La morte violenta di una chiromante mette in moto un insieme di flashback sapientemente scritti ed incastrati che cercheranno di far luce sulla personalità della vittima e sull'identità del suo assassino. Il meccanismo narrativo ricorda molto Rashomon pur con le dovute differenze di stile e quant'altro. La pellicola è interessante ed ha un buon ritmo, riuscendo quindi ad interessare chi la guarda. La soluzione del mistero arriva un po' improvvisa e non del tutto imprevedibile, ma il film, poco conosciuto, è di quelli che merita di ripescato.
Rashomon in salsa inglese. Una chiromante viene uccisa e i cinque testimoni, potenzialmente rei, danno alla polizia cinque differenti ritratti della vittima e cinque versioni diverse dei fatti. Il film di Asquith è di notevole qualità sia per la sapiente capacità di incastrare, con la tecnica del flashback, tutti i tasselli narrativi all’interno di una narrazione spedita, chiara e senza cadute di ritmo sia per la sottile e segretamente ironica meditazione sulla distanza che separa la soggettività del giudizio umano dalla realtà dei fatti. Da vedere.
MEMORABILE: Lo strardinario uso, in cifra espressionistica, della tecnica del montaggio nella scena nelle quale viene rivelata l'identità dell'assassino.
La donna del titolo è una veggente (interpretata con bravura da Jean Kent) rinvenuta morta da un ragazzino che si rivelerà utile al fine di incastrare l'autore del delitto. Ottimo giallo giocato tutto su andirivieni temporali che pur avendo oltre sessant'anni sul groppone risulta estremamente piacevole da vedere. Il film ha un buon ritmo e una vicenda che fin da subito cattura l'attenzione dello spettatore (il quale però non tarderà a capire chi, tra i possibili sospettati, è il colpevole). Una riscoperta è quantomai doverosa.
Ottimo giallo con una bella struttura. La vera protagonista è la vittima, grazie alle diverse testimonianze dei protagonisti: di questa tragica figura ne esce fuori un bello spaccato psicologico, in tutte le sue sfaccettature, da quelle più perverse alle poche umane. Favolosa la Kent che interpreta in un certo senso cinque ruoli in uno, commovente (nella sua drammaticità) interpretazione di Victor, notevole anche la Baddeley vicina/cameriera. Bello il particolare rivelatore che incastra l'omicida e il claustrofobico appartamento luogo del delitto.
MEMORABILE: Le calze di nylon arma del delitto; I vari punti di vista; Il pappagallo che dice solo "Merry Christmas"; Il finale in cui viene rivelato l'omicida.
Pregevole giallo investigativo di stampo classico, costruito attraverso numerosi flashback che mettono a nudo la complessa personalità della vittima in tutte le sue sfaccettature. Per lo spettatore odierno non sarà impossibile indovinare l'identità del colpevole (gustoso comunque il particolare che lo incastra), ma in fondo ci si appassiona più al mistero della vita della chiromante che a quello della sua morte. La regia di Asquith è impeccabile sia nella rappresentazione ambientale che nella direzione del cast, in cui la protagonista Joan Kent è bravissima a farsi in cinque...
Quando una chiromante viene strangolata nel suo appartamento, la polizia interroga vicini e conoscenti della donna, ognuno dei quali la presenta sotto una luce differente... A rendere intrigante questo piccolo thrller è proprio il relativismo dei rispettivi flashback che richiama la struttura narrativa di una pellicola molto più famosa uscita nello stesso anno. Infatti, non sapremo mai se la vittima era una gran signora oppure un'arpia, un'innamorata discreta oppure un'avida profittatrice. Nel cast, Bogarde ha un ruolo meno rilevante di quel che lasciano supporre i titoli di testa.
Una chiromante conduce una vita ambigua in attesa che il marito moribondo la liberi finalmente dagli impegni. Va da sé che attira su di sé relazioni equivoche, sospese e potenzialmente pericolose. Affascinante percorso a ritroso a chiarire la personalità della vittima basandosi sui racconti delle relazioni più strette; ma ogni testimone è molto più impegnato a romanzare una propria verità di comodo per imbellettarsi moralmente, che a dare una versione utile alle indagini. Ottime le atmosfere torbide in perenne chiaroscuro e stupendo il volto aguzzo dell’ispettore Duncan Macrae.
Una cartomante è stata strangolata, le persone che l'hanno frequentata fino all'ultimo la raccontano tutti in modo diverso ma uno solo è l'assassino. Thriller psicologico tutto basato sui flashback e su una recitazione da manuale di tutti gli interpreti, che sanno adattarsi benissimo alle diverse tonalità del racconto. Il classico film inglese, calligrafico ma (in questo caso) efficace.
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