Black Jack - Film (1968)

Anomalo western che presenta una storia di vendetta particolarmente sadica e crudele, in quanto nessuno dei protagonisti è "buono": nemmeno i peones, che vengono assoldati per linciare un avversario del nerovestito, zoppo e ridacchiante Robert Wood. Finale tragico e psicanalitico. La partita a poker ricorda moltissimo il segmento con Salerno in Sentenza di morte.

Più che un western è quasi un noir, molto cupo e soprattutto violento, anche se quest'ultima caratteristica è lasciata sottindere allo spettatore in quanto non si vede praticamente quasi mai nulla (lo si intuisce e basta). Ottimo inizio con una rapina in grande stile e poi ritmo elevato fino alla fine; forse unica pecca l'interpretazione di Robert Woods a tratti un tantinello esagerata quando impazzisce, comunque un film da vedere più volte.

Black Jack ha diversi momenti intensi e inquietanti e la narrazione è molto efficace: i 90 minuti passano incredibilmente veloci. Mi piacciono soprattutto Robert Woods e la sua maniacale risata, e anche il modo in cui tormenta le vittime della sua vendetta. La sorpresa finale aggiunge un'altro bonus per la riuscita complessiva.

Nel sottogenere dei revenge movies questa è sicuramente una pellicola che può dire la sua. Eccezion fatta per le risate sadiche di Woods, veramente orrende, ci troviamo davanti a un'opera dai meccanismi narrativi perfetti. Abbiamo una doppia vendetta: prima quella dei compagni di rapina traditi da Jack al momento della spartizione del bottino, poi quella di Jack sui suoi uomini che l'hanno torturato fin quasi alla morte. Film decisamente violento. Violenza però servita con grande maestria da Baldanello.

Dopo un inizio dignitoso e qualche momento buono in seguito, il film dal secondo tempo in poi diventa goffo e inverosimile. Woods è al suo peggio, incapace di superare l'inespressività e alcune sparatorie non terminano mai. La sfida finale dove Jack lascia la vendetta al cognato è oltre il ridicolo, melodrammatica senza misura. Ma l'inquadratura finale sotto l'acquazzone la riscatta. Girato in Israele e si vede dalla luce.

Western noir di un certo pregio di Baldanello abile a scavalcare gli stereotipi del caso che, dato il soggetto estremamente derivativo, sembravano quasi scontati. La solita storia di vendetta prende sentieri inaspettati con rese dei conti che conservano un certo fascino morboso e violento, stigmatizzato dalla risata sardonica del protagonista. D'altro canto bisogna ammettere che, nonstante la regia agile e il cast tutto sommato discreto, la confezione finale paga un'evidente povertà di fondo che ne limita definitivamente le ambizioni. Comunque guardabile, se vi piace il genere.

A basso budget, ma curatissimo nelle ambientanzioni e nelle scenografie, è un cupissimo western dall'atmosfera straniante al limite dell'horror. Baldanello dà il massimo in regia, ma il film è in parte rovinato dalla disastrosa interpretazione di Robert Wood, penalizzato anche da un doppiaggio generale non all'altezza (la società faceva capo a Mimmo Palmara, che nel film fa uno strano Indiano). Per gli amanti del genere un titolo cult...