Un film interessante, che però lascia il dubbio che si sia persa l’occasione per confezionare almeno un mezzo capolavoro. Bravo Hurt nel disegnare un simpatico poliziotto moscovita e bravini tutti gli altri. Si guarda e si riguarda, ma resta sempre quella sensazione (o meglio: qualcosa in più di una sensazione) di incompiutezza. In ogni caso è da non perdere, specialmente per l'originalità dell'assunto moscovita. Girato in Finlandia.
Un buon giallo che ha l'indubbio merito di un'ambientazione completamente diversa da quella a cui siamo abituati. Tratto dal bel libro di Martin Cruz Smith, riesce a restituirne quasi integralmente l'atmosfera. William Hurt interpreta l'ispettore di polizia che deve scoprire chi ha eliminato tre giovani i cui corpi sono stati trovati nel Gorky Park del titolo. Oltre a quella del protagonista sono buone anche le interpretazioni degli attori di contorno, a cominciare dall'ambiguo Lee Marvin. Manca quel non so che per elevarlo a classico del genere.
C'è Lee Marvin, e già uno è disposto positivamente; c'è un'idea di partenza non male; c'è un'atmosfera non convenzionale e stravecchia. Manca un regista: Apted è un mediocre, e il film non si eleva da una medietà professionale ma asettica, un po' fredda, come la Mosca del film. Bene anche Hurt; miglior film della modesta Pacula. Bersaglio in parte mancato.
Mediocre thriller ambientato nell'Unione Sovietica che, dopo un inizio molto promettente, si perde sempre di più in una serie di lungaggini senza senso che appesantiscono non poco la pellicola. Il ritmo, infatti, latita per buona parte del film e la colpa non è solo della sceneggiatura a tratti boccheggiante, ma anche di una regia davvero inetta. Il finale poi è ai limiti dello stucchevole e del ridicolo. Peccato perché tagliandolo un po' e con un plot migliore sarebbe potuto uscirne un film molto interessante.
Buona trasposizione del complesso thriller di Martin Cruz Smith. Non era facile trasporre in immagini un romanzo giallo a sfondo politico così denso di intrighi, ma il regista invece se la cava alla grande. Sforbiciando qualche lato pedante della storia, Aped confeziona un film asciutto, teso, inquietante. Memorabili le interpretazioni di Marvin e Hurt (che si fa perdonare la mancanza di lineamenti da russo con una prova d'attore stellare).
MEMORABILE: La sequenza descritta fedelmente al romanzo, con gli zibellini che corrono, nero nel bianco, nero nel bianco, verso la libertà.
Thriller a sfondo politico tratto dall'intricato (dal punto di vista della trama) libro di Martin Cruz Smith, ambientato in una Mosca in cui opera il bravo (ed onesto) poliziotto Renko, opposto ad un losco uomo d'affari americano. Non mal realizzato, il film si perde dietro la complessa trama, senza approfondire molto la caratterizzazione dei personaggi che risultano stereotipati e meno affascinanti che sulla carta, nonostante interpretati da ottimi attori, come Hurt e Marvin.
Bel thriller ben diretto dal bravo Apted, che gli conferisce un buon ritmo e diversi momenti da ricordare. Cast di spessore con un Lee Marvin in una delle sue ultime apparizioni e un Brian Dennehy come sempre impeccabile. La Pacula è una bella donna ma niente di piu. Da riscoprire.
Thriller convenzionale e asettico girato ad Helsinki (che ci viene spacciata per Mosca) da un regista decisamente anonimo, ma che per lo meno viene in parte ravvivato da un ottimo cast in palla (spicca la prova dell'eterno Lee Marvin). Tutto quanto scorre nei canoni di un classico prodotto destinato ad un pubblico che sembra si possa accontentare davvero di poco e non basta di certo un intreccio alquanto fumoso a rendere memorabile la visione di un film che si può tranquillamente dimenticare dopo la prima e unica (ve lo consiglio!) visione.
Ottimo thriller spionistico. La trama è particolarmente ingarbugliata ma ben sviluppata e il film ha il merito di non avere punti morti. Ottima prova del cast, in particolare di Lee Marvin (in una delle sue ultime apparizioni) e Brian Dennehy; il protagonista William Hurt invece è un po' ingessato ma funziona abbastanza bene. Stupendo il finale, buona colonna sonora.
Nella Mosca post-brezneviana ma ben lontana dalla Glasnost, trovare tre cadaveri in un parco non è usuale. Infatti l'ispettore Renko si trova presto di fronte a un giro loschissimo. Il principale motivo di curiosità è dato dall'ambientazione moscovita e dalla contrapposizione tra un russo buono e un americano corrotto e cattivo. Buono il cast, con Hurt al centro e Denney come sempre efficace, ma la trama non gira benissimo e, a parte i due elementi citati, il già visto abbonda. Gorbacheviano.
Bel thriller politico ambientato in una Unione Sovietica innevata e prossima al disfacimento. L'indagine di un poliziotto russo tra cadaveri scarnificati, mercato nero e agenti del KGB. Il regista costruisce bene la storia immergendo tutto in un'atmosfera cupa e opprimente, alzando sempre di più il livello con riflessioni su un comunismo senza libertà e un mondo occidentale dove la libertà è solo un'illusione. Bravi Hurt, Marvin, Dennehy e bellissima Joanna Pacula. "I follow the Moskva Down to Gorky Park Listening to the wind of change..."
Da un primo sviluppo che si annuncia interessante tra sadici omicidi, Kgb e affari milionari, il thriller man mano assume i connotati di una certa epicità sparata a salve. Il salvifico Hurt risulta freddino nella componente amorosa e l’epilogo da Far West viene gestito male nei tempi. Conclusione buonista a sottolineare il carattere da duro del protagonista. Somiglianti le ambientazioni (seppure il film sia girato in Finlandia).
In un mechané che pedina il classicismo 40/50’s, dove il noir da camera slitta pericoloso sul tornante della soap) lascia interdetti che una banale tratta di zibellini cambi i connotati allo spionaggio e al thriller politico prendendosela assai comoda (126’ francamente eccessivi), e non meno esclamativi sopra la testa pianta il vedere prefigurate impennate gore che paiono una cellula staminale argentea. A un’improbabilità da telefilm 70’s dà il cambio una grana d’altri tempi, seduttiva il tanto che basta; peccato per derive e soprattutto approdi del plot; ma si sa che il male è banalissimo.
Classico spy-movie in perfetto stile anni 80 diretto da un buon regista di genere. La narrazione scorre fluida e la prova di Hurt, lanciato più che mai in quegli anni, è la classica ciliegina sulla torta. Come al solito la Russia ci viene mostrata come un abisso di malvagità e giochi sporchi dove persino un alto funzionario della polizia può poco e dove il KGB è la solita macchina tritatutto. Non che non sia vero, ma sull'altro fronte le cose non erano poi tanto diverse. Spiace per Marvin, pesce fuor d'acqua mai a suo agio in questo film.
Dal romanzo più famoso di Martin Cruz Smith, un thriller lunghetto e piuttosto intricato ma originale (sia nell'intreccio che nell'ambientazione), avvincente e con buoni colpi di scena. Inevitabili le critiche all'URSS comunista, rappresentata come un paese corrotto e avvolto dalla cappa funesta del KGB; in compenso, l'eroe della situazione è proprio un russo mentre il cattivo è un americano. Ottimo Hurt, professionali Dennehy e Bennen, Marvin non troppo in parte, decisamente più bella che brava la Pacula. Discrete musiche di James Horner.
In un parco moscovita vengono rinvenuti tre cadaveri dai volti sfigurati. Un poliziotto onesto sospetta che nel delitto siano implicati pezzi grossi del KGB e anche un americano che commercia pelli pregiate... Il plot e il cast promettevano bene, invece Apted, evidentemente non a suo agio col genere, addormenta il ritmo facendo perdere interesse nelle indagini fino a giungere ad un epilogo frettoloso ed impacciato. In questa situazione, anche gli attori convincono poco. Da salvare l'ambientazione innevata, qualche sequenza sparsa e le controfigure degli zibellini.
MEMORABILE: La ricostruzione dei volti previo intervento dei bacherozzi; La sequenza dentro la piscina pubblica con volo del corpo giù dalla balaustra.
Denso di clichè ma solido, benissimo girato e confezionato. Thriller di Michael Apted ambientato nell'Unione Sovietica, nella Mosca di Yuri Andropov. Arkady Renko uno dei personaggi più rappresentativi se non il migliore in toto, di William Hurt. Quadrato e bravissimo nella sua professione, ma anche integro e sensibile. Lee Marvin già malato è un cattivo di maiuscolo spessore e classe nel ruolo di Osborne, Dennehy completa un eccellente cast, oltre a tanti bravissimi caratteristi britannici. Molto ben fatta l'ambientazione sovietica, ricreata a Helsinki. 40° anniversario e migliora.
MEMORABILE: Le teste scarnificate ricreate dal luminare MacDiarmid; Le mitiche Lada 1600 e Volga; Dennehy e la placca d'oro negli snack; Osborne: "Ma cosa...".
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo:"XX secolo", 28 maggio 1986) di Gorky Park