Ricostruzione romanzata della vera storia di Ronald “Buster” Edwards, uno dei 15 criminali che compì la “Grande rapina al treno” Glasgow-Londra dell'8 agosto 1963. Il film comincia raccontando le piccole disavventure del ladro (Collins) descrivendo bene la sua vita con la moglie (Walters) e la figlia: un amore profondo, una situazione familiare abbastanza compromessa dal “mestiere” di lui, infine la decisione di partecipare a un grande colpo. "The great train robbery”, come la chiamano ancora oggi gli inglesi, va a buon fine: i tre milioni di sterline sottratte alla Royal Mail fanno felici tutti, ma presto la polizia arriva all'arresto della gang. Si salvano solo Buster e Bruce Reynolds...Leggi tutto (Lamb), vera mente del colpo, che partiranno per Acapulco, in Messico, assieme alle rispettive “famiglie” (Reynolds sta con una giovane e avvenente biondina). L'arrivo sembra promettere vita felice a tutti (sole e benessere, i soldi non mancano), ma i primi problemi sorgeranno quando la moglie di Buster si accorgerà di come vivere in un paese così diverso non sia sempre così facile. Diretto con i toni della commedia, che il protagonista Phil Collins regge sorprendentemente bene, BUSTER si attrasse le accuse di non condannare come avrebbe dovuto il comportamento dei gangster (e in effetti è difficile non provare simpatia per la contagiosa brillantezza di Collins), ma fluisce bene, trova in David Green una regia solida che sa raccontare con buon mestiere sia la vicenda che le problematiche familiari del protagonista; e anche la seconda parte, ambientata in un'Acapulco coloratissima (introdotta dalla notevole “Loco in Acapulco”, cantata dai Four Tops ma scritta da Collins e Lamont Dozier), dosa bene commedia e dramma sfruttando brevemente pure i festeggiamenti “in trasferta” per l'Inghilterra Campione del Mondo di calcio nel 1966. Non delude nemmeno il finale, per quanto possa apparire scontato, celebrazione dell'amore di coppia che supera di slancio quello per il denaro. Curiosamente le due “smash hits” di Phil Collins vengono confinate in chiusura, quasi di seguito una all'altra: “A groovy kind of love” nel pre-finale e “Two Hearts” sui titoli di coda. Peccato che Collins non abbia dato seguito a una carriera cinematografica che sembrava imporlo come attore originale e vigoroso, a conferma della sua statura di leader carismatico e dal vivo travolgente ricoperta nei Genesis. Julie Walters gli tiene bene testa ma anche il resto del cast è scelto con gusto. La rapina è risolta piuttosto sbrigativamente, perché ciò che conta sono le dirette conseguenze della stessa. Qui e là piccole tracce di impagabile umorismo british (si veda l'espressione del gangster arrestato sotto le coperte). Non il massimo dell'originalità né una sceneggiatura così interessante, ma il gustarsi Phil Collins attore (sulle sue qualità di musicista fan fede i molteplici premi vinti da “Two Hearts”) non ha prezzo. Almeno per i fan dei Genesis...
Lacuna davinottica.Interpretato anche dal cantante Phil Collins,(che ha curato in parte anche la colonna sonora, con due suoi brani)qui nelle vesti di un criminale da strapazzo.Il film è ambientato a Londra verso la fine degli anni sessanta.Chi lo ha visto?