Blonde death - Film (1984)

Tammy, una teenager arrabbiata e in lotta coi genitori fanatici cristiani, s'innamora di un ex-galeotto e si lancia in un'avventura fatta di droga, crimini e omicidi. Oggetto di culto per una certa platea indie, essendo stato diretto da un regista queer controverso, è in realtà un modesto SOV con qualche lieve potenzialità; se la critica alla società Usa reaganiana è a tratti riuscita, ricordando il cinema di John Waters anche per le contaminazioni umoristiche, il film non mantiene le premesse della prima parte - piuttosto godibile - e tende a perdersi in lungaggini non incisive.

La trasformazione di Tammy, da sedicenne frustrata a criminale in fuga. Un film, prodotto dal collettivo artistico EZTV, che percorre tutte le tappe di un classico crime movie per sovvertirle con umorismo e sferzate nonsense. L'impeto critico-satirico che permea tutta la vicenda, del resto già implicito nella scelta di girare interamente il film in video, esagera in modo grottesco personaggi e situazioni ma non lascia da parte l'intrattenimento; un prodotto bizzarro e a suo modo estremo, in perfetto equilibrio tra video arte e cinema di (e de-) genere.