Cristian e Palletta contro tutti - Film (2016)

Cristian e Palletta contro tutti
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Commedia girata con quattro soldi sfruttando la buona caratura dei due protagonisti, le cui qualità permettono di mascherare parzialmente la pochezza del copione. Inutile infatti girarci attorno: se già il soggetto - costruito attorno a una storia che per metà è descrizione del quotidiano d'un buono a nulla (De Rienzo) sempre in attesa della "svorta" e per l'altra metà un road-movie a due che a tratti sa quasi d'improvvisazione - non fa gridare al miracolo, anche la sceneggiatura (entrambi opera del regista Manzini) non si può dire sia un trionfo di genialità. Il film qua e là funziona appunto per la spontaneità e l'affiatamento...Leggi tutto dei "titolari del titolo", amici pronti a rinfacciarsi ogni cosa, a mandarsi a quel paese per poi dimenticarsene subito dopo ritrovando lo spirito solidale che li tiene comunque uniti. Chi sta messo peggio dei due è Cristian (De Rienzo), sicuramente più presente sul set di Palletta (Sermonti): senza un euro in tasca, svogliato, incapace di mantenere un rapporto minimanente onesto e corretto con la fidanzata (Vicario), finisce presto sotto osservazione di due brutti ceffi della zona che lo ingaggiano per un primo lavoretto e, fallito quello, gli offrono centomila euro per imbottire una macchina con 50 chili di cocaina e passare con quella la frontiera. Una bella somma, che Cristian vorrebbe dividere con Palletta coinvolgendolo nella rischiosa "missione". Si penserà che il film racconti di quest'ultima e invece no, ci si ferma all'organizzazione della stessa: l'assistente (Palacios) di un improbabile santone che si fa chiamare John Benzedrina (Manzini), infatti, spiega a Cristian che in Colombia per far passare la droga ai controlli delle unità cinofile usano l'urina di giaguaro. L'obiettivo, quindi, è procurarsi il prezioso liquido e non sarà facile, visto che lo zoo di Roma ha da tempo spedito i ricercati felini a Berlino e per trovarne altri tocca andare fino in Puglia. Sorvolando sull'improbabilità di buona parte delle soluzioni adottate dalla sceneggiatura, ciò che danneggia il film è il ritmo stanco della regia, che azzarda passaggi quasi autoriali pur in assenza dei presupposti minimi. Spesso si nota come si giri intorno alla stessa idea cercando di stirarla il più possibile con risultati strazianti (si vedano certi interminabili scambi al funerale nell'ultima parte,  l'inconcludente faccia a faccia con Benzedrina compreso di “trip”, la puerile scena dell'amplesso con la "balena"...) o si ricerchino la risata, la situazione imbarazzante, senza capire che per ottenere i risultati sperati servirebbero al contrario immediatezza e concisione. Fortunatamente qualche tocco che lambisce il surreale (soprattutto nella lunga parentesi al circo con un eccellente Rocco Ciarmoli) colpisce positivamente, ma i dialoghi sono sciapi, privi di vere battute e di fatto affidati alla grinta dei protagonisti, che non può da sola coprire gli evidenti difetti. Ultima parte che si spegne minuto dopo minuto facendosi insopportabilmente stiracchiata. Con un copione più efficace la coppia (che come tale è riconoscibile solo nel secondo tempo, dopo un primo dominato da De Rienzo) avrebbe potuto facilmente offrire molto di più.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/09/20 DAL DAVINOTTI
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Markus 19/09/20 18:52 - 3680 commenti

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Opera prima per Antonio Manzini, che sceglie la via di una commedia amara, figlia del "Medioevo senza speranza" di questi anni. Un film basato essenzialmente sul carisma dei due protagonisti De Rienzo e Sermonti (già uniti nel ben più celebre Smetto quando voglio): nella loro sagacia romana - che non entusiasma più i cuori, ma riesce sempre a strappare un ghigno e a mascherare le pecche registiche - la summa dell'opera. Ci si trascina non tanto brillantemente in una vicenda scritta in due pagine e saggiamente arricchita da qualche intuizione qua e là.

Urraghe 20/09/20 16:43 - 78 commenti

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Commedia on the road ruspante dalla trama indescrivibile con buoni attori supportati da caratteristi in forma. Film sorretto dalle battute leggere e divertenti, regia leggera che fa trasparire il piacere di un certo cinema. Libero De Rienzo, Pietro Sermonti e Margherita Vicario in forma si divertono e fanno divertire. Musica inesistente. Trama articolata, il film non perde mai energia seppur limitato dal soggetto obiettivamente inesistente. Un'ora piacevole.
MEMORABILE: La recitazione in barese della romana Margherita Vicario.

Cotola 21/09/20 23:40 - 8998 commenti

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Il film sconta una sceneggiatura inadeguata che ruota attorno a un paio di esili ideuzze, senza mai però riuscire a rivitalizzarle con spunti nuovi. I ritmi sono poco vivaci, i dialoghi poco brillanti, ma la coppia De Rienzo-Sermonti non è malvagia. Scritto e diretto da Antonio Manzini (l'ideatore letterario del commissario Rocco Schiavone), che forse farebbe meglio a continuare a dedicarsi al poliziesco. Poche le risate e le situazioni riuscite. Ma alla fine può avere un suo perché.

Jandileida 20/07/21 08:59 - 1558 commenti

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Commedia girata con una eroica povertà di mezzi e che si fa forte di qualche buono spunto comico e di due protagonisti in palla e ben affiati. La ricerca del modo per uscire dalle miserie della vita quotidiana, tra disoccupazione e lavori sottopagati, prende qui le forme della ricerca di una mitologica pipì di giaguaro. Barcamenandosi tra un Trainspotting più bonario e un road movie pugliese, Manzini imbastisce una storia che qua e là mostra la corda ma alla fine riesce a far divertire senza troppe pretese. Da ricordare la parentesi western-circense con Ciarmoli.

Pessoa 23/07/22 21:43 - 2476 commenti

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Pur tenendo conto dei difetti congeniti della produzione low budget e della storia tanto esile quanto poco credibile, bisogna riconoscere a questa creatura di Manzini una certa originalità che la colloca fra i prodotti più interessanti del cinema italiano indipendente del periodo. Le risate non mancano, soprattutto per la buona prova del cast con comprimari molto azzeccati ed espressivi (Ciarmoli, Schiavarelli) mentre un ritmo sostenuto tiene in piedi la vicenda che scorre senza un attimo di noia. Molto buone le location pugliesi, meno quelle romane. Tutto sommato vale la visione.
MEMORABILE: Il personaggio di Alfredo (Ciarmoli), molto ben sceneggiato e caratterizzato ancor meglio.

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