Il fondamentalista riluttante - Film (2012)

Il fondamentalista riluttante
Locandina Il fondamentalista riluttante - Film (2012)
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Titolo originale: The Reluctant Fundamentalist
Anno: 2012
Genere: drammatico (colore)
Regia: Mira Nair

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Tutti i commenti e le recensioni di Il fondamentalista riluttante

TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/06/13 DAL BENEMERITO RAMBO90
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Rambo90 19/06/13 20:37 - 8083 commenti

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Cosa porta un pakistano in cerca del sogno americano a essere accusato di terrorismo? Lo spiega la regista Mira Nair, con un film interessante, un po' troppo lungo in alcuni frangenti ma impreziosito da bei dialoghi e una non banale fotografia della società americana. Il cast è molto buono (su tutti Schreiber e Sutherland), mentre il giovane protagonista è perfetto nella prima parte un po' meno nella seconda, quando inizia a prendere coscienza della sua cultura. Un po' troppe forzature di eventi, ma buono.

Cloack 77 30/06/13 16:59 - 547 commenti

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In realtà il messaggio sempliciotto che lancia il film non è il solo problema: Kate Hudson non è credibile a partire dai capelli, poi nell'interpretazione e infine in un personaggio isterico, confuso, troppo centrale rispetto alla resa finale; Mira Nair che giri commedie, film drammatici o filmati domestici, non lascia scampo e “firma”, altro che invisibilità dell'autore; qui si è alla scomparsa del regista, dell'occhio attraverso il quale lo spettatore mira il racconto, dell'arte del racconto per immagini. Bravo Kiefer Sutherland.

Galbo 16/02/14 10:29 - 12706 commenti

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Una delle possibili declinazioni del "sogno" americano è stata raccontata in un bel romanzo di Moshin Hamid. Mira Nair ne realizza un film che, pur non raggiungendo la profondità della pagina scritta, cura sia la vicenda (che in parte è modificata rispetto al libro) che la caratterizzazione dei personaggi, collocati in un contesto ambientale ben reso. Buona sceneggiatura e attori quasi tutti in parte (la vistosa eccezione è l'inadatta Hudson), con una scelta assai indovinata dell'attore protagonista.

Tarabas 16/06/14 11:56 - 1888 commenti

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Il figlio di un poeta pakistano può diventare un broker newyorkese? Per la Nair la risposta è no. Nei dintorni dell'11/9, il film racconta con un certo manicheismo l'impossibilità del protagonista di far convivere radici e modernità, rappresentata un po' sbrigativamente dal mondo della finanza al suo peggio/meglio. Apprezzabile il tentativo di mostrare un passaggio storico cruciale dei nostri tempi attraverso i dilemmi di un personaggio ben costruito e interessante. La parte thriller è la meno interessante e mi pare in sostanza una cornice.

Nando 16/06/14 16:04 - 3920 commenti

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Il sogno americano che si trasforma in incubo per un brillante analista pakistano. Il violento e presuntuoso patriottismo americano viene correttamente scandagliato e la presa di coscienza del protagonista appare un po' forzata ma ben realizzata. Ottimo il cast, eccezion fatta per un'irriconoscibile quanto insulsa Hudson.

Dfranco74 22/06/14 18:00 - 10 commenti

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Lo reputo un ottimo film. Forse non è riuscito a dare uno shock allo spettatore per far passare il messaggio, ma il film ha una sua profondità, con ottimi collegamenti e momenti davvero incisivi. Il collegamento tra la religione occidentale della finanza e quella islamica più fondamentalista, l'apparenza che in un mondo come quello attuale inganna tanto. Molto profonda la storia dell'editore turco sui giannizzeri che rendono ancora oggi l'esercito ottomano il più terribile!
MEMORABILE: I giannizzeri!

Pigro 2/03/17 10:18 - 10196 commenti

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Il giovane di successo che sta realizzando il suo sogno americano è pakistano, dunque oggetto di un razzismo che finisce per spingerlo verso l’autocritica e la critica anti-Usa. Il film sposa molto bene il rigido impianto “a tesi” con una storia suggestiva e convincente, a tratti incalzante, anche grazie al doppio binario narrativo della memoria in flashback e dell’urgenza attuale in una situazione di crisi. Un’opera didascalica ma godibile, fatta soprattutto per riflettere sul crescendo isterico di una politica e di una società xenofoba.

Saintgifts 9/08/17 10:55 - 4098 commenti

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Il protagonista vuole essere ascoltato con attenzione, vuole che la sua storia sia ben chiara. Anche lo spettatore ci si mette d'impegno ma col passare dei minuti sempre più si rende conto che per arrivare al cuore della verità, molto facile da capire anche rimanendo più concisi, ci si perde inutilmente in particolari ininfluenti. La parentesi sentimentale è insulsa, mentre illuminante è la reazione del protagonista di fronte alla prima del lavoro dell'amata; per diventare un vero giannizzero bisogna essere tolti dal proprio nido da bambini.

Enzus79 12/05/21 18:36 - 3359 commenti

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La regista indiana Mira Nair ritorna ad affrontare il post 11 settembre, questa volta raccontato attraverso gli occhi di un facoltoso pachistano, tradito dal sogno americano. Pur avendo una credibilità accettabile, il film coinvolge davvero poco. La love story del protagonista inoltre è il classico dito nella piaga: si sfiora il banale. La durata di due ore e passa ad un certo punto risulta indigesta.

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