Finalmente dalla Danimarca un buon film che non sia del solito Lars Von Trier. Questo NIGHTWATCH è un thriller patinato, nel quale ogni componente è curata. Non stupisce che abbia vinto la 15a edizione del Fantafestival (un po' esagerato invece il premio alla miglior attrice). Affascinante, anche se abusata in passato, l'ambientazione, con un obitorio veramente gelido. E, per una volta, lode a tutto il cast (specialmente a Kim Bodnia nel ruolo di Jenz, l'amico del protagonista), favorito da una sceneggiatura intelligente, ricca di spunti brillanti. Dapprima il film sembra procedere come un bell’horror, con atmosfere cupe e colori eccezionali contrastati dalla splendida fotografia di Dan Laustsen,...Leggi tutto poi vira in direzione del thriller, genere al quale il regista si attiene senza trascurare alcuni topoi classici come omicidi del passato che tornano alla luce, la figura della prostituta (molto brava anche lei nella scena al tavolo del ristorante), le soggettive dell'assassino e altri particolari molto cari ai gialli argentiani di casa nostra. Se c'è un appunto da fare è in direzione della scelta del colpevole, poco credibile, scelto forse solo per il gusto di bruciare i sospetti legittimi dello spettatore. Nel complesso però, pur mancando di una buona dose di originalità, la storia si fa seguire con attenzione grazie a dialoghi furbi e atmosfere cariche di tensione. Un thriller classico quindi, girato con un gusto che ormai troppo spesso manca ai registi del genere, sempre più provati dalla spietata concorrenza di valanghe di film-tv di infima qualità, girati in catena di montaggio.
Dalla Danimarca fece la sua comparsa questa interessante pellicola che citava, con spirito innovativo, alcuni gioielli del thriller tra i quali Lo Squartatore di New York e Non Aprite quella Porta. La regia solida, la convincente interpretazione, la scenografia opprimente (un obitorio di notte, che ospita un serial killer) ha catalizzato l'attenzione del pubblico tanto da renderne possibile un remake (americano) a distanza di soli 3 anni. A tratti la violenza esibita s'impenna, quando viene condita con sequenze di stampo erotico-necrofilo. Da brivido.
Thriller di marca danese che si segnala più per una buona fotografia dalle gelide cromature, che sono funzionali alle tematiche ed agli ambienti in cui si svolge la storia, piuttosto che per un plot non del tutto scontato ma nemmeno molto originale. Il colpo di scena finale, infatti, non è poi così sorprendente. In ogni caso un po' di tensione c'è ed alla fine il risultato non è malvagio. Il regista lo rifarà qualche anno dopo con risultati meno soddisfacenti.
Thriller di produzione danese diretto (come il suo successivo remake americano) dal regista Ole Bornedal. Il film si segnala più che per la struttura narrativa (la sceneggiatura sembra perennemente incerta tra i toni horror e quelli ironico-grotteschi) per le raffinate ed inquietanti atmosfere create grazie alla ben realizzata fotografia. Buona la prova del cast.
Nella mediocrità degli anni 90 finalmente un buon titolo; il cast giovane, totalmente di marca danese se la cava benissimo. Suspence, ironia e scene dure mescolate bene e senza eccessi, tre pallini meritati. Inizialmente sembra un filmetto, ma dopo 40 minuti bisogna ricredersi. Perla dei 90 da riscoprire.
Ottimo thriller danese che vede protagonista un giovane guardiano notturno di un obitorio coinvolto in un'allucinante spirale di violenza e di morte. Film che mescola suspence, disgusto, ironia e sangue con risultati molto soddisfacenti. Il cast di attori è pressoché sconosciuto, ma assai valido. Tre anni dopo, lo stesso regista ne girerà un buon remake americano. Da recuperare.
Film discontinuo, che oscilla tra il thriller inquetante nolto ben realizzato e un non si sa cosa, forse un documentario sull'idiozia dei due protagonisti maschili (o perlomeno uno) a tal punto che viene voglia di personalizzarsi il montaggio eliminando tutto ciò che è inutile (non ci vuole molto, basta tenere le sequenze dell'ospedale e quella dell'omicidio in casa). Tutto questo vale per il 75% del lungometraggio, alla fine del quale si può esprimere un giudizio positivo limitatamente alla parte restante. Da riscrivere pressoché integralmente.
Buon thriller danese contraddistinto dall'essere ambientato prevalentemente all'interno di un obitorio. E proprio l'inconsueta ambientazione, al pari dell'impennata che si registra nell'ultima mezz'ora, rappresenta la cosa migliore di un film che può indubbiamente vantare un'adeguata tensione, ma anche alcuni segmenti da commedia che forse sarebbe stato meglio evitare, o almeno comprimere. Il cast si comporta bene, in particolare il giovane protagonista. Inutile, come quasi sempre accade, il remake americano, benché diretto dallo stesso regista.
Interessante thriller danese ambientato principalmente all'interno di un obitorio; il protagonista è infatti un guardiano notturno angosciato dai piccoli rumori nell'oscurità e dai cadaveri. Il film non è affatto male perché mescola abilmente il thriller, l'horror e la commedia col primo leggermente dominante sugli altri due. La storia a tratti è un po discontinua ma non per questo noiosa. Nel complesso non male, pur resta uno di quei film che si dimenticano piuttosto in fretta.
Valido thriller danese che sa dosare sapientemente tensione, paura, humour nero e situazioni grottesche (orrorifiche e non). Un'idea semplice alla base (un serial killer necrofilo che si aggira in un obitorio di notte, location da brividi a prescindere) attorno alla quale il bravo Bornedal sviluppa interessanti intrecci e personaggi per una volta non banali (molto buono il cast). Diverse le sequenze memorabili e indovinato il climax finale, sebbene l'identità dell'omicida non sia una gran sorpresa. Lo stesso regista girerà un fedele remake.
MEMORABILE: Il protagonista dimentica la luce della morgue accesa; Imbarazzo al ristorante; Sesso in mezzo ai cadaveri; L'omicidio con canzoncina di sottofondo.
Un po' thriller, un po' horror, in cui si perde troppo tempo a disseminare grossolanamente indizi e sottotrame fastidiose (il classico "menare il can per l'aia"). Di interessante solo la location mortifera e silente di cui il protagonista è guardiano e che sarà la sede dei pochi momenti di autentico brivido e sconcerto (rimangono impresse le sequenze del giro di ispezione nei lividi corridoi dell'obitorio). Non male dal punto di vista estetico e della cura del sonoro, ma poco incisiva la prova del cast, prigioniero di uno schema reiterativo.
Thriller danese che conosce vette kierkegaardiane ma pure il contrario. Bornedal è bravo a porre le premesse della suspense, inquadrando nella giusta luce (per forza di cose sinistra) la vicenda e il luogo che la conterrà (l'obitorio). Presto però il grottesco prende la mano al nostro autore mandando a ramengo sospensione dell'incredulità e l'atmosfera tutta, il cui unico barlume di ambiguità è mantenuto dal solido comparto attori; non tanto il niente più che corretto protagonista Waldau, quanto l'amico nichilista Bodnia e l'oscuro poliziotto Pilgaard. Non male, dopotroppo.
MEMORABILE: L'ironico finale
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