Cuore di tuono - Film (1992)

Questo film si inserisce nel filone della riscoperta delle comunità indiane e nella presa di coscienza che gli Stati Uniti sono stati costruiti su uno dei più grandi genocidi della storia (quello degli indiani appunto). Il protagonista, Val Kilmer ("stranamente" in parte), e il suo collega dell'FBI indagano su un omicidio avvenuto in territorio indiano. Val Kilmer riscoprirà le sue radici di pellerossa. Michael Apted se la cava sempre bene con i film che hanno anche aspetti documentaristici.

Buon film ambientato nel mondo spesso degradato delle riserve indiane, il cui motivo centrale è la riscoperta delle proprie radici e dell'orgoglio di razza da parte delle comunità dei nativi americani. In questo senso la vicenda poliziesca appare quasi un pretesto per mostrare (e pubblicizzare) un conteso sociale spesso dimenticato dagli americani. Buona la fotografia (di taglio quasi documentaristico) e valido il cast.

Buon film poliziesco che ha il merito di esplorare, con tatto e rispetto, le non facili condizioni di vita all'interno delle riserve indiane d'America. La trama scorre su un discreto filo logico, mentre agli occhi dell'oriundo Val Kilmer, si apre un mondo dal lui mai conosciuto o troppo in fretta dimenticato. Film da riscoprire, che col pretesto di una trama gialla dice molto più di ciò che sembra.

Apted è un buon regista, abituato a creare atmosfere credibili e De Niro alla produzione è comunque una garanzia. Ne esce un bel film, fuori dai soliti cliché grazie anche alla sceneggiatura e al soggetto che decidono di ambientare questo bel poliziesco in una moderna riserva indiana. Solidità ma anche un pizzico di spiritualità e misterismo che nell'insieme non guastano. Bravo Kilmer, qui in una delle sue migliori performance e buono il cast di contorno compreso Greene, il gran capo di Balla coi lupi. Per ricordare Wounded Knee!

Un film dall'atmosfera molto profonda e spirituale che riesce a far passare quasi in secondo piano la vicenda poliziesca. A differenza dell'80% dei film di genere non scade mai nel banale o nell'illogico riuscendo a coinvolgere lo spettatore nel degrado delle comunità dei nativi americani. Val Kilmer e Graham Greene molto credibili, regia e fotografia decisamente sopra la media.

Thriller intricato e coinvolgente, per nulla scontato soprattutto nel saper affrontare il discorso delle riserve indiane rivestendolo di una patina commerciale che non renda insulsa tutta l'operazione. Apted dirige bene, con le giuste pause e il giusto approfondimento dei caratteri, personaggi secondari compresi. Kilmer se la cava bene, coadiuvato alla grande da Shepard e da Greene. La soluzione dell'intreccio può apparire scontata ma è presentata bene, con il messaggio di fondo che risalta quanto basta. Notevole.

La riscoperta delle proprie radici da parte di un giovane agente FBI di origini indiane ma allevato da bianchi che viene inviato ad indagare su un omicidio commesso all'interno di una riserva... Soggetto dalle grandi possibilità non pienamente sfruttate: la storia scorre senza troppi intoppi ma alcuni snodi sono assai prevedibili e l'epilogo, pur gratificante, convince poco. Se il versante drammatico zoppica, meglio va sul lato commedia, grazie ai simpatici personaggi interpretati da Greene e da un vero capo indiano. Film comunque interessante, impreziosito da splendidi paesaggi desertici.