...Correva l'anno di grazia 1870

Tra le ultime opere della Magnani, questo film uscì sia nelle sale che in Tv. Grande interpretazione di un ruolo femminile! Una donna romana che con grandi sacrifici non abbandonerà il marito (prigioniero per le sue idee politiche) e lotterà al suo fianco. L'interpretazione di Mastroianni è buona ma sottotono, poco realista rispetto agli accesi entusiasmi patriottici e di lotta per il completamento dell'unità d'Italia. La forte personalità di Don Aldo impersonato da Carotenuto crea equilibrio fra le parti.

Uno degli ultimi film della grande Anna Magnani, che però non rende onore alla notevolissima interpretazione dell'attrice romana (al contrario di Marcello Mastroianni). Nella prima parte la storia è un po' troppo ripetitiva e forse la situazione del figlio della protagonista al seminario poteva essere appofondita. Finale struggente.

Parte piuttosto bene, pur risentendo della staticità delle ambientazioni, con la Magnani che riuscirebbe a recitare solo con gli occhi. Invece il secondo tempo cala molto, per colpa delle ripetizioni, delle lungaggini e della retorica. Carotenuto gradevole, Mastroianni sotto le attese (ma il personaggio è monotematico), il ragazzino Cruciani non male. Chi, accostandosi ad un film d'ambiente popolano, si attendesse di vedere Lina Franchi, la Scagnetti e Alba Maiolini, non si stupirà nel trovarvi Alba Maiolini, la Scagnetti e Lina Franchi...

Uno degli ultimi lavori della Magnani, viene ricordato prettamente per la presenza di due mostri sacri (la Magnani e Mastroianni). Il resto del cast è quasi anonimo ma l'interpretazione di Nannarella è, ancora una volta, carica di pathos, in grado quasi di ipnotizzare gli spettatori come era solito fare Bette Davis nei suoi film. La ricostruzione scenica è cinematografica. Qualche taglio nel montaggio definitivo sarebbe stato auspicabile, ma la rievocazione storica dei giorni romani che precedettero la Breccia di Porta Pia è decisamente riuscita.

Bella ricostruzione storica dell'arrivo dei piemontesi a Roma, ma con un piccolo difetto nel ritmo. Se infatti la prima ora scivola veloce e interessante, nella seconda parte si ha un sensibile rallentamento, nonostante contenga il clou. Le atmosfere sono però degne di nota. Straordinaria come sempre Anna Magnani, in una delle sue ultime apparizioni. Eccezionale anche Mario Carotenuto, mai troppo rimpianto. Poco credibile invece Mastroianni. Belle le musiche di Ennio Morricone.

Il popolo romano, così apparentemente sonnacchioso e pavido, si risveglia nel fatidico giorno in cui i piemontesi fecero irruzione attraverso Porta Pia cambiando la storia. Il film, più che improntarsi sulla cronaca politica, sfrutta le capacità della Magnani per raccontare una storia umana, fatta di soprusi e di compromessi. Pur facendoci rimpiangere alla grande Luigi Magni, commuove senz'altro nell'ultimo quarto d'ora, di grande presa drammatica.

Punta di diamante della collaborazione fra Rai, Giannetti e la Magnani, è l'episodio concepito per l'uscita al cinema. Gli avvenimenti storici e le ambientazioni sono costruiti con una discreta cura (anche se la Roma coeva di Magni era decisamente un'altra cosa) mentre la sceneggiatura alterna parti godibili ad altre che non riescono ad uscire dalla macchietta. Mastroianni è al suo solito (alto) livello ma i migliori del cast sono Carotenuto ed una Magnani magistrale protagonista di uno splendido canto del cigno: lei da sola varrebbe comunque la visione. Nel complesso un buon film.

Non la si può considerare tra le opere più riuscite fra le tante ambientate in quel periodo storico. La base su cui poggia scricchiola non poco in quanto lascia maggior spazio all’introspezione dei personaggi, mettendo in disparte i fatti politici che avrebbero meritato maggiore risalto. Lo stesso Mastroianni resta in sordina, non riuscendo a dare profondità al ruolo, mentre la Magnani è perennemente adombrata da una patina in volto che trasmette solo sensazioni angoscianti. C’è anche Morricone, presente con un motivo che non fa che accentuare gli animi sommessi dei personaggi.