Pellicola graffiata colorata incisa maltrattata esuberata. Non più ripresa del reale ma intervento sul tramite che ricrea un mondo. Vertiginoso, a voler essere eufemistici. Ipnagogia telestesia sinestesia caleidoscopia all'ennesima potenza. Il cinema fattosi mescalina e viceversa. Con personal dj set adeguato a fargli da ost, si rivela un'esperienza corticale e sensoriale irripetibile. 75' di pura hallucigenia senza assumere nulla di chimico.
Il cinema nella sua forma più metafisica e pura. Pellicola astratta firmata dal maestro Brakhage qui nella sua opera più famosa e rinomata. Non richiede precisazioni di alcun tipo o commenti in particolare se non quello di sedersi e godersi la corsa: il film è un vero viaggio lisergico e sfrenato al di là di qualsiasi concetto puramente materiale, al di là di qualunque limite cinematografico e non; un'esperienza più che una semplice visione. Da gustare con una colonna sonora adeguata (personalmente ho optato per un buon raga indiano).
Come trama potrei fare una congettura, che però rischia di essere una sparata: è l'allontanamento da una vita caotica (vedi fanali d'auto nel traffico notturno) del protagonista, ora intento a scalare irti sentieri nevosi col suo cane (magari è la fatica a causargli queste continue allucinazioni!). Nella realtà è un viaggio psichedelico indimenticabile anche per lo spettatore, specie se si cimenta nel selezionare il repertorio a lui più congeniale per crearsi un suo sottofondo musicale. Un challenge non indifferente, ma la soddisfazione resta, ed è eterna.
MEMORABILE: Le inquadrature della superficie del Sole; I segmenti e i reticolati sovrapposti alle immagini.
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Ok, ma a quel punto l'insonorizzazione deve essere con le pareti tappezzate da pacchetti vuoti di Marlboro stile le vecchie radio libere. E se passa qualcuno gli tiro dietro quel che ho fra le mani...;-)
No, scherzi a parte...Ognuno lo può vedere come ritiene opportuno e fare anche un paragone fra i due modi. Io ci avevo provato a vederlo senza sonoro, ma non avrei tenuto botta 74 minuti; oppure avrei dovuto centellinarlo e il punteggio sarebbe stato molto minore e molto meno attendibile nella mia media di giudizi.
E il fatto di averci messo del mio non lo reputo un punto a sfavore, anzi...
fauno sono contento che tu abbia gradito fino all'entusiasmo ancorché optato per l'opzione vj-set faidate, apre decisamente un varco incredibile e inatteso, e quanto alla prima traccia della tua tracklist esclamerei un accorato urka la mazurka!
ti consiglierei di affrontare le sue prossime opere sempre di cotal guisa; nel caso di the act of seeeing wit one's own eyes potrà servirti anche a passare indenne o comunque meno urtato una visione decisamente disturbante.
Herrkinski ebbe a dire: ma andrebbe effettivamente visto senza alcun accompagnamento sonoro o è di prassi avere una soundtrack "fai da te"?
diciamo che resta notevole e anche qualcosa di più
in entrambi i casi. ma con una tua personale tracklist l'asse si sposta di parecchio. specie se i brani iniziano a mummificare con ritmica perfezione e assoluta aderenza la scansione visiva e il ritmo del montato. là siamo davvero all'estasi da psilocibina.
Schramm ebbe a dire: Herrkinski ebbe a dire: ma andrebbe effettivamente visto senza alcun accompagnamento sonoro o è di prassi avere una soundtrack "fai da te"?
diciamo che resta notevole e anche qualcosa di più
in entrambi i casi. ma con una tua personale tracklist l'asse si sposta di parecchio.
infatti il rischio è di costruirsi un evento sonoro personale corredato da immagini, un po' alla Pink Floyd prima maniera per intenderci...
sono stati fatti esperimenti di tal genere anche con 2001 di Kubrick, in particolare sul "trip" finale di David...
le critiche evidenziavano appunto come la musica diventasse il centro dell'attenzione per lo spettatore mentre le immagini passassero in secondo piano...
Poppo ebbe a dire: Schramm ebbe a dire: Herrkinski ebbe a dire: ma andrebbe effettivamente visto senza alcun accompagnamento sonoro o è di prassi avere una soundtrack "fai da te"?
diciamo che resta notevole e anche qualcosa di più
in entrambi i casi. ma con una tua personale tracklist l'asse si sposta di parecchio.
infatti il rischio è di costruirsi un evento sonoro personale corredato da immagini, un po' alla Pink Floyd prima maniera per intenderci...
sono stati fatti esperimenti di tal genere anche con 2001 di Kubrick, in particolare sul "trip" finale di David...
le critiche evidenziavano appunto come la musica diventasse il centro dell'attenzione per lo spettatore mentre le immagini passassero in secondo piano...
trattandosi in questo caso di un film muto vale per me e per quella che è stata la mia personale esperienza il discorso diametralmente opposto, che vede la musica come esponente che eleva a potenza la sensorialità data dalle immagini, fungendo insomma da evidenziatore e/o catapulta per esse (ho avuto la stessa sensazione facendo altrettanto per kiss).
con una sonorizzazione per film parlati e dall'impianto narrativo (che qui è totalmente assente) cambia ovviamente tutto.
Vero quello che dici per i film muti in genere, ma qui si tratta di film astratti e sinceramente non so se per questi possa valere una regola generale.
La musica altera comunque la natura della percezione di quello che guardiamo: se c'è una traccia d'immagine facilmente decodificabile è una cosa, se non c'è è chiaramente un'altra.
Sperimentare personalmente, senza però aver timore di farsi prendere dal vuoto che il silenzio genera. Sappiamo bene che stiamo diventando incapaci anche di guardare la natura in silenzio, come se avessimo sempre necessità di un sottofondo musicale adeguato anche quando questo c'è (natura) o quando non serve (visita a un museo o a un sito archeologico).
Sull'ultimo punto del museo o della natura permettimi di dissentire, perché anzi, sono i più bei silenzi "necessari" e per me indispensabili.
Quanto all'accompagnamento musicale che ho utilizzato per Dog Star Man ti posso dire di averli scelti istintivamente quei 5 o 6 brani, sempre tenendo conto dei miei gusti e della stranezza di quei brani medesimi (se tu chiedi a qualsiasi fan di Beatles, Rolling Stones e Pink Floyd di farti una sua favourite list non te li metterà mai neanche da lontano!), ma avrei potuto usarne almeno un'altra cinquantina in alternativa, anche di altre band.
Diciamo che avevo provato a vedere il film senza sonoro, ma la non connessione fra le immagini mi dava un ostacolo quasi insormontabile; avrei dovuto trovare un'ispirazione quasi da seminarista per vederla con tutti i parametri a me congeniali, e mi ci sarebbe voluto più tempo.
Il fatto che col sonoro mi sia piaciuto subito e non abbia fatto alcuna fatica a rivederlo (se non per un lieve ritardo sui tempi e per la particolarità del brano delle Stelle di Mario Schifano) non mi fa certo dire che non lo si possa vedere anche senza effetti sonori e con risultati forse anche migliori; dipende solo dalla sensibilità, cioè dalle necessità dello spettatore di impiegare uno o più dei 5 sensi. Se il risultato è buono ogni metodo è valido.
Ma, ripeto, quando l'immagine è totalmente astratta, stiamo operando in una condizione simile a quella in cui la psichedelia musicale operava corredando di immagini la musica. C'è dunque da ragionare sulla "reversibilità" dei processi creativi di visione e ascolto.
Per concludere direi che a questo punto l'opera di sonorizzazione deve puntare a un processo artistico pari a quello originale.
In fondo anche Kubrick ha fatto prove sonorizzando 2001 e non è detto che le sue scelte non potessero (al tempo) essere migliorate. Per dire, non ho mai amato il "pasticco" finale con le musiche di Ligeti.
Poppo ebbe a dire: Per concludere direi che a questo punto l'opera di sonorizzazione deve puntare a un processo artistico pari a quello originale.
ed è appunto per ciò che nel mio caso il sincretismo ha pienamente funzionato: a mio gusto e intendimento, solo certa elettronica diciamo così calda poteva contrappuntare l'astrattismo, e far sì che il suono generasse senso, e viceversa, l'immagine secernesse suono. è diventata una vera e propria equazione parametrica. il fatto che ciò sia stato casuale, senza troppo meditare a monte la scaletta, ha portato alle stelle il valore dell'esperimento.