Cauchemar et doux rêves - Corto (1909)

Doppio sogno per la signora che si assopisce sulle rive del laghetto: prima l'incubo con orrendi cavernicoli che la mettono sulla graticola, poi soavi fanciulle che introducono un baldo giovane che la vuole impalmare. Al risveglio si troverà a fianco il vecchio marito (o spasimante?): forse l'incubo peggiore... Cortometraggio ben equilibrato, piacevole, con un bel passaggio (sia tecnico che narrativo) dagli esterni (laghetto) al solito teatro di posa. Ma soprattutto c'è la giusta ironia che alla fine strappa perfino un sorriso.

Curioso corto di Segundo de Chomón (poco più di 5’). Il titolo (“Incubo e dolce sogno”) si riferisce a due distinte fasi dal pisolino che Julienne Mathieu schiaccia, stando su un sedile in riva ad uno stagno. Dapprima subisce visioni angoscianti (specialmente con quella sorta di brutti cinque nani, che non sono neppure nani). Poi, dopo un primo risveglio, un sogno di ricchezze. La realtà del risveglio finale, però, perde molto al confronto con il secondo sogno. Carino nel doppio contrasto, non ben definito nelle apparizioni e sparizioni presenti nella seconda parte, meno convincente.

Una giovane fanciulla (Julienne Mathieu) si assopisce sulle sponde di un laghetto. Dapprima sognerà alcune brutte figure che finiranno per metterla sulla graticola, in seguito invece sarà la volta di un sogno bellissimo dove un baldo giovane le si porrà davanti con intenzioni gradevoli. Al risveglio dovrà fare i conti con la realtà. Il corto è gradevole soprattutto per la contrapposizione che si viene a creare durante la duplice fase onirica e per il finale beffardo. Non tutto però funziona alla perfezione e, nonostante la breve durata, qualche piccolo passaggio a vuoto è presente.