Un generale, accompagnato da un cappellano militare, viene incaricato di riportare in Italia i resti dei soldati morti in Albania durante l'ultimo conflitto mondiale. Mastroianni (il generale) e Piccoli (il cappellano), sono praticamente il film. La loro rivalità, ingenua quella del generale all'oscuro dei fatti, più consapevole quella del cappellano che in Albania c'era stato, si concentra più sull'avvenente moglie del colonnello Di Brenni (Aimèe), colà morto, che non sulla missione. Sottotono l'incontro-scontro con la gente del luogo.
MEMORABILE: Mastroianni che spiega al generale austriaco la differenza tra una tibia e il perone.
Il passaggio alla regia di Luciano Tovoli si rivela un flop senza precedenti. Un film tutto costruito con frasi retoriche, una tensione che non riesce mai a decollare, prove di (grandi) attori assolutamente al di sotto dei loro standard abituali. E (ciò che è più triste) una fotografia troppo leccata e rarefatta, assai poco adatta a una storia che dovrebbe essere al tempo stesso trasognata e realistica.
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Si porebbe aggiungere nelle note che è tratto dall'omonimo romanzo di Ismail Kadare ?
Si dà il caso che stia proprio leggendo questo libro e ho pronta la visione del film appeno lo finisco di leggere.
DiscussioneZender • 25/01/14 08:49 Capo scrivano - 48908 interventi
Bravo Kanon, aggiungo molto volentieri! Se poi vorrai scrivere in discussione generale (o in curiosità se ti asterrai da giudizi personali) le differenze col libro sono cose sempre molto interessanti.
Come noto la locandina non va, negli stand-by. Quando (e se) Kanon avrà voglia di commentarlo la metteremo.
Zender ebbe a dire: Bravo Kanon, aggiungo molto volentieri! Se poi vorrai scrivere in discussione generale (o in curiosità se ti asterrai da giudizi personali) le differenze col libro sono cose sempre molto interessanti.
Visto. Brutto, molto brutto. Anche volessi tralasciare la fonte da cui attinge - stravolgendone completamente il concept, tanto da far pensare "Ma Tovoli che c'ha contro 'sto libro?" - è un film che non funziona, privo d'una direzione e morto - quello si - ma nella maniera sbagliata. Il disappunto è oltremodo doppio per me, ché vedo mandare allo sbaraglio due tori sacrificali come Piccoli (nullissimo) e Mastroianni (d'un tronfio grottesco).
Fosse per me, nello note ci aggiungerei "molto imbecillemente tratto da ecc...."
Kanon ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Bravo Kanon, aggiungo molto volentieri! Se poi vorrai scrivere in discussione generale (o in curiosità se ti asterrai da giudizi personali) le differenze col libro sono cose sempre molto interessanti.
Visto. Brutto, molto brutto. Anche volessi tralasciare la fonte da cui attinge - stravolgendone completamente il concept, tanto da far pensare "Ma Tovoli che c'ha contro 'sto libro?" - è un film che non funziona, privo d'una direzione e morto - quello si - ma nella maniera sbagliata. Il disappunto è oltremodo doppio per me, ché vedo mandare allo sbaraglio due tori sacrificali come Piccoli (nullissimo) e Mastroianni (d'un tronfio grottesco).
Fosse per me, nello note ci aggiungerei "molto imbecillemente tratto da ecc...."
Aspettiamo il tuo voto... *½?
DiscussioneZender • 13/02/14 08:29 Capo scrivano - 48908 interventi
Tralasciando l'imbecillemente, ecco. Ogni lavoro va sempre rispettato.
- B. Legnani: per il momento non commento. Il voto è monopolla; non una vaccata, ma non trovo nemmeno niente da salvare.
- Zender: il rispetto è dovuto; poi va anche meritato.
DiscussioneZender • 14/02/14 14:59 Capo scrivano - 48908 interventi
No Kanon, il rispetto è dovuto e basta; non va meritato, nel nostro caso. Si tratta di rispetto dovuto a chi non conosci personalmente e personalmente nulla ti ha fatto. Si può dire che una cosa non ci piace senza dover dare dell'imbecille a nessuno. Anzi, si deve.
Mauro ebbe a dire: Kanon, che differenza ci sono tra film e romanzo?
- Non esiste nessuno triangolo amoroso. Il romanzo non ruota attorno al solo recupero del colonne ma anzi, il recupero dei morti è l'occasione di un'incontro/scontro di mentalità differenti come quella del colonnello (l'invasore) ed il popolo albanese (l'oppresso). Un viaggio che riapre ferite all'orgoglio italiano e cerca di capire, anche attraverso introspezioni ataviche ed endemiche, l'essenza di un popolo visto dai fascisti come mera colonia.
Se hai visto il film, la scena in cui il generale ed il prete si recano alla festa del matrimonio albanese, non rende lontanamente l'idea della tensione che si crea nel racconto, per dirne una.
DiscussioneZender • 27/04/21 09:57 Capo scrivano - 48908 interventi