La vera storia di André Marécaux e sua moglie, accusati di avere violentato alcuni minori che non conoscevano neppure. Fedele cronaca basata sul diario scritto da Maréchaux dall'arresto all'assoluzione, angosciante come pochi, accusato di far leva su sentimenti troppo immediati, il film trova la sua forza nel descrivere il percorso terribile di un innocente. Coinvolgente, importante, tecnicamente ineccepibile.
Resoconto nervoso, dolente e intimo della “più grande ingiustizia giudiziaria francese del dopoguerra”. La mdp si aggrappa al volto e alle sofferenze interiori ed esteriori di persone succubi di una giustizia arbitraria, che preferisce ingabbiare presunti colpevoli annullando le proprie coscienze anziché cercare, a costo di esporsi pubblicamente, di vederci realmente chiaro. Sconvolge l’assoluta alienazione e superficialità di un organo collettivo che da primo sostenitore della verità diventa primo divulgatore di accomodanti menzogne. Potente.
Fa sta male la visione della vera storia, narrata in soggettiva, di questo uomo che da un giorno all'altro si vede piovere addosso un'accusa terribile e nel giro di poco tempo perde tutto: posizione sociale, famiglia, dignità, voglia di vivere. Non c'è bisogno di drammatizzare, bastano i fatti nudi e crudi di un'ingiustizia irrimediabile, la visione del volto dell'eccezionale Torreton, sempre più prosciugato dall'angoscia e dal dolore. Film dalla regia "invisibile" ma che raggiunge perfettamente il suo scopo di coinvolgere ed indignare.
MEMORABILE: L'interrogatorio subito dopo la notizia della morte della madre: "Si, lo so, ma quale era la sua occupazione?"
Potremmo trovare in questa vicenda infernale una consolazione: se così sono andati i fatti, vuol dire che la giustizia francese è ancor più malata di quella nostrana, vista la sostanziale mancanza di ogni diritto della difesa e lo strapotere di procuratorucoli vanesii e senza scrupoli. Film angosciante, soprattutto negli interrogatori surreali e logicamente distorti, nella sofferente resistenza umana del protagonista, e nell'allucinante soluzione del dramma giudiziario. Il tutto, girato con mano ferma e senza retoriche rsuperflue.
Le tavole della legge sono imbandite di veleni e nessuno l'ha saputo meglio di André Marécaux, messo suo malgrado capotavola a ingozzarcisi a forza e pagarne anche il salatissimo conto. Il film ripercorre la sua caduta nell'ade e l'ottuso errore-orrore giudiziario scansando le ieratiche tentazioni metafisiche di quel Jagten cui è contraltare; lo si porta a termine a un passo dall'infarto e dell'ulcera perforante (merito di un magistrale Torreton, la cui sofferta e viscerale aderenza meriterebbe un Nobel), maturando la convinzione che non c'è crimine più esiziale e disumano della malagiustizia.
Che dire? Poco. Indignarsi, temere che possa succedere ad altri. Leggere che almeno ha sortito una riforma giudiziaria anche se il giudice in questione ha ricevuto solo un tenero buffetto. Vicenda allucinante che viene filmata in modo duro perché fedele alla realtà, senza retorica, quasi senza cliché, senza note musicali. Garenq si mette al servizio della verità senza ricamarci sopra e si affida a un Torreton da applausi.
Sconvolgente ed agghiacciante film su uno dei più incredibili errori giudiziari della storia francese. Il plot è estremamente coinvolgente e fa malissimo a chi guarda per quasi tutta la sua durata: il tutto nonostante una meritevolissima sobrietà che evita scene urlate e melodrammatiche. Monumentale la prova di Torreton che ci restituisce appieno il calvario fisico e psicologico del protagonista. Da non perdere.
Garenq rinuncia a ogni velleitaria pretesa autoriale, ma è appunto in virtù di tale abdicazione personalistica che riesce a infondere al film lo slancio di un cupissimo ed efficace pamphlet polemico. Ne vien fuori così un j'accuse sconvolgente sul piano etico legislativo quanto produttivo in senso prettamente cinematografico, in un territorio che rischiava peraltro il pericolo "inflazione" (da Detenuto in attesa fino al recente Il sospetto di Vinterberg). Perfettamente aderente la resa del cast con Torreton che abbina anima e sofferenza fisica.
MEMORABILE: L'incipit con l'angosciante risveglio della famiglia.
Tribolante riduzione autobiografica di quello che è unanimemente considerato il più grande scandalo giudiziario francese dal dopoguerra. Un "casus horribilis" di malagiustizia che rievoca nel pensiero l'imperdonabile vicenda italiana di Tortora o pellicole amaramente profetiche come il Detenuto di Loy. La peggior macchina inquisitoria che infila le sue mani oleose nell'intimo di una famiglia perbene, frugando e adulterando a testa bassa tutta la realtà in una caccia alle streghe fatta di calunnie, confessioni estorte e travature insussistenti. Torreton è una vittima semplicemente grandiosa.
MEMORABILE: Le tranquillissime ritrattazioni della laida accusatrice durante l'ultima fase del processo-farsa a carico del protagonista...
Asciutta e tesa ricostruzione di un caso giudiziario che parrebbe avere dell'incredibile se non fosse che ne ricorda altri, avvenuti anche in Italia. Partendo da illazioni sconclusionate, un uomo normale si ritrova spogliato di tutto, anche della dignità: e ogni cosa di questo viaggio all'inferno ci viene mostrata, quasi senza filtri. Visione non facile perché porta all'inevitabile tarlo dell'"e se succedesse a me?". Ottimo Torreton, meno gli altri attori che vengono un po' fagocitati dalla prova mastodontica del protagonista. Da vedere ad animo disteso.
Per salvare la faccia del sistema, un giovane e insensibile giudice e successivamente la Corte faranno proprio il principio non della presunta innocenza, ma della colpevolezza a tutti i costi e contro ogni evidenza. Il protagonista di questa storia purtroppo non solo vera, ma non unica (e ripetibile) viene stritolato da accuse terribili e ci viene mostrato in modo quasi insopportabile: da un lato il decadimento e l'angoscia dell'uomo e dall'altro l'ottusità della malagiustizia. Narrazione estrema "durissima da digerire". Grande prova di Torreton.
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CuriositàDaniela • 10/12/13 09:51 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Ispirato alle memorie di Alain Marécaux, pubblicate nel 2005 col titolo "Chronique de mon erreur judiciaire". Si tratta di una delle persone ingiustamente implicate in un caso di abusi su minori che scosse l'opinione pubblica francese alcuni anni fa, il cosiddetto "Affaire d'Outreau".
Notizie (in lingua francese) si possono trovare qui:
http://fr.wikipedia.org/wiki/Affaire_d'Outreau
santi numi che incubo. testimonianze simili rafforzano che c'è una sola cosa che fa dormire preoccupati più delle varie forme di delinquenza, ed è la legge. nessun altro film ne ha così coraggiosamente riassunto la dark side: il caso di marecaux la riconferma più fredda, disumana, marmorea, pelosa, ingiusta e criminale che mai.
è praticamente jagten senza innesti ieratici e metafisici, ed è praticamente la vita.
un film-eco che toglie davvero la terra da sotto i piedi.
ringrazio dany e grey per avermelo consigliato, anche se per riprendermi da una tale botta mi ci vorrebbe un'overdose di hanna & barbera.
* Così Garenq racconta la genesi e la prima:
"Ho letto il libro -Chronique de mon erreur judiciaire, n.d.S.- ed è stata un'esperienza sconvolgente. Ho contattato subito Marécaux per dirgli che volevo raccontare la sua storia, fargli delle domande e chiedergli di partecipare alla sceneggiatura. Non volevo che subisse un secondo tradimento, dopo quello giudiziario. Ha visto il film per la prima volta con Torreton. Si sono stretti la mano e hanno pianto insieme".
(dichiarazioni rilasciate a cineuropa.org)
* Marécaux è stato accanto al regista per tutto lo sviluppo del film, fornendogli ogni dettaglio possibile
* Marécaux ha comunicato che dal 14 novembre 2011, anniversario della sua incarcerazione, non parlerà mai più della vicenda.
* L'aderenza di Torreton alla realtà dei fatti è stata tale da arrivare a perdere realmente fino a 27 kg di peso.
* Sul rapporto instauratosi tra Marécaux e Torreton è stato realizzato un documentario di 52' dal titolo De l'ombre à la lumière
* Una volta archiviato e chiuso "felicemente" il caso, l'allora presidente Chirac fece pubblico auto da fe
DiscussioneDaniela • 22/12/13 12:07 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Grazie Schramm. Avevo letto dell'impressionante tour de force di Torreton, ma non ero a conoscenza del documentario televisivo e cercherò di reperirlo.
Questo è uno di quei film che, al di là delle qualità cinematografiche (comunque notevoli), ti si attaccano addosso...
quello che ha dovuto attraversare Marécaux va oltre il disumano. questo film è bellissimo, ancorché molto importante, ma più ci penso e meno trovo che basti a risarcirlo.
Rende benissimo l'idea del sistema malato, senza gli adeguati contrappesi e dove coprirsi le spalle a vicenda è più importante che punire le mele marce.
Oggi è il sistema giudiziario, ma penso anche ai casi di malasanità o di poliziotti dalla mano pesante (eufemismo) che coinvolgono un'esigua minoranza ma che, se non puniti, gettano discredito su tutti gli altri.
DiscussioneDaniela • 7/02/14 10:19 Gran Burattinaio - 5944 interventi
per Capannelle:
quando provo a cliccare sui link, mi si apre una finestrella nera con una rondella in movimento e si blocca il sito, tanto che devo chiudere la pagina... magari succede solo a me con Google Chrome, ma ti volevo avvertire di questa stranezza.
DiscussioneDaniela • 7/02/14 12:01 Gran Burattinaio - 5944 interventi