Bedlam - Manicomio - Film (1946)

Bedlam - Manicomio
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/05/08 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 7/05/08 18:54 - 5737 commenti

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Come gestire un manicomio nel secolo dei Lumi? Con la fredda e cinica ragione del malvagio Karloff oppure con lo spirito di comprensione della rousseauiana Lee e del quacchero Fraser? Robson propende ovviamente per la seconda scelta e tra richiami a Poe, Freaks, M e riferimenti alla politica inglese (differenze tra tories e whigs), sa garantire momenti di tensione e claustrofobia, come di rigore nelle produzioni RKO di Val Lewton (anche co-sceneggiatore).

Myvincent 15/10/11 20:23 - 3509 commenti

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Bedlam è un manicomio gestito in maniera crudele da un direttore con pochi scrupoli ed avido, durante il XVIII secolo. Boris Karloff al solito è a suo agio con le tinte fosche di questo personaggio dalle sopracciglia cespugliose e una facies da maschera tragico-horror. Sottofondo claustrofobico, ma troppo poco per dare spunti di tipo storiografico alla situazione manicomiale dell'epoca: ma forse non era nei progetti del regista...

Casinista 14/12/11 11:15 - 39 commenti

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Il film affronta la delicata tematica della follia nel secolo dei Lumi. L'ospedale di Santa Maria di Betlemme a Londra rappresenta lo scenario della nostra storia. Discrete la regia e la fotografia, che contribuiscono in maniera decisiva alla credibilità dello sviluppo narrativo. Karloff nei panni del classico cattivo di turno, a suo agio come direttore aguzzino del manicomio. Labile la distinzione tra sanità mentale e pazzia, a tal punto da essere usata come arbitrario passepartout per giustificare l'internamento di soggetti "scomodi".

Rambo90 5/10/15 00:51 - 7388 commenti

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Interessante film sulla pazzia nel secolo dei lumi, sostenuto dall'ottima prova di Karloff, spietato e sgradevole come poche altre volte. Robson costruisce una buona tensione e la fotografia aiuta a creare bei momenti di paura all'interno del manicomio. Oggi può risultare un po' datato, ma ha comunque i suoi punti di forza.

Von Leppe 26/03/18 18:19 - 1185 commenti

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Film ispirato all'illustrazione di Hogart raffigurante il tristemente famoso manicomio di Londra, Bedlam. La trama mette in evidenza come fossero maltrattati i malati di mente nel Settecento: protagonisti un quacchero e una donna che vogliono migliorare le cose, però dovranno vedersela col perfido direttore dell'istituto, ottimamente interpretato da Karloff. Storia abbastanza ben strutturata, dove si avverte una certa tensione nei corridoi bui del manicomio. Tutto sommato un buon film.

Rufus68 3/02/17 23:17 - 3671 commenti

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Un Boris Karloff d'eccezione (insinuante, sarcastico e spietato: una delle sue prove migliori) domina un film di profonda cupezza. Il mondo degli insani è rappresentato con rara efficacia, senza, peraltro, mai spingere il pedale dell'orrido e del sensazionale (bellissima la scena in cui Anna Lee scopre un uomo in catene). Ottima la sceneggiatura, col suo notevole intarsio di citazioni (Dekker e Middleton, il quadro finale del ciclo del "Raks progress" di William Hogarth) e allusioni (al Poe del "Dr. Catrame e Professor Piuma").

Daniela 16/02/21 02:24 - 12220 commenti

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Nel 1700, il sadico dispensiere del manicomio di Londra organizza spettacoli con i pazienti al solo scopo di divertire ricchi crapuloni. Una giovane attrice, indignata dai suoi metodi, prova a contrastarlo, finendo per essere giudicata malata di mente e rinchiusa nel tetro edificio... Più film di denuncia sociale che horror, un piccolo film non privo di difetti a cominciare da una certa ingenuità nella trama ma suggestivo nell'ambientazione ed impreziosito dalla magnetica presenza di Karloff in un ruolo particolarmente viscido e crudele a cui spetta un'adeguata uscita di scena.  
MEMORABILE: Il tribunale dei pazzi con uno dei giudicanti che ripete più volte il salomonico "Dividetelo in due!" 

Puppigallo 27/05/22 12:09 - 5073 commenti

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Dramma sorretto soprattutto dai dialoghi, ben studiati e mai banali, che può contare anche sulla buona prova degli attori (Karloff ha la solita maschera inquietante tarata sul genere), su tutti la ragazza, che interpreta bene il suo personaggio (astuta, sagace, ma anche sensibile e compassionevole). Il bianco e nero aiuta, soprattutto nelle scene all'interno del manicomio, creando la giusta, lugubre, sinistra e sporca ambientazione. È uno di quei casi in cui la datazione aiuta la pellicola. Nota di merito per i commenti di lei sul direttore del manicomio (Karloff). Riuscito.
MEMORABILE: La protagonista, una volta internata, per un breve periodo scorda la compassione sostituendola con disprezzo e paura; Il processo con giusta sentenza.

Nicola81 22/06/22 16:49 - 2654 commenti

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Più che un horror, un film di denuncia delle condizioni dei pazienti in quello che, nel '700, era il più celebre istituto londinese per la cura delle malattie mentali. Abbastanza prevedibile nei suoi sviluppi narrativi, ma si avvale di una buona messa in scena e di un ritmo vivace, e le sequenze più propriamente manicomiali offrono anche una lugubre atmosfera e un pizzico di tensione. La maschera sinistra di Boris Karloff si adatta perfettamente al tipo di storia, ma anche l'indomita e anticonformista Anna Lee fornisce un'ottima prova.

Anthonyvm 24/01/23 15:43 - 4897 commenti

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Buon dramma in costume prodotto da Lewton e diretto dal fedele Robson, come sempre abilissimo fabbricatore di atmosfere macabre che sconfinano più volte nell'horror tout-court (il processo orchestrato dai "diversi" contro il loro aguzzino, in una rivalsa di reminiscenze browninghiane). Nonostante l'impostazione un po' teatrale manifesti una messinscena irrimediabilmente datata, specie durante la prima tranche, gli assoli di cinismo (il pazzo istrione ridicolizzato fino alla morte dai ricchi commensali) e la demoniaca performance di Karloff nobilitano il prodotto. Umanamente corretto.
MEMORABILE: L'evaso precipitato "accidentalmente"; Karloff e la sua parrucca; Gli spettacoli coi matti tipo Titicut follies; Il pazzo che fissa il cielo stellato.

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Cerveza 27/02/23 06:18 - 123 commenti

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Soggetto stimolante, ma poco incisivo come sviluppo. Questa trasposizione romanzata dello storico ospedale psichiatrico di Bethlem, dove i "loonies" venivano sfruttati come fenomeni da baraccone, è un’occasione persa, anche se offre qualche spunto interessante. Purtroppo, non essendo stato doppiato all’epoca, è fortemente penalizzato anche dalle voci "televisive" anni ’70, scollegate stilisticamente dalle immagini. Perfetta in compenso la fisicità deforme di Karloff: un aguzzino con dei tratti da folle che governa dei folli con dei tratti normali. Vale più lui del contenitore.

Alex75 25/05/23 14:43 - 826 commenti

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Film di denuncia sul trattamento della malattia mentale nell’Inghilterra del ‘700, ben poco “illuminato”, con i pazienti (non di rado sani, ma internati in quanto “diversi”) considerati alla stregua di fenomeni da baraccone, e sviluppato tra il cinismo di Boris Karloff e la pietas (spesso coniugata con arguta ironia) del modernissimo personaggio interpretato dalla notevole protagonista femminile Anna Lee. Appare evidente l’approccio teatrale alla vicenda, con una grande attenzione per i dialoghi e il rimarchevole e tenebroso impatto scenografico delle sequenze manicomiali.
MEMORABILE: “Lord Mortimer è un maialone, ha il cervello piccolo e un gran pancione”; L’esibizione del ragazzo dipinto d’oro; Il processo a Karloff.
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  • Curiosità Buiomega71 • 5/10/14 10:27
    Pianificazione e progetti - 25023 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Lo specchio scuro", martedì 24 Luglio 1984, come da ricerche di Zender) di Bedlam-Manicomio: