Blood pay - Film (2025)

Ricco depresso acquista sul dark web una particolare smart TV capace di concretizzare attraverso un visore le fantasie più intime e inconfessabili, ma a un prezzo assai alto. Lo stile di ripresa spasmodico, l'eccesso di primissimi piani e scelte discutibili di montaggio lasciano inizialmente perplessi, ma nella seconda metà Belmonte prende un'azzeccata svolta visionaria e ironica, rivisitando con successo la love story tecnologica di Lei in salsa cronenberghiana, col bonus di ammiccamenti alla black comedy in area Corman. Messinscena zoppicante, ma meglio dei precedenti del regista.

È sempre un dispiacere giudicare negativamente questi prodotti indipendenti a budget ridotto, ma qui non si salva praticamente nulla. I dialoghi sono scarsi, il soggetto del film è a esser generosi superficiale, i personaggi tutti stereotipi, la fotografia da reel di Tik Tok, la recitazione assai modesta, protagonista incluso. Si salvano alcune idee: la vagina cronenberghiana e il metodo di pagamento (come da titolo), ma è davvero troppo poco. Fra l'altro ci si chiede come possa una macchina avere dei galoppini e perché uno solo sia mascherato. Alla larga.