Exiled - Film (2006)

Exiled
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Fong Juk
Anno: 2006
Genere: gangster/noir (colore)
Regia: Johnnie To
Note: Aka "Fangzhu".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Probabilmente è inutile ripetere qui per l'ennesima volta quanto il talento “visivo” di Johnnie To abbia pochi eguali nel mondo. La stratosferica eleganza di una messa in scena impeccabile abbaglia fin dai primi istanti, in quegli scorci di periferia ripresi da angolature insolite. E naturalmente si proseguirà così, perché non c'è una sola scena in EXILED che non appaia studiata e girata alla perfezione (anche grazie a una fotografia al solito strepitosa). Restano tuttavia i dubbi relativi a soggetto e sceneggiatura: cosa offre EXILED che non si fosse già visto e stravisto non solo in ambito noir hongkonghese ma anche all'interno della stessa filmografia di To? Nulla, con l'aggravante che...Leggi tutto gli espliciti omaggi al cinema di Leone o di Peckinpah rendono il tutto ancora più derivativo e sterile. I quattro amici d'infanzia che si ritrovano mentre due di loro devono andare a uccidere il quinto del gruppo, che ha “sgarrato” tentando di farsi una nuova vita a Macao (dov'è ambientato il film) si evolve senza fantasia alcuna e tendendo a rendere spesso poco chiara la situazione a causa dell'attitudine orientale a “dire e non dire”. Prese singolarmente molte scene sono superbe (segnatamente le sparatorie, col sangue che sprizza evaporano all'istante in caratteristiche nuvolette rosse), riunite fanno sentire il peso di un film poco coinvolgente, che si perde in dialoghi scarsamente pregnanti (anche quando si sforzano di apparire interessanti, come quando si parla per ore del peso di una tonnellata).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/01/07 DAL DAVINOTTI
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Flazich 4/01/07 14:39 - 667 commenti

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Exiled è assoluto. Il maestro di Hong Kong attinge a piene mani dal cinema di Sergio Leone e lo fa con stile. Magnifica la scena della fisarmonica come quella del sonaglio. Ineccepibile il movimento della macchina da presa che in alcuni istanti ti fa sentire sospeso. Nulla è definito, proprio come il "lancio di una moneta". Con questo film si è tornati ai fasti di The Mission e di P.T.U. Un grande esempio di cinema! Difficilmente eguagliabile.

Blutarsky 28/09/07 18:03 - 360 commenti

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Che Johnny To sia da considerare un maestro del cinema action è assodato e questo film non fa che confermare la cosa. Tornano gli attori di the Mission in questo gangster movie che è anche un omaggio al cinema western e a quello di Leone sopratutto. La storia non è particolarmente originale, ma non è il cosa e il come ad essere importante: messa in scena elegante, regia piena di invenzioni, sparatorie coreografate da applausi. Da vedere e rivedere per apprezzare tutti i dettagli che scappano ad una prima visione.

Daniela 20/07/10 17:16 - 12606 commenti

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Forse il capolavoro di To, maestro dell'action orientale sempre eccellente dal punto di vista visivo che in questa occasione, come già in The Mission, risulta pienamente convincente anche sul piano della storia e delle emozioni. Tornano quasi tutti gli splendidi attori del film precedente (ed altri volti cari al suo cinema) per questa vicenda di amicizia fra killers, che alterna momenti di commozione e quiete (immancabile la preparazione del cibo da dividere con gli altri) con scontri iperviolenti, ma sospesi fra lirismo ed ironia. Romantico, sublime, sazia lo sguardo, colpisce al cuore.
MEMORABILE: Le foto di gruppo, il volo della lattina di Red Bull

Cotola 4/10/10 22:56 - 8998 commenti

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Dopo uno splendido inizio, il film prosegue ottimamente grazie all'abilità magistrale di To nel dirigere ed orchestrare le scene d'azione cui preludono sempre dei momenti di quiete prima della "tempesta" che lungi dall'annacquare la tensione non fanno che acuirla. I temi sono quelli cari al regista (su tutti l'amicizia virile) e lo stile, qui come altrove, si mantiene personale pur avendo qualche debito di riconoscenza non tanto (come a volte si sottolinea) nei confronti di John Woo quanto piuttosto verso il lato ludico del cinema di Kitano.

Greymouser 14/03/11 18:01 - 1458 commenti

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In altre mani, una vicenda di questo tipo poteva generare un drammone retorico-sentimental-melenso. Un Johnnie To in gran forma scansa il pericolo con classe e mestiere, e firma un film di grande misura, tecnicamente ineccepibile, asciuttamente poetico. Definirlo un action-movie sarebbe riduttivo e ingeneroso. E' grande cinema e basta, un distillato personalmente elaborato di echi nobilissimi, da Leone a Scorsese, da Kitano a De Palma. Manca solo una virgola al capolavoro assoluto.

Pol 28/04/11 16:06 - 589 commenti

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Johnnie To conosce le regole del gangster/noir come le sue tasche e dall'alto di questa padronanza si permette di girare questo capolavoro con una disinvoltura che lascia basiti. Sul versante tecnico c'è veramente poco da dire: l'eleganza formale di To raggiunge picchi di rara bellezza e ci regala grandiosi (in tutti i sensi) bullet ballet calibrati al millimetro. Sceneggiatura precisa nella sua classicità. Destinato a diventare un punto di riferimento del genere.

Mickes2 18/12/11 17:11 - 1670 commenti

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L’amicizia virile e il tocco malinconico immerso nel noir. Atmosfere sospese, dilatate, liriche e poetiche come per gli yakuza di Sonatine; massacri in mucchi selvaggi ed estetica della violenza con annessa pioggia di pallottole, tutto per un pugno di lingotti d’oro. Lo stile di Johnnie To tira a lucido una vicenda, in apparenza semplice, con tecnica sopraffina e licenze autoriali che donano agli scontri a fuoco uno stato di astrazione fisica e sublimazione sensoriale. grande l’accompagnamento musicale e smagliante la fotografia di Siu Keung.
MEMORABILE: Il finale.

Zutnas 15/11/12 18:17 - 85 commenti

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Come è per Vendicami (e con gli stessi attori) assistiamo a un thriller che parla (forse un po’ troppo idealizzandola) di amicizia e di desiderio di rivalsa. Le scene d'azione sono di gran livello e supportate da una fotografia spettacolare. Ai silenzi dei protagonisti si alternano i colpi di pistola in sparatorie stile western per giungere alla resa dei conti in un finale un po’ eccessivo.

Tarabas 18/03/13 16:09 - 1878 commenti

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Perchè ad alcune storie si crede e ad altre no? Questioni sottili. All'ennesimo appello concesso al celebre Johhnie To, ho creduto volentieri a questi desperados d'oriente, complici le citazioni insistite di registi a me cari (Leone, Peckinpah, Kitano), complice Antony Wong, attore che adoro. Complice una storia improbabile di amicizia - criminale, sì - ma che magari con altre declinazioni vorremmo vivere un po' tutti. La maestria tecnica è nota, qui è al servizio di facce e personaggi che restano impressi. Indimenticabile la scena del "photo booth".
MEMORABILE: Come i banditi da spiaggia di Sonatine, i gangsters di To si concedono 5 minuti di scherzi infantili prima di estrarre le pistole.

Didda23 23/04/13 16:20 - 2424 commenti

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Johnnie To inventa una serie incontabile di sequenze mozzafiato, muovendo il mezzo con una ricercatezza davvero difficile da trovare. Sebbene il lato estetico mandi letteralmente in estasi, non si può dire lo stesso della piattezza della sceneggiatura, che a causa di personaggi smorti non crea una tensione partecipativa all'altezza del resto. Qualche calo di ritmo e performance attoriali di poco rilievo non permettono ad Exiled di raggiungere un livello di eccellenza. Buono, nulla di più.

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Deepred89 11/05/13 19:56 - 3701 commenti

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Nulla da dire sull'aspetto tecnico, ma il film non coinvolge. Difficile spiegarne il motivo: attori e personaggi sono ben caratterizzati, le tematiche sono di quelle potenzialmente efficaci (amicizia virile in primis), eppure qualcosa non gira e se il film da una parte colpisce per le belle immagini dall'altra lascia freddi, come anestetizzati. Forse dipende dai tempi dilatati del montaggio, forse dallo stile astratto e virtuoso. Posso comprendere chi si è emozionato e perché, ma con me non ha funzionato.

Alex1988 27/09/15 18:48 - 728 commenti

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Noi poveri occidentali dovremmo scoprire un po' di più il cinema d'azione d'Oriente, invece di rimbecillirci solo con i vari Willis, Stallone ecc. Johnnie To conferma il suo talento visivo con questo film deliziandoci con scene d'azione mai efferate e di grande eleganza. Chi ama i film "parlati" certamente rimarrà deluso.

Rufus68 5/02/20 21:50 - 3818 commenti

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Il peccato principale di To è propria la forma. Una forma quasi impeccabile e che, però, non riesce quasi mai a farsi portavoce di un adeguato contenuto (umano, simbolico): in tal modo essa scade a involucro leccato (si stava per dire tarantinato). Ne è un esempio la sequenza iniziale, in cui si passa dal tono drammatico a quello amicale-conciliativo ex abrupto, con moto superficiale. Ciò non toglie che la rodatissima batteria di attori (amata e conosciuta dai cultori) sia a livello notevole e contribuisca a un discreto apprezzamento complessivo.

Capannelle 8/07/20 00:08 - 4394 commenti

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Grande capacità da parte di To nel maneggiare la mdp e nello scegliere partiture intriganti ma alcune volte le sequenze sembrano essere uno sfoggio di tecnica invece che un progredire della storia. Inoltre anche il troppo stroppia, nell'uso del ralenti dove tutti sparano e nessuno muore, nella fotografia perennemente ocra, nell'usare tempi dilatati nelle scene di raccordo. Ci sono momenti degni di nota ma l'insieme non oltrepassa un certo limite. Le caratterizzazioni, per quanto prevedibili, sono buone e tengono bene sia i momenti "carichi" che quelli più rilassati.
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  • Homevideo Gestarsh99 • 20/07/11 11:10
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
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