona scena, pur rimanendo dimenticabile.
MEMORABILE: La mimetizzazione di Max; Max vs gatto.
Strano incrocio (non ho usato un termine a caso) fra Cujo e Beethoven. Max è un simpatico e tenero cagnone che non si fa troppi problemi a smembrare chi gli dà fastidio. Ma ha anche qualche altro asso nella manica: artigli da felino, urina corrosiva e può addirittura cambiare colore. Sembra davvero di trovarsi di fronte a un film per famiglie con cucciolone combinaguai, ma scritto da uno sceneggiatore horror. John Lafia è regista di abile mestiere e il film è tecnicamente buono. Molte le scene divertenti e discreta dose di gore. Per cinofili.
MEMORABILE: Il gatto ingoiato intero da Max; La scena d'accoppiamento fuori campo fra Max e una cagnetta, con tanto di latrati acutissimi.
Ennesimo para-horror infarcito di luoghi comuni (la squinzia ecologista, il fidanzato, i mocciosi, la musica spaccatimpani) e giocato su un tono compiaciuto nell'assoluta mancanza di originalità e atmosfera. Una produzione seriale in cui si nota il mestiere dell'industria (il cane ben ammaestrato, certi effetti), ma implacabilmente privo di anima e di guizzi autoriali, pur pallidi. Ci si trascina mestamente sino alla fine. Henriksen al minimo, sovrastato dal supercagnone.
Leggi Lance Henriksen, leggi Kevin Yagher, vedi la minacciosa locandina e ti lecchi i baffi per i prossimi mortiferi assalti della macchina da guerra canina. Peccato che gli stessi mustacchi siano invece inzuppati da una ciotola di latte e croccantini: il simpatico Max ne combina d’ogni ma partono sghignazzi e non brividi, l’impolverato io adolescente si trastulla ma rimane deluso perché il cagnolone è morigerato nella bestialità degli agguati. Riponiamo il film sereni ma poco eccitati, indovinati i titoli di testa. Can che abbaia...
Pura serie B, diretta da un Lafia palesemente in vena di offrire agli appassionati del genere un'oretta e mezza di semplice divertimento; il ritmo è forsennato, col quadrupede protagonista impegnato più volte in inseguimenti ripresi con innegabile abilità, gli fx sono economici ma efficaci e alle debolezze della sceneggiatura (dello stesso Lafia) si sopperisce con la tendenza a non prendersi troppo sul serio, Poco convincente invece il cast, soprattutto la Sheedy, mentre l'ottimo Henriksen si cala perfettamente nel ruolo del mad doctor. Diverte, a patto di non aspettarsi Fuller.
MEMORABILE: L'occhio di Max si dilata; Sull'albero; Cane-camaleonte; La fine del dottore.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Notte horror", martedì 18 luglio 1998) di Il miglior amico dell'uomo:
HomevideoAnthonyvm • 23/02/18 19:10 Vice capo scrivano - 829 interventi
Dalla collezione Anthonyvm, la VHS Medusa. Peccato che non abbiano usato la locandina originale!