Con una mano ti rompo con due piedi ti spezzo - Film (1972)

Questo è il film che ha reso famoso Jimmy Wang Yu nel mondo. Preso pari pari da "La sfida degli invincibili campioni" di Chang Cheh dove era protagonista, ha trasformato un wuxiapian in un Gongfupian togliendo le spade per lasciare posto alla violenza fisica. Come nell'altro film lo spadaccino era monco ora ci troviamo di fronte il lottatore monco, con la sola differenza di aumentare l'adrenalina nello spettatore attraverso una serie di trovate geniali ma allo stesso tempo poco credibili. Classico.

Tipico film di provenienza hong-konghese di gran moda nel '70, anni in cui il kung-fu fu importato massicciamente in Italia sull'onda del successo dei film con Bruce Lee. Alcune scene risultano decisamente ridicole e l'esagerazione è la cifra stilistica più evidente di questa pellicola. Come non citare la scena in cui il cattivo di turno per far sentire inferiore il protagonista (monco di un braccio) si mette a camminare sulle mani e questi risponde appoggiandosi a terra su una mano sola e poi su un dito e quindi saltellare su di esso?

Classico kung-fu movie hong-konghese degli anni '70. Rispetto ad altri film similari questo si distingue per le notevoli coreografie dei combattimenti e per un ritmo incessante, che riesce a mantenere alta l'attenzione anche grazie a continue trovate e a una dose di violenza superiore alla media. Il boxeur senza un braccio è una bella idea e le evoluzioni atletiche del protagonista, seppur spesso assolutamente esagerate, divertono e non deludono le aspettative. Tra i titoli più interessanti del filone.

Cinque dita di violenza e questo li considero i migliori film, per l'epoca, considerando che il cinema di Hong Kong non sempre proponeva eccellenti capolavori come questo: la varietà dei combattimenti e degli avversari e gli spericolati e acrobatici incontri sorretti da un'atmosfera marziale ne fanno un grande mito: il maestro lang coi canini da vampiro, i gemelli siamesi Lai piedi bronzo, i due lama tibetani che si gonfiano come canotti per resistere ai colpi... E su tutti Wang Yu con un braccio solo. Che bel ricordo!

Un classico del genere gong fu dagli sviluppi dal sapore genuinamente trash anche più di altri esemplari. Siamo dalle parti del frequentato sottogenere delle "scuole rivali" che, nella fattispecie, infila un'incredibile serie di combattimenti più involontariamente spassosi che sanguinari. Per il senso del ridicolo si segnalano: i freaks marzialisti come il karateka con dentoni da vampiro e i monaci tibetani che si gonfiano come palloni e ancora il combattimento "a testa in giù". Per chi ama la risata sguaiata...

Buon film di arti marziali che, come quasi tutti i prodotti di kung-fu dello stesso periodo, denuncia la sua età e anche la sua provenienza. Ma tutto sommato resta un bel film da vedere grazie alla grande varietà dei personaggi e dei combattimenti, che faranno la gioia di tutti gli amanti del genere. Nota di colore: il supercattivo; se non fosse così cattivo farebbe morire dal ridere. **1/2

Nonostante alcune assurdità evidenti (lo yoga indiano è un attore cinese truccato!), uno dei migliori film del filone: non ci si annoia per un minuto, è 100% adrenalina e azione. I combattimenti sono coreografati e ogni lottatore esegue una particolare mossa, alcuni danzano con tanto di musica in sottofondo. Semplicemente epico, uno dei miei preferiti in assoluto.