All'inizio sembra di trovarsi dinanzi ad una pellicola a base di castelli, misteri, eredità e cose del genere. Poi
il film si trasforma in qualcosa di più simile ad una storia
di spionaggio con tanto di complotto (per conquistare il mondo). In tutti i casi la veridicità è vicina allo zero ed
anche l'interesse dello spettatore non può essere granchè
per un film di scarso valore che, probabilmente, verrà ricordato solo per la partecipazione gigionesca di Orson Welles.
Parte discretamente, con Peppard simpatico loser; poi il film prende una piega inverosimile, fra spionaggio e nostalgie coloniali francesi; quindi annoia; infine, con l'ambientazione a Roma, si perde in bellurie da cartolina (i due protagonisti a mollo nella fontana di Trevi a cercare monetine; il duello finale al Colosseo...). Welles occhieggia da par suo, ma stavolta può far poco.
Ex pugile americano a Parigi, aspirante scrittore senza un soldo, viene assunto da una ricca famiglia come tutore dell'ultimo rampollo della dinastia e si trova implicato in un complotto di un gruppo revanchista... Trama intrigata non sempre equivale a trama intrigante: qui c'è molto fumo e poca sostanza, tanto è vero che, dopo un inizio promettente (il cadavere nella Senna), la vicenda perde rapidamente di interesse per naufragare nella parte di ambientazione romana, né valgono a tener desta l'attenzione le prestazioni del cast, tutte di routine, compresa quella del sornione Welles.
Parte bene questo thriller di spionaggio, con un inizio intrigante e misterioso. Purtroppo si sfalda strada facendo, sfociando in un poco plausibile intreccio fatto di complotti neonazisti e simili, che manca anche dell'ironia di uno 007 per renderlo accettabile agli occhi dello spettatore. La confezione è comunque corretta, tra la regia esperta di Guillermin, la riuscita colonna sonora e le belle location, ma il plot manca della necessaria forza. Bene Peppard e Welles, la Stevens invece sembra poco a suo agio.
Mix di stili, dalla fantapolitica al thriller. Il film narra le vicende di un simpatico bambinaio assoldato da una ricca e potente famiglia, dove vive una sfortunata lady che vogliono far passare per pazza. George Peppard, più scalmanato che mai, si dimenerà a suon di schiaffoni librandosi fra palazzi parigini, Digione e paesaggi lacustri in quel di Castel Gandolfo. A Roma la storia diventa commedia e pazienza per le assurdità della trama; conta lo stile avventuroso e cavalleresco del protagonista. Fanno capolino Renzo Palmer e Ave Ninchi.
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Ancora una pubblicazione sulla scia dell'uscita del film. Libro mai più ristampato, nonostante Stanley Ellin sia ben conosciuto fra gli appassionati del fantastico e del giallo (è suo il celeberrimo racconto La specialità della casa, che ha avuto una riduzione televisiva per la RAI).
House of cards fu scritto nel 1967 e pubblicato l'anno dopo per i tipi della Mondadori (collana I Rapidi, traduzione di Ugo Carrega).