Non è facile trovare un thriller (horror?) altrettanto brutto. In BLOOD FRENZY non c'è veramente nulla da salvare: il cast non convince mai, la storia è una rilettura piatta ed elementare dei “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, la sceneggiatura è zeppa di dialoghi sciocchi, gli effetti speciali (?) si riducono a sgozzamenti sanguinari ma ben poco credibili e, dulcis in fundo, il doppiaggio italiano è penalizzante e clamorosamente privo dei rumori di fondo (il che fa suonare il film più finto di quanto non sia già). La trama è minimale: un'improbabile psicologa porta sei individui afflitti da vari problemi mentali (la...Leggi tutto ninfomane, l’alcolizzato, la timida, l'isterica, il perseguitato, il macho) in pieno deserto per una seduta terapeutica. E già qui la cosa è ridicola: rotto infatti lo spinterogeno del camper, il gruppo si ritrova disperso e quasi senz’acqua. In più, uno dopo l'altro, si comincia a morire sgozzati. Chi mai sarà il colpevole? Una sorpresa relativa, ma che se non altro dà un senso al breve prologo in stile PROFONDO ROSSO, anche questo caratterizzato da una recitazione pessima e da una messa in scena da serie Z. In ogni caso BLOOD FRENZY (frenesia sanguinaria) è girato (e scritto) da Hal Freeman in modo quasi amatoriale e l'uso delle musiche vagamente pinkfloydiane dei Digital Arts è inserito a sproposito, per provare (vanamente) a riempire i terribili buchi della sceneggiatura. Il film procede terribilmente a fatica, come se tutti parlassero a vanvera per improvvisare su un copione inesistente. E non c'è nemmeno troppo da ridere per rivalutarlo in chiave trash...
Da noi venne distribuito nel periodo degli inediti in VHS (De Laurentiis Ricordi) e, tra i tanti scarsi titoli proposti come tali, Blood Frenzy è certamente stato film meritevole di traduzione. Opera di un regista molto attivo in campo porno, la pellicola sembra rimandare a Le Colline hanno gli Occhi per via dell'ambientazione desertica e soleggiata. Dalla sua, pur se sviluppato approssimativamente a causa del budget e degli scarsi attori, ci mette una discreta dose di esplicita violenza (sul finale) a base di coltello e una bionda tutta curve.
Dove portare dei pazzi a curare le loro malattie? Ma certo! Che domande! In un deserto dove finiranno vittime del solito pazzo di turno. O forse no? Ah ah ah... Penso che la trama già la dica tutta su questo pessimo film privo di un'idea che sia una e figlio di una sceneggiatura prevedibilissima e dal ritmo soporifero, che ricicla spudoratamente l'ambientazione de Le colline hanno gli occhi. Ottimo per le notti estive in cui non riuscite a prendere sonno.
Slasher ottantiano che si rifà evidentemente a Le colline hanno gli occhi già a partire dall'ambientazione desertica, costruito però con un'impostazione whodunit reminescente dello psycho-thriller/giallo classico dai 70s in poi, a partire dall'incipit col tipico trauma infantile. Rosa di personaggi tagliati con l'accetta, a creare pedine di un Cluedo da abbattere una a una in qualche scena splatter disseminata incostantemente; il finale risolutorio, piuttosto disonesto, conclude un lavoro di serie B non del tutto disprezzabile, nonostante qualche caduta di ritmo nella parte centrale.
Non è così brutto come può sembrare; certo l'ambientazione non è il massimo dell'originalità e gli attori sono pessimi; lo splatter però c'è e il film non mi ha per nulla annoiato. Diciamo sufficiente, pur con evidenti limiti. Da vedere se amate il genere e reggete l'ambientazione desertica, secondo me una delle cose migliori del film.
MEMORABILE: Scena ridicola: l'alcolizzato stanco riesce a raggiungere il camper di notte.
Terribile slasher desertico la cui povertà di mezzi e di ritmo impedisce qualsiasi tipo di redenzione. La trama è sciocca (un manipolo di individui problematici, ognuno dei quali ha problemi diversi, deve convivere in un opprimente deserto, per una qualche strana terapia di gruppo), gli interpreti scarsi, la noia asfissia più del sole onnipresente. Gli omicidi sono splatter al punto giusto e il finale riserva qualche sorpresa, ma la realizzazione è talmente scarsa che affossa tutto il resto. La locandina è dieci volte meglio del film stesso.
MEMORABILE: Il jack-in-the-box usato come simbolo della follia sanguinaria dell'assassino; Il colpo di scena.
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